Pac, l’agricoltura sarà solo per i “veri” agricoltori

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mignon tavolo 1Coldiretti: “taglio agli aiuti, si punta su filiere e qualità dei prodotti”

Pagamenti diretti solo agli agricoltori di professione, redistribuzione delle risorse fra i 27 stati membri per cui l’Italia perderà il 6% dell’attuale budget, proposta una componente ecologica degli aiuti (“greening”). Sono alcune delle novità della Politica agricola comunitaria (Pac) in discussione a Bruxelles, presentate al convegno di Coldiretti “La nuova Pac 2014-2020, principali elementi del negoziato”, che si è svolto a Lendinara, col patrocinio di Cariveneto e Agriventure, in un teatro Mignon tutto esaurito. Relatore d’eccezione, Paolo Magaraggia dell’Ufficio Coldiretti Bruxelles, che sta seguendo da molto vicino lo svolgersi del negoziato a tre (il cosiddetto “trilogo”) tra i rappresentanti incaricati di Consiglio, Parlamento e Commissione europei, che è partito l’11 aprile scorso e che dovrebbe terminare il prossimo 18 giugno, con un accordo condiviso di riforma della Pac, che entrerà in vigore dal 2014 al 2020.

“L’accordo non è ancora definito – ha ricordato prudentemente Paolo Magaraggia – siamo in una fase decisiva di un lungo percorso iniziato nel 2011 e che si spera abbia esito positivo per il nostro paese e per l’accoglimento delle richieste di Coldiretti. In particolare – ha spiegato – per quanto riguarda la definizione di ‘agricoltore attivo’, si spera che venga confermata la proposta del Consiglio che riconosce agli stati membri la libertà di determinare i criteri di individuazione dei veri agricoltori”. In buona sostanza, l’attuale proposta prevede che vengano concessi “pagamenti diretti Pac” soltanto a chi vive di agricoltura, cioè chi trae dall’azienda agricola il suo reddito principale, con esclusione dei meri proprietari di terreni, delle società immobiliari, degli aeroporti e di tutto quanto non sia “agricoltura”.

Se approvata, questa sarà la grande svolta della Pac, “fortemente voluta da Coldiretti – come ha commentato il presidente di Coldiretti Rovigo, Mauro Giuriolo – perché si sapeva che le risorse complessive indirizzate alla Pac sarebbero diminuite e, dunque, era necessario concentrarle solo sui soggetti meritevoli”.

I tagli al budget che arriverà complessivamente in Italia saranno feroci, per effetto della redistribuzione delle risorse tra i 27 paesi europei: si toglie soprattutto agli stati mediterranei oltre Olanda e Belgio, per dare al nord est europeo (Lettonia, Romania, Estonia, Bulgaria, Lituania). “Per l’Italia – ha spiegato Magaraggia – l’accordo del Consiglio, rispetto alla situazione attuale, comporta una riduzione della dotazione finanziaria per pagamenti diretti di 1,915 miliardi di euro (-6,6%). Inoltre, la proposta della Commissione, confrontando l’anno 2020 col 2013, prevede già una riduzione del bilancio Pac in termini reali, per l’inflazione, di circa il 12%, per tutti i paesi. Complessivamente, l’Italia, a regime, vedrà una perdita di pagamenti diretti di circa il 18-19%: in valori assoluti, l’Italia paga, da solo, quasi un terzo dell’intero ammontare di risorse spostate tra i 27 stati membri”.

“In futuro le risorse Pac saranno sempre meno – ha ribadito il direttore di Coldiretti Rovigo, Adriano Toffoli – ed i pagamenti diretti sono solo un tassello minimo del reddito degli agricoltori. Ecco perché, da anni, Coldiretti con e per le sue aziende, sta sviluppando un progetto economico con strategie di vendita alternative, per dare valore aggiunto al prodotto agricolo, basato sulla qualità, sul legame col territorio, sulla distintività, sul ‘no-ogm’, sulle filiere corte gestite dagli agricoltori. Perché la fonte principale di reddito dell’agricoltore sarà sempre di più il mercato e la sua capacità di stare sul mercato”.

“Per quanto riguarda la proposta relativa al “greening”, il “rinverdimento della Pac” – ha concluso Magaraggia – si spera che il negoziato in corso, riconosca valenza ambientale alle nostre produzioni mediterranee, come i frutteti ed i vigneti”. La nuova componente ecologica degli aiuti Pac, il cosiddetto “greening”, si traduce in una serie di obblighi di osservanza delle buone pratiche agricole a beneficio di clima e ambiente, che, se non rispettati, possono comportare la revoca totale o parziale del pagamento Pac. Le pratiche agricole benefiche sono: la diversificazione delle coltivazioni, i prati permanenti dichiarati nel 2014, una percentuale (ancora in discussione) di superficie da destinare ad aree ecologiche (terreni a riposo, terrazze, fasce tampone e boschi, colture azoto-fissatrici).