La VI Commissione consiliare ha evidenziato la realtà del comparto della varietà “Chioggia”, il più diffuso sui 1.400 ettari coltivati
La VI Commissione consiliare della provincia di Venezia ha approfondito, su iniziativa del suo presidente Roberto Dal Cin, la conoscenza della produzione e del consumo del radicchio in Italia, nel Veneto e nella provincia di Venezia, analizzando le preferenze del consumatore e il trend del mercato, con la partecipazione dell’assessore provinciale alle attività produttive e all’Agricoltura, Lucio Gianni, e il funzionario provinciale Albino Marchioro.
Per Corrado Giacomini, docente dell’Università di Parma, “il dato immediato è che sul mercato di Brondolo vengono trattati circa 130.000 quintali di prodotto; praticamente tutta questa produzione potrebbe fornire la ‘quarta gamma’, ovvero quei famosi sacchetti di verdura che oggi tutti mangiamo, e che vengono distribuiti attraverso la grande distribuzione. In queste confezioni il radicchio di Chioggia è già presente, ciò significa che c’è una domanda del mercato. Occorre un grosso sforzo – secondo Giacomini – per fare in modo che il radicchio di Chioggia venga riconosciuto per le sue caratteristiche di eccellenza e specificità, quindi diventi un prodotto Igp, e non si perda in un anonimato in cui potrebbe rischiare di cadere, soprattutto attraverso la grande diffusione della produzione, come sta avvenendo”.
La produzione in provincia di Venezia si mantiene sulle superfici previste, circa 1.400 ettari, ed è il tipo di radicchio più coltivato nel Veneto. “Abbiamo una produzione importante – sottolinea Giacomini – che riguarda in particolare la provincia di Venezia anche se si è diffusa in quella di Padova. Ciò che distingue la nostra produzione è che si rende disponibile nei mesi primaverili e quindi nei momenti in cui il prezzo e la domanda del consumatore sono più interessati a sviluppare il consumo di questo tipo di cicoria”.
Secondo l’assessore provinciale alle attività produttive e all’agricoltura Lucio Gianni, “per la provincia di Venezia è fondamentale esercitare un ruolo di coordinamento, proponendosi come soggetto promotore del dialogo e del confronto fruttuoso tra gli operatori per ottimizzare i risultati da conseguire sia nel breve che lungo periodo. Ci sono realtà che pur trovandosi all’interno della stessa piramide di produzione e consumo del radicchio, hanno interessi diversi e perseguono obiettivi diversi. Se dagli operatori stessi ci arriverà la richiesta, la provincia sarà ben disponibile a sostenere, anche con la regione del Veneto, ogni iniziativa ed azione utile a salvaguardare una produzione così importante per il nostro territorio e per la nostra economia”.