Trentino, presentati i dati del VI Censimento generale dell’agricoltura

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censimento agirocltura mellarini 1Analisi dell’evoluzione del comparto primario negli ultimi dieci anni

Da contadini a imprenditori agricoli: è questo il “salto” che segna l’evoluzione dell’agricoltura trentina negli ultimi dieci anni. Un passaggio che emerge chiaro dai dati definitivi del VI Censimento generale dell’agricoltura, svoltosi nell’autunno del 2010, dati che offrono una lettura assai articolata del settore e che sono stati illustrati e commentati dall’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini, affiancato dal dirigente generale del Dipartimento Paolo Nicoletti e dalla responsabili del Servizio Statistica, Giovanna Fambri. “Oggi assistiamo ad un grande ritorno dell’agricoltura e della ruralità in generale, grazie soprattutto ai tanti giovani e alle donne che si stanno avvicinando alle professioni verdi con una crescente professionalità e formazione – ha affermato tra l’altro Mellarini – e dobbiamo dare agli imprenditori agricoli la stessa attenzione che riserviamo agli imprenditori degli altri settori produttivi”.

Qual è il nuovo volto dell’agricoltura trentina che consegna il Censimento? Al netto delle premesse metodologiche che non hanno considerato nella statistica né le aziende agricole di piccolissime dimensioni né quelle esclusivamente forestali, così come l’attività hobbistica (che per il territorio trentino rappresenta comunque un importante strumento di preservazione del territorio stesso e mantenimento delle tradizioni), i numeri dell’agricoltura trentina segnano una significativa riduzione, dall’anno 2000 al 2010, nel numero di aziende (-42%) che da 28.307 passano a 16.446.

A fronte di ciò, è stata rilevata una sostanziale tenuta della superficie agricola utilizzata, che da 146.730 ettari passa a 137.219 ettari, con una diminuzione del 5%, sostanzialmente da riferire all’incremento della superficie boscata per effetto dell’abbandono da parte dell’attività agricola dei terreni caratterizzati da maggiori svantaggi nella coltivazione. Il Trentino con l’approvazione del nuovo PUP ha introdotto importanti strumenti di tutela e salvaguardia della superficie agricola, basti pensare all’invarianza delle superfici agricole di pregio. “La riduzione del numero di aziende rapportato alla tenuta della superficie agricola – ha notato Mellarini – evidenzia un primo elemento di positività, ovvero l’aumento della dimensione media delle aziende agricole, frutto delle politiche di incentivazione e di infrastrutturazione del territorio che sono state condotte nel periodo di riferimento (2000-2010) e in particolare con l’ultimo Programma di Sviluppo Rurale”.

agricoltura campo lattuga agricoltore 1La concentrazione dell’attività agricola, favorita dall’uscita dal settore delle microaziende, ha avvicinato il Trentino alla struttura aziendale media europea. I dati statistici riportano una superficie media provinciale pari a 8,3 ettari contro i 5,2 del 2000, considerando l’insieme delle aziende zootecniche e frutti-viticole. Analizzando il dato specifico delle aziende frutticole-viticole si può vedere come la superficie media sia inferiore ai 2 ettari.

In Trentino la vocazione produttiva fa riferimento a tre comparti: la zootecnia (concentrata soprattutto nei territori più in quota. Una particolare nicchia è rappresentata dall’acquacoltura con l’ottenimento dell’IGP); la viticoltura (in espansione verso le zone collinari per effetto dei cambiamenti climatici); la frutticoltura, compreso il comparto dei piccoli frutti (in sostanziale tenuta in termini di superficie coltivata ma in aumento in termini di quantità prodotte e di fatturato e in previsione di futuro incremento).

Per quanto riguarda viticoltura e seminativi, il Censimento 2010 registra un aumento delle superfici vitate (+15%) da 9.000 a 10.400 ettari a discapito dei seminativi (per lo più patate e mais), mentre la frutticoltura ha sostanzialmente mantenuto la propria superficie con 22.700 ettari. Le superfici a prato e pascolo registrano un decremento del 7% circa passando da 120.000 a 111.000 ettari. Come evidenziato sopra a fronte di un incremento della professionalità e competitività delle aziende agricole, il numero delle aziende rispetto al precedente censimento ha registrato un decremento per tutti i comparti, con un -50% circa per la zootecnia e un -25% circa per la frutti-viticoltura.

Il settore zootecnico, a fronte della diminuzione del numero di aziende, si registra un leggero aumento del numero dei capi allevati (+1%). Anche in questo caso, la diretta conseguenza è l’aumento del numero medio di capi allevato per azienda (per i bovini passa da 26 a 32, per gli ovini da 55 a 106, per i suini da 16 a 47).

“Questi primi dati – ha commentato Mellarini – confermano la validità delle politiche attuate dal governo provinciale e ci dicono che gli investimenti condotti nelle ultime legislature hanno contribuito a rafforzare le aziende del comparto in termini di struttura produttiva e competitività sul mercato. Pur non evidenziato dal Censimento 2010 è bene sottolineare come la competitività del settore agricolo nella nostra provincia passa anche attraverso l’importante percorso di aggregazione dell’offerta condotto in generale attraverso il sistema cooperativo e in particolare per alcuni settori, vedi ad esempio le mele, attraverso lo strumento delle organizzazioni dei produttori e dei relativi programmi operativi”.

agricoltura trattore aratura campo 1All’interno delle produzioni vegetali un dato significativo che emerge dal Censimento 2010 è dato dall’aumento delle produzioni biologiche, che raddoppiano rispetto al 2000 in termini di numero di aziende (da 180 nel 2000 a 418 nel 2010) e triplicano in termini di superficie (da 520 ettari nel 2000 a 1.600 ettari nel 2010). Il Trentino è ai primi posti in Italia e in Europa per produzioni agricole condotte con il metodo della produzione integrata, parimenti e giustamente considerato dall’Europa come metodo di produzione eco-compatibile, attento all’ambiente ed alla salute dei consumatori.

L’incremento di competitività delle aziende agricole passa necessariamente anche attraverso una modifica degli aspetti occupazionali che il rapporto fra i due ultimi censimenti ben evidenzia e verso i quali però è opportuno focalizzare l’attenzione per approfondire la tematica rispetto a possibili future diverse evoluzioni. Il rapporto dei dati fra i due censimenti evidenzia un calo delle persone occupate prioritariamente nel settore agricolo con una diminuzione di circa il 15% tra 2000 e 2010, soprattutto in termini di manodopera familiare, mentre aumenta il grado di occupazione del conduttore che raggiunge mediamente le 124 giornate lavorate nell’annata agraria (considerato che oltre il 50% dei conduttori nella nostra provincia è part-time il dato è molto significativo). Questo dato trova giustificazione nel percorso d’incentivazione e sostegno verso la meccanizzazione delle operazioni colturali, che si sono potuti attuare, come già evidenziato, anche grazie all’incremento dimensionale delle aziende. In riferimento a ciò è utile anche ricordare la validità del percorso di “maschinenring” avviato in collaborazione con il gruppo dei Giovani Agricoltori di Coldiretti sull’esempio di quanto già si fa da anni in Alto Adige.

Un altro elemento di priorità che ha caratterizzato le politiche agricole (PSR e Legge 4/2003) è riferito alla formazione/crescita professionale degli addetti. I dati del censimento 2010 confermano i risultati e la validità di questa politica con un interessante incremento degli imprenditori agricoli in possesso di diploma di formazione superiore. Dal Censimento 2000 risulta che gli imprenditori agricoli con formazione di grado superiore rappresentavano solo il 18%; nel Censimento 2010 essi superano il 40% degli conduttori. Anche in questo caso il grande impegno a sostegno delle attività di formazione e assistenza tecnica in particolare condotte con la collaborazione della Fondazione Mach, assieme ai cospicui aiuti riservati ai giovani che si sono insediati in agricoltura (11.340.000 euro erogati dal 2008 al 2011 sulla misura 112 del PSR di cui hanno beneficiato 326 giovani) confermano al validità delle scelte programmatiche proposte ed attuate.

Il territorio trentino caratterizza la sua forza economica principalmente sui comparti turistico ed agricolo, due settori intrinsecamente legati che fanno del nostro territorio l’elemento caratterizzate e di forza. Le ultime due legislature hanno cercato di favorire e consolidare concretamente il legame tra i due comparti sviluppando azioni e strumenti di relazione attraverso attività di promozione, realizzazione di eventi e momenti di sinergia tra territorio, operatori e prodotti tipici. In particolare per quanto riguarda il settore agricolo sono inoltre state condotte specifiche attività di rilancio e ristrutturazione del settore agrituristico (agli inizi degli anni 2000 operavano in Trentino poco meno di 100 agriturismi, oggi se contano quasi 400 con strutture rinnovate e di elevata qualità dei servizi offerti), con la revisione della norma provinciale di riferimento nonché la recente unificazione delle strade del vino e dei sapori quali strumenti di conoscenza e promozione del sistema trentino, caratterizzato da produzioni di qualità, e correttamente rappresentato dal marchio territoriale “Qualità Trentino”.