Imu, una tassa che va tolta da tutti gli immobili in quanto regressiva per l’economia e per il gettito fiscale

0
402
Cgia mestre giuseppe bortolussi bis 1
Cgia mestre giuseppe bortolussi bis 1Bortolussi: “se l’Italia supererà il processo d’infrazione per eccesso di deficit, si libereranno risorse per 12 miliardi di euro”

L’Imu sarà sospesa nel pagamento per la prima rata solo per le “prime case”, mentre per tutti gli altri immobili sarà necessario aprire il portafoglio entro la fine del mese di giugno, assieme ad altre scadenze fiscali del periodo. La sua totale abolizione sia per gli edifici residenziali che per quelli produttivi è una necessità sia per l’economia che per il fisco.

L’eccesso di pressione fiscale sul settore ha determinato il crollo del 25% delle compravendite immobiliari e il drastico rallentamento delle nuove costruzioni e delle ristrutturazioni, facendo così venire meno una consistente fetta di gettito fiscale derivante dalla tassazione delle compravendite e dal gettito fiscale sulle aziende del settore, che hanno incrementato la spesa pubblica con cassa integrazione e oneri di disoccupazione per le migliaia di licenziati del settore. Lo stesso gettito Imu ha compensato solo in parte il calo del gettito fiscale.

Anche sul settore produttivo, la tassa è stata negativa, gravando le aziende di ulteriori oneri che in molti casi hanno costretto alla loro chiusura. Nonostante la proposta di abolizione dell’Imu anche sugli immobili strumentali sia stata rimandata ad altra data, le categorie non disperano: “nonostante sembri essere sfumata l’ipotesi che nel Consiglio dei Ministri slitti anche la prima rata dell’Imu sui capannoni, noi rimaniamo fiduciosi. Il giorno cruciale sarà mercoledì 29 maggio. Se in quella data la Commissione europea chiuderà il processo di infrazione per eccesso di deficit contro il nostro Paese, secondo quanto dichiarato nelle settimane scorse dal ministro Saccomanni, il nuovo Governo avrà a disposizione 12 miliardi di euro per poter abbassare l’Imu sulla prima casa e sulle attività produttive, scongiurare l’aumento dell’Iva previsto per il prossimo luglio ed ammorbidire la Tares che, altrimenti, per le famiglie e le imprese sarà una vera e propria stangata” afferma Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre.

In attesa dell’auspicato intervento, intanto le aziende si preparano a fare i conti con gli annunciati aumenti: secondo uno studio degli artigiani mestrini, per 38 comuni capoluogo di provincia su 101 presi in esame, l’incremento della prima rata sarà addirittura del 51%. Tra queste, 38 amministrazioni segnaliamo che in valore assoluto gli aumenti più significativi si registreranno a La Spezia (+3.647 euro rispetto al 2012), a Taranto (+1.736 euro) e a Brescia (+1.472 euro). I calcoli, segnala la Cgia, sono stati realizzati considerando la rendita catastale media dei capannoni di ciascun comune capoluogo di provincia. Inoltre, si è considerata la nuova base imponibile riferita al 2013 che, rispetto al 2012, è aumentata a seguito dell’incremento di 5 punti del coefficiente moltiplicatore che passa da 60 a 65. Per calcolare il versamento della prima rata che gli imprenditori hanno pagato a giugno 2012 si è considerata l’aliquota base del 7,6 per mille, come stabiliva la normativa. Per misurare quanto verseranno gli imprenditori fra poco più di un mese, si è tenuto conto della novità introdotta nei giorni scorsi dalla Commissione Bilancio: ovvero, la prima rata dell’Imu dovrà prevedere il versamento del 50% dell’imposta pagata complessivamente l’anno scorso, a meno che non sia già stata pubblicata nel sito del Dipartimento delle Finanze l’aliquota vigente per il 2013.