Anche ad aprile il mercato degli autoveicoli nuovi cala a due cifre: -20%

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autoparco peugeot 1Crollo al netto delle immatricolazioni dei veicoli “chilometri zero” che solleveranno in parte i bilanci. Federauto s’appella al nuovo Governo Letta: “fare presto per evitare il crollo definitivo della filiera”

Federauto rende noto che il suo panel di concessionari, rivelatosi nel tempo molto affidabile, registra a due giorni dalla chiusura del mese di aprile il calo del 20% di immatricolato rispetto agli stessi giorni lavorativi dell’aprile dello scorso anno. Questo dato al netto delle “chilometri zero” che verranno immatricolate il 30 aprile e che solleveranno in minima misura il bilancio delle vendite mensili di aprile.

A caldo, il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi afferma come “il dato è inquietante, ma vedremo in che misura le ‘chilometri zero’ targate domani attenueranno questa ennesima débacle. E’ comunque una Caporetto per la filiera dell’automotive italiana che sconta la dissennata e miope politica dall’ultimo Governo che ha scambiato gli autoveicoli per una ‘mucca da mungere e forse da macellare’. Tasse, tasse, e ancora tasse su chi acquista e utilizza un autoveicolo. Politica che, nel 2012, ha fatto introitare 3 miliardi di euro in meno allo Stato, tra Iva e tasse varie e che ha distrutto la domanda e l’occupazione”.

Federauto, a volte accusata di pessimismo, sottolinea che in Italia, ogni 15 minuti, il debito pubblico cresce di 4.406.250 euro, la spesa pubblica aumenta di 171.232 euro, i debiti dello Stato verso le aziende private aumentano di 570.776 euro, i finanziamenti alle imprese si riducono di 712.470 euro. E ancora, a chi da mesi vuole vendere ottimismo ad ogni costo, perché non si scontra ogni giorno con la dura realtà, e che non vorrebbe che Federauto denunciasse le difficoltà dei concessionari di autoveicoli che sono allo stremo delle forze – come se si potesse insabbiare questa situazione – la Federazione rimarca che negli stessi 15 minuti chiudono 15 imprese e 1 negozio e che 28 lavoratori vengono licenziati (fonte Panorama). E se le imprese sono falcidiate, sul fronte occupazionale non si può che registrare un disastro. In totale tra disoccupati ufficiali (5.720.000), inattivi disponibili a lavorare (altri 2.975.000) e sottoccupati part time (605.000), le persone ai margini del mercato del lavoro italiano sono circa 6,4 milioni (fonte Il Corriere della Sera).

Secondo Piero Carlomagno, presidente dei concessionari del gruppo Fiat, “in questo contesto è importante che tutti i rappresentati della filiera, Anfia, Unrae, Federauto e il Costruttore Nazionale, si presentino coesi per portare sul tavolo del nuovo Governo delle proposte condivise che facciano ripartire la domanda”.

“Guardiamo al nuovo Governo Letta con speranza e ottimismo – dice Pavan Bernacchi – Siamo convinti che l’Italia abbia toccato il fondo e che si possa solo risalire. Bisogna però da subito alleggerire la pressione fiscale e varare provvedimenti che favoriscano i consumi interni che pesano l’80% di quelli totali. Noi abbiamo molte idee, anche a costo zero, per lo Stato che potrebbero aiutare le nostre aziende che fatturano l’11,4% del PIL, partecipano alle entrate fiscali dello Stato per il 16,6% e con l’indotto allargato occupano 1.200.000 persone. Sono sicuro che il nuovo Governo abbia tutte le carte in regola per dare al Paese le risposte che aspetta da mesi”.

Tra i primi provvedimenti da prendere subito da parte del Governo Letta, l’armonizzazione delle misure fiscali gravanti sui veicoli aziendali immatricolati in Italia, portandolo in linea con quanto già avviene in Europa da anni: un settore che vale oltre 300.000 pezzi all’anno, ora fortemente penalizzato, che potrebbe rimettere in moto il mercato e assicurare alle imprese italiane una migliore competitività sui mercati internazionali, generando nuovi introiti fiscali per le casse sempre più asfittiche dello Stato italiano.