L’export via obbligata per crescere dell’economia altoatesina

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europa bandiere exportWidmann: “il primo bilancio delle azioni intraprese a supporto delle aziende è positivo”

Uno dei passaggi chiave per consentire all’economia altoatesina di crescere è legato all’export. Sei mesi fa, su proposta dell’assessore Thomas Widmann, la Giunta provinciale di Bolzano aveva lanciato azione export, un pacchetto di misure che durerà sino al 2014. “Il primo bilancio è positivo – commenta Widmann – sino ad oggi sono arrivate 227 domande”.

L’internazionalizzazione dell’economia altoatesina si conferma uno dei temi chiave per il futuro dell’Alto Adige. “La nostra quota di export è più bassa rispetto ad altre regioni – spiega l’assessore Thomas Widmann – e proprio perché in un periodo di crisi ci si rende conto che il mercato locale è troppo piccolo per garantire ulteriori spinte verso la crescita, stiamo concentrando i nostri sforzi sul sostegno alle esportazioni”. Il passaggio più importante di questa strategia consiste nella cosiddetta “azione export”, lanciata dalla Giunta provinciale lo scorso dicembre. Si tratta di un pacchetto di misure di sostegno per entrare sui nuovi mercati, ampliare il raggio d’azione delle imprese locali, creare nuovo valore aggiunto e nuovi posti di lavoro.

“Riteniamo fondamentale – prosegue Widmann – che le aziende altoatesine entrino con basi solide sui nuovi mercati, dotandosi di una struttura adeguata ai gusti e alle tendenze dei potenziali nuovi clienti”. Concretamente, ciò si traduce in contributi sino al 50%, con un massimale di 20.000 euro, per analisi e consulenze sulle ricerche di mercato, e in una notevole crescita del sostegno finanziario a chi partecipa a fiere, rassegne, eventi e iniziative di marketing che promuovono il “Made in Südtirol”. “I primi riscontri sono assolutamente positivi – commenta l’assessore – visto che i nostri uffici hanno ricevuto ben 227 richieste nel giro di 6 mesi provenienti da industria, commercio e servizi”.

Le misure previste nel pacchetto “azione export” entrate in vigore lo scorso dicembre avranno comunque una durata limitata nel tempo. “Si tratta di interventi straordinari – conclude Widmann – e per questo non potranno protrarsi oltre la fine del 2014”. Inoltre ci sarà da fare i conti con il regime de-minimis dell’Unione Europea, il quale prevede che il contributo pubblico ad un’azienda privata non superi il limite dei 200mila euro in tre anni.