Provincia di Trento, “dirottare i fondi della Valdastico Nord al potenziamento dell’asse ferroviario del Brennero”

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attilio-schneck-ilnordestSchneck: “di investimenti sulla ferrovia se ne può parlare, ma solo sulla direttrice Brescia-Venezia del Corridoio 5”

Nuova puntata della querelle che vede impegnate la provincia di Trento, al regione del Veneto e lo Stato italiano nella vicenda del completamento del tratto nord dell’autostrada A31 della Valdastico. Nonostante una sentenza della Corte Costituzionale depositata pochi giorni fa che riconosce al governo autonomia decisionale in fatto di grandi opere infrastrutturali di carattere europeo (e la Valdastico è all’interno delle reti Ten-T), la provincia di Trento continua ad ostacolare il suo completamento per i meno di 10 chilometri di percorso che interessano il suo territorio.

Il presidente della Giunta provinciale di Trento ha chiesto un incontro al ministro dei trasporti Lupi a Roma per affrontare la questione del rinnovo delle concessioni in scadenza di Autobrennero e del finanziamento della linea ad alta capacità del Brennero. Pacher vorrebbe che i fondi previsti per il completamento della Valdastico fossero dirottati sull’asse ferroviario del Brennero. Una proposta che viene respinta al mittente dal presidente di A4 Holding, la società proprietaria della concessionaria autostradale Brescia-Padova, titolare della concessione per il completamento della Valdastico: Attilio Schneck, nel chiedere pure lui che il ministro Lupi “dirimi una volta per tutte la vicenda del completamento della Valdastico Nord”, non chiude ad uno scenario d’investimenti ferroviari da parte di A4. Secondo Schneck “se il ministro Lupi legasse il rinnovo della concessione in capo ad A4 agli investimenti per l’alta velocità ferroviaria, potremmo anche valutare positivamente la proposta. Ma una cosa è certa: i soldi provenienti da A4 non potrebbero mai essere investiti per il potenziamento dell’asse del Brennero. La società guarda con attenzione allo sviluppo dell’asse Est-Ovest, attraversato già dall’autostrada, dove si sta realizzando con molte difficoltà il Corridoio 5 dell’Alta Velocità da Barcellona a Kiev”.

Schneck allarga la riflessione ad una logica complessiva della mobilità di merci e di persone, sottolineando come “gli investimenti su gomma e su ferro non devono essere considerati tra loro antitetici: le infrastrutture stradali ed autostradali sono indispensabili per soddisfare le esigenze di mobilità a breve e medio raggio (entro i 300 chilometri), mentre quelle ferroviarie sono utili solo per le lunghe percorrenze. Credere di soddisfare le esigenze di mobilità di merci e di persone nella Pedemontana veneta e nell’alto Vicentino o all’interno del NordEst solo con investimenti ferroviari è pura utopia. Viceversa, è strategico per la competitività internazionale del Paese puntare su entrambe le modalità e il completamento della Valdastico Nord rientra tra queste, come ha pure riconosciuto il Governo e la stessa Unione Europea introducendola all’interno delle reti Ten-T”.