Ziberna: “la nuova politica dei dazi penalizza i concessionari del Friuli Venezia Giulia, oltre ad essere in contrasto con le direttive UE”
L’Austria non è nuova ad avere un atteggiamento disinvolto nell’applicazione delle regole comunitarie, specie quando sono i gioco i suoi interessi economici. Dopo i provvedimenti vessatori sul traffico di transito fatti rientrare a fatica dalla Commissione europea, ora tocca al commercio di autoveicoli con l’applicazione di forti dazi a carico di coloro che acquistano automobili e motocicli fuori del territorio austriaco e circolano sulle strade della federazione.
A dare voce al caso è il vicecapogruppo del PdL nel Consiglio regionale del Friuli, Rodolfo Ziberna, che ha depositato un’interpellanza alla Regione sulle modalità di applicazione in Austria della “Normverbrauchsabgabe” (NoVa). “La Giunta regionale deve intervenire presso la Commissione Europea e procedere davanti la Corte di giustizia per porre fine all’applicazione da parte dell’Austria della Normverbrauchsabgabe (NoVa), un dazio che altera la concorrenza rendendo assolutamente non competitivo l’acquisto di vetture fuori dai confini austriaci e altera il principio della libera circolazione delle merci e della concorrenza all’interno dell’UE”.
Secondo Ziberna “la stessa Commissione Europea ha già contestato la scorretta applicazione di questa tassa ai sensi della omogeneizzazione delle modalità di applicazione dell’IVA, ma non ha trattato l’aspetto di effetto equivalente ad un dazio e della turbativa alla concorrenza. Tale imposta ‘NoVa’ – puntualizza Ziberna – è causa di significativi danni economici alle concessionarie di autoveicoli italiane ed in particolare del Friuli Venezia Giulia che si trovano, di fatto, a dover subire una concorrenza sleale dovuta ad una tassa in palese contrasto con la libera concorrenza e la libera circolazione delle merci all’interno dell’UE”.
La NoVa, mascherata come tassa ecologica sui consumi, può raggiungere anche il 16% del valore dell’automezzo, ed è applicata anche a cittadini dell’UE che hanno una seconda casa in Austria se non dimostrano che l’autovettura non è prevalentemente utilizzata in Austria. “Una vera e propria inversione dell’onere della prova inaccettabile” dice Ziberna che nell’interpellanza auspica “un tempestivo intervento della Regione al fine di far cessare questo balzello, peraltro già contestato dall’Europa, che sta creando non pochi danni economici ad un settore produttivo già fortemente penalizzato dalla crisi”.