Delegati di Confindustria Udine in assemblea straordinaria per modificare lo statuto

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confindustria udine foto delegati assemblea straordinaria 1Luci: “non dobbiamo avere paura di cambiare per rilanciare il ruolo dell’impresa”

In occasione dell’assemblea dei delegati di Confindustria Udine convocata a palazzo Torriani per apportare alcune modifiche allo statuto, il presidente Adriano Luci si è soffermato sul ruolo di Confindustria anche in risposta a chi la addita, per sminuirne il ruolo, come espressione di poteri forti ormai logorati e degli interessi declinanti (se non declinati) della grande industria: “Confindustria è invece espressione del capitalismo reale fatto di imprenditori e di imprenditrici che ogni giorno lottano sul mercato per continuare a portare avanti le loro aziende. Il fatto che Fiat sia fuori Confindustria ha un significato preciso di mutazione della sua fisionomia in cui le piccole e medie imprese contano costituendone l’espressione identitaria.

La scelta di introdurre nelle modifiche statutarie il delegato alla Piccola Industria, che porta al superamento del Comitato Piccola Industria, si inserisce in un processo di rinnovamento e di semplificazione che coinvolge Confindustria e di cui vogliamo essere parte attiva. La razionalizzazione interna è avviata, anche a livello regionale si sta finalmente lavorando in concreto sulle sinergie nel campo dell’energia e dell’internazionalizzazione. Non dobbiamo avere paura di cambiare”.

“Del resto – ha proseguito il numero uno degli industriali friulani – siamo alle prese con la recessione. Il nostro Paese, e la nostra regione non se ne può considerare fuori, sta scontando 20 anni di mancate decisioni e di riforme incompiute o mai fatte. Chi lavora in Italia si trova ad avere volumi in caduta e costi in crescita”. La situazione dei pagamenti resta poi pesante con ritardi della pubblica amministrazione non giustificabili. “La vicenda del decreto sui rimborsi – ha evidenziato Luci – dimostra ancora una volta il condizionamento negativo di una burocrazia chiusa in se stessa. Lo slittamento della sua approvazione, che infastidisce, non deve però preoccupare se consentirà di definire un provvedimento speditamente attuabile rispetto ad uno che non avrebbe consentito quegli interventi solleciti che sono indispensabili per ridare fiato all’economia”.

Luci ha poi rivolto uno sguardo al panorama politico: “un clima sconcertante che stiamo subendo, dove vi è chi resta in attesa di qualche presunto quanto inconfigurabile salvatore della patria. Più realisticamente occorre contare su tutti coloro che hanno a cuore le sorti del paese e delle sue imprese per far fronte ad una situazione che mai è stata così grave”.

A livello locale non è diverso. L’industria, nonostante la crisi, resta il fattore trainante mantenendosi ad una quota del 21% sul valore aggiunto totale. Ma ha perso 7 punti rispetto al picco del 2007 riportandosi ai livelli del 2005. L’export che aveva trainato il recupero dopo la caduta del 2009 si è arrestato. Tra il 2011 ed il 2012 il tasso di disoccupazione è salito a livello regionale dal 5,2% al 6,8%, a livello provinciale dal 4,3% al 7%.

confindustria udine Assemblea dei Delegati Adriano Luci 1“A fronte di questo quadro – evidenzia il presidente di Confindustria Udine – occorrono risposte determinate e rapide. Centrale risulta l’apporto degli strumenti finanziari a supporto della crescita strutturale delle imprese: dalla Friulia al Mediocredito al FRIE di cui occorre evitare la despecializzazione. E’ necessario lo sblocco delle misure previste dal fondo per lo sviluppo e la coesione (ex fas). La Regione è chiamata ad impegnarsi per favorire l’accesso al credito. Importante è il ruolo dei Confidi che vanno sostenuti con misure dirette al rafforzamento patrimoniale. Altrettanto rilevanti risultano per l’attrattività degli insediamenti le zone industriali che vanno sostenute con la costituzione di un fondo di rotazione ad hoc per gli investimenti. Non rinviabile è la revisione degli interventi per i distretti industriali condizionati dall’autoreferenzialità”.

Sulle procedure qualche risultato si è riusciti ad ottenere. Il sistema del “click day” previsto per la presentazione dei progetti di ricerca ed innovazione non ha funzionato negando l’accesso a molte imprese associate. “Alla fine le nostre insistenze hanno portato al cambiamento di impostazione. Il ‘click day’ viene eliminato sostituto dalla preselezione come precisa il nuovo regolamento”.

Altro tema centrale resta il lavoro indissolubilmente legato alle sorti dell’impresa. La criticità è indiscutibile. “Occorrono politiche conseguenti: sostegno ai contratti di solidarietà, azioni coordinate per la rioccupazione, stimolo a nuove intraprese basate sull’innovazione e sull’economia sostenibile” ha detto Luci sottolineando come “non si può negare che i ‘nostri’ temi trovino riscontro, pur nelle distinzioni, nei diversi programmi elettorali. L’impressione è però di un indistinto in cui tutto si intreccia senza poter individuare il percorso necessario per uscire dalla crisi e dalle emergenze che comporta. Occorrono risposte pratiche e prospettazione di soluzioni concrete, non bizantinismi; dobbiamo affrontare il futuro, non ingessarci sul presente e fermare lo sviluppo. Non ce lo possiamo più permettere”.

Un plauso pieno alla relazione è arrivato dal past president di Confindustria Udine, Giovanni Fantoni: “in Associazione piccoli, medi e grandi imprenditori sono tutti uguali, tutti sulla stessa barca. Alla pari di noi, anche il sistema del credito – ha avvertito Fantoni – si muove nelle stesse nostre difficoltà. Non facciamoci quindi illusioni sul prossimo futuro. Dal guado si esce tutti insieme, con scelte condivise che tengano conto pure delle difficoltà in cui versano i nostri interlocutori”.