Friuli Venezia Giulia, persiste ancora una forte difficoltà nel settore industriale

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industria controlli tuv 1Calligaris: “il primo trimestre 2013 evidenzia indicatori tutti in negativo”

Confindustria Friuli Venezia Giulia ha reso noti i risultati dell’indagine congiunturale, relativa al primo trimestre 2013, effettuata con il sostegno della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e del Consorzio di formazione del sistema confederale regionale Formindustria. L’indagine viene svolta da Confindustria regionale sulla base dei dati consuntivi del trimestre in esame e previsionali sul trimestre successivo; dati che le associazioni federate di Gorizia, Pordenone, Trieste ed Udine raccolgono dalle imprese associate nelle rispettive province.

Per il presidente regionale Alessandro Calligaris “il primo scorcio del 2013 vede ancora in forte difficoltà il settore industriale del Friuli Venezia Giulia. Tutti i principali indicatori presi in esame nel confronto tendenziale con lo stesso trimestre dell’anno scorso sono di segno negativo. Da un esame più attento, si può rilevare che i valori negativi sono significativamente meno pesanti di quelli riscontrati tre mesi fa”. Secondo Calligaris “determinante sarà la capacità e l’incisività con cui i nuovi Governi appena insediati, quello nazionale ma, ancor più, quello regionale, sapranno affrontare i gravi problemi strutturali economici e sociali che da decenni non trovano risposte adeguate. Confindustria Friuli Venezia Giulia, durante la campagna elettorale per le regionali, ha presentato e proposto un progetto di rilancio economico e sociale della regione pragmatico e realizzabile che vede nella centralità dell’impresa e del lavoro le priorità da perseguire”.

E’ necessario, ribadisce Calligaris, “che si renda il Friuli Venezia Giulia attrattivo per nuovi investitori e per la permanenza e rafforzamento dell’attuale tessuto produttivo. Siamo stanchi, come cittadini e come imprenditori, di ricevere dai paesi limitrofi alla nostra regione continue proposte di fare impresa all’estero facendo leva su ottime opportunità fiscali, infrastrutturali, energetiche, su una burocrazia semplice, chiara ed efficiente”.

Se le riforme, ormai da troppo tempo attese, andranno con chiarezza in questa direzione, “le imprese saranno messe nelle condizioni di poter rispondere con la ripresa d’investimenti, con il rilancio di produzioni di qualità, con l’offerta di nuovi posti di lavoro. La competitività del sistema economico regionale – sottolinea Calligaris – deve essere quindi sostenuta da un quadro di misure coerenti, dalla pianificazione territoriale all’ambiente, dalle politiche attive del lavoro agli organismi finanziari, dalle infrastrutture alla logistica, dall’approvvigionamento energetico alla fiscalità”.

“Confidiamo – dice Calligaris – che il nuovo Governo regionale attivi da subito un’agenda focalizzata principalmente su questi temi. Siamo consapevoli che le risorse economiche sono limitate ma, proprio per questo dobbiamo tutti, e sottolineo tutti, impegnarci per il rafforzamento del tessuto produttivo della nostra regione. Ne va della sua sopravvivenza. E’ inutile e dannoso farsi coinvolgere in sterili polemiche e contrapposizioni di parte quali, ad esempio, abbiamo assistito in questi giorni sui media, in relazione alla tratta Palmanova – Manzano sulla quale solo una certezza c’è e riguarda i fondi nazionali che, se persi, non potranno essere impiegati su altra iniziative.

Non è più tempo di tergiversare, non possiamo più perdere il treno della ripresa”.

Nel dettaglio, gli indicatori che Confindustria Friuli Venezia Giulia prende in esame nell’indagine congiunturale evidenziano con chiarezza il perdurare, anche nella prima fase del 2013, dello stato di sofferenza del settore industriale regionale. La presenza di segni negativi, infatti, è di gran lunga prevalente nel confronto congiunturale con i valori riscontrati nel trimestre precedente ed addirittura costante nel confronto tendenziale con lo stesso trimestre dell’anno precedente. La negatività di molti dati congiunturali può essere spiegata da una naturale flessione delle performance produttive conseguenti al forte incremento avuto nel quarto trimestre 2012 dopo le fermate estive. Per quanto riguarda il complesso dei dati tendenziali si può rilevare che, pur rimanendo al di sotto dei risultati del primo trimestre dell’anno scorso e fatta eccezione per il mercato interno, segnano un contenuto miglioramento rispetto ai valori riscontrati tre mesi fa. Da un esame complessivo dei risultati, anche ricordando che nella precedente indagine già si erano riscontrati dei deboli segnali che lasciavano intravedere una possibile inversione di tendenza, si può concludere che il primo trimestre 2013 vede un’industria regionale ancora in difficoltà, ma con qualche indicazione che conferma l’andamento verso tempi migliori iniziato alla fine dell’anno scorso.

L’esame dettagliato dei valori assunti dai principali indicatori congiunturali (che esprimono le variazioni rispetto al trimestre precedente) evidenzia che nel primo trimestre 2013 il valore della produzione perde mezzo punto percentuale scendendo dal precedente -0,1% a -0,6%. Anche le vendite subiscono delle contrazioni, soprattutto quelle sul mercato interno. Nel dettaglio, le vendite totali che segnavano a fine 2012 un +4,8% tornano ad essere negative (-4,7%) per effetto del forte calo delle vendite italia, che da +16,2% cadono a -5,8%, e di quello, anche se molto più contenuto, delle vendite estero che segnano un calo di poco meno di un punto attestandosi a -3,9%. Anche l’occupazione risulta negativa, ma risale di un punto salendo dal precedente -1,2% a -0,1%.

Il dettaglio dei principali indicatori tendenziali (che confrontano i risultati del trimestre in esame con quelli dello stesso periodo dell’anno precedente) evidenzia che nel primo trimestre del 2013 la produzione migliora, ma rimane sotto lo zero salendo da -8,9% a -7,8%. Anche le vendite rimangono negative, ma presentano andamenti diversi perdendo qualcosa sul mercato interno mentre migliorano nelle esportazioni. In particolare le vendite totali recuperano quasi un punto percentuale portandosi a -8,3% dal precedente -9,5%, come effetto risultante dalle perdite delle vendite italia (da -5,5% a -9,0%) e dal recupero, anche se modesto, delle vendite estero che salgono da -11,9% a -8,0%. Per quanto riguarda gli altri indicatori esaminati risulta significativo l’andamento dei nuovi ordini in quanto va a confermare, con il buon risultato congiunturale di +7,6% e con il recupero, pur rimanendo su un valore negativo, nel tendenziale (da -6,3% a -3,9%), le conclusioni precedentemente espresse di un andamento del settore industriale regionale che si auspica abbia toccato il fondo e stia lentamente risalendo.

Le previsioni di breve periodo sul secondo trimestre del 2013 trovano nelle risposte degli imprenditori intervistati indicazioni di aspettative non univoche; ne emerge quindi un quadro di incertezza sulla previsione di breve periodo dell’andamento dell’industria regionale. Tranne che per l’occupazione, in cui prevale in modo quasi assoluto (93% delle risposte) l’aspettativa di stabilità, negli altri indicatori esaminati aumentano, rispetto alle indicazioni di tre mesi fa, sia le previsioni di aumento che quelle di diminuzione a scapito dell’aspettativa di stabilità. La previsione percentualmente più alta di aumento (ma solo con il 24% delle risposte) riguarda la produzione; quella più pessimistica (38% di risposte che prevedono diminuzione) riguarda la domanda estera, che però risulta in buona parte bilanciata da un 22% di aspettative di aumento.