Allarme zecche nei boschi del NordEst

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Zecca-Ixodes-Ricinus-Foto-Alberto-Lui-Laboratorio-SEM-EDX-FCS-ITC-irst-ilnordestLe autorità sanitarie europee chiedono all’Italia di intensificare la vigilanza sull’encefalite trasmesse dalle zecche. 30 casi ogni anno in Italia

Attenzione alle zecche nei boschi del Triveneto: le autorità sanitarie europee hanno infatti chiesto anche all’Italia di inserire fra le malattie “notificabili” la Tick borne encephalitis (Tbe), una meningoencefalite trasmessa da una zecca, la Ixodes Ricinus, diffusa in Asia e nell’Europa dell’Est e da qualche tempo localizzata, con una forma fortunatamente più leggera, anche nelle regioni del NordEst.

“Gli anticorpi contro questa malattia virale, trovati in quantità minime (0,1%) nel sangue della popolazione dell’appennino tosco-emiliano – riferisce Fabrizio Pregliasco del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Milano – sono stati trovati nel 4,3% di quella residente nelle zone boschive di Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino. Significa che una quota importante di quella popolazione ha avuto un contatto, con o senza conseguenze, con questa zecca”.

Si tratta di una patologia emergente (80 casi in Italia dal 2000 e oggi circa 30 all’anno) ed è anche sottostimata, perché i due terzi di coloro che vengono morsi da questo acaro (per lo più senza che il soggetto se ne accorga), hanno reazioni simili a quelle di una banale influenza che si esaurisce in un paio di settimane. “Ma in un 30% di casi – aggiunge Pregliasco – successivamente subentra una seconda fase con l’interessamento del sistema nervoso centrale (encefalite) e possibili danni permanenti e invalidanti. Nell’1-2% dei casi è mortale”.

Non esiste una cura, ma prevenire la Tbe è possibile, con un vaccino costituito da tre iniezioni che proteggono al 98% per 5 anni. “La vaccinazione, gratis in Friuli (30 euro altrove) dove sono molti i residenti e i lavoratori nelle zone a rischio – dice Maurizio Ruscio dell’Ospedale Sant’ Antonio di San Daniele del Friuli – può essere una difesa in più per chi conta di passare periodi di vacanza o di trekking nei boschi del Triveneto”.

L’esperto consiglia un abbigliamento adeguato impregnato di spray repellente. In ogni caso, dopo un’escursione, è bene controllare le parti umide o sudate del corpo, dietro le orecchie, sotto lo zaino, sotto la cintura. “Perché è lì – dice Ruscio – che la zecca morde. E, appena tornati dalla gita, è bene fare una doccia, perché la Ixodes Ricinus impiega un po’ ad attaccarsi e la doccia può farla cadere, evitando guai maggiori. Mai spremerla, perché equivale a farsi una iniezione del virus”, ma rivolgersi all’ ospedale più vicino.