Il museo-gioiello concepito da Botta ha visto calare di oltre il 34% l’afflusso di pubblico. Preoccupazioni per il nuovo Muse di Trento che aprirà a fine luglio
L’autonomia speciale del Trentino ha contribuito a realizzare grandi infrastrutture culturali con le proprie risorse, ma non riesce a portare un numero di visitatori sufficiente a giustificare il livello di spesa pubblica necessario per tenere in piedi strutture elefantiache, palesemente surdimensionate rispetto alle esigenze del territorio. E quel che è peggio e che la lezione amara appresa con il Museo d’arte moderna di Rovereto e Trento (Mart) non ha insegnato nulla, visto che il Trentino s’appresta a bissare la propria megalomania culturale con il prossimo Museo della scienza (Muse) in procinto di essere inaugurato a Trento.
Per fare chiarezza sulla Waterloo dell’arte moderna, il consigliere provinciale e capogruppo del PdL Giorgio Leonardi ha interrogato la provincia di Trento per avere lumi, puntualmente forniti dal presidente della Giunta, Alberto Pacher. Ebbene, nel corso del 2012 i visitatori del Museo di arte moderna e contemporanea di Rovereto sono calati del 34,19% rispetto all’anno precedente. Complessivamente, i visitatori sono stati 148.405 (118.972 per la sede principale di corso Bettini, 19.606 per la Casa d’arte futurista Depero e 9.827 per iniziative espositive fuori sede). I finanziamenti provinciali sono passati dai 6.229.000 euro per la parte capitale e 3.230.000 euro nel 2010, ai 4.736.000 euro per la parte corrente e 2.970.000 euro per la parte capitale del 2013. Anni luce rispetto ai primi anni del suo primo decennio di vita, quando mostre prestigiose e di grido attiravano visitatori a frotte.Il taglio dei fondi e il cambio al vertice del Mart ha portato ad un drastico ridimensionamento dell’offerta e delle visite, tanto che ora il presidente del museo, Franco Bernabè, vaticina di mostre affidate completamente in gestione a sponsor esterni, ai quali spetta pure di farsi carico della determinazione del prezzo d’ingresso e del relativo incasso. Di fatto, oggi il Mart è ridotto ad un opera d’arte di sé stesso, splendida contemplazione dell’edificio concepito dall’architetto ticinese Mario Botta costato oltre 130 milioni di euro.
Da Rovereto a Trento. Se il Mart piange, per il Muse del capoluogo progettato da un altro archistar (Renzo Piano) non si preparano tempi migliori. Dopo avere investito oltre 70 milioni di euro per la sua costruzione, la provincia di Trento ha da poco staccato un assegno di oltre 6 milioni di euro per assicurarne il funzionamento ordinario. Una valanga di denaro pubblico su una struttura ridondate che, complice l’esperienza del Mart, sarà difficile da far fruttare in modo adeguato.