Brahms, Vacchi e Rimskij-Korsakov per il decimo concerto della Stagione Sinfonica della Fondazione Arena di Verona

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Arena verona stagione sinfonica Boris Petrushansky 1Appuntamento al Teatro Filarmonico con il concerto diretto da Gudni Emilsson conduce Boris Petrushansky al pianoforte

Decimo appuntamento sinfonico al Teatro Filarmonico di Verona eccezionalmente per tre date: venerdì 5 aprile 2013 alle ore 21.00, sabato 6 aprile alle 20.00 e domenica 7 aprile alle 17.00. Il Maestro Gudni Emilsson conduce Boris Petrushansky al pianoforte per la prima volta insieme all’Orchestra areniana nel Concerto n. 2 in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 83 di Johannes Brahms. A seguire la composizione contemporanea Dai calanchi di Sabbiuno di Fabio Vacchi e la popolare suite sinfonica Shéhérazade, op. 35 di Nikolai Rimskij-Korsakov, ispirata ai racconti de Le Mille e una notte.

Apre il concerto il Concerto n. 2 in si bemolle maggiore per pianoforte e orchestra op. 83 di Brahms, la cui ultima esecuzione al Filarmonico risale al 1989. Dopo 24 anni viene riproposto da Fondazione Arena con la partecipazione dell’acclamato pianista russo Boris Petrushansky a cui è affidata l’esecuzione della parte solistica. L’idea della partitura risale al luglio 1881, periodo in cui Brahms scrive all’amico Herzogenberg di essere alle prese “con un piccolo concerto per pianoforte che ha un piccolo scherzo molto grazioso”, per essere completata poco dopo a Pressbaum, dove il compositore si è ritirato dopo un viaggio in Italia. La prima esecuzione del Concerto in si bemolle ha luogo a Budapest il 9 novembre 1881, con l’autore al pianoforte e la direzione di Alexander Erkel. Riscuote un successo calorosissimo confermato da una tournée che si protrae fino al febbraio del 1882 in Germania, Svizzera e Olanda. Sia per il vasto e coerente disegno sinfonico che per la difficoltà tecnica della parte pianistica il Concerto n. 2 diventa negli anni un caposaldo fra i concerti pianistici in repertorio ancora oggi.

Prosegue la partitura Dai calanchi di Sabbiuno di Fabio Vacchi, mai eseguita al Filarmonico. La composizione, scritta nel 1995 in una prima versione, vuole commemorare il triste episodio avvenuto sul Monte Sabbiuno tra il dicembre 1944 e gli inizi del ’45 in cui vennero uccisi per mano dei nazisti circa un centinaio fra partigiani e civili. Dalla prima versione cameristica, Vacchi ne ricava nel 1997 una seconda per orchestra sinfonica, poi un’ulteriore per orchestra da camera terminata l’11 gennaio 1998. Priva di qualsiasi enfasi retorica, la commemorazione degli eventi di Sabbiuno ricorda anche nell’ambientazione timbrica le atmosfere cupe e nebbiose dell’Appennino bolognese; l’andamento è grave, solenne; la scrittura orchestrale è minuziosa e raffinatissima, ma non si avverte ostentazione, anzi la tensione emotiva si mantiene alta fino alla fine, “come sempre quando il pensiero sa guidare la musica senza costringerla” osserva la musicologa Laura Och.

Conclude il concerto Shéhérazade, suite sinfonica op. 35 di Nikolai Rimskij-Korsakov, che mancava dal Filarmonico dal 2004. La partitura viene composta nel 1887 mentre il musicista sta completando l’opera dell’amico Borodin Il principe Igor, e viene ultimata nel 1888. La prima esecuzione ha luogo il 28 ottobre dello stesso anno a Pietroburgo sotto la direzione del compositore. Rimskij-Korsakov scrive una breve introduzione alla sua opera, inquadrandone subito il programma: “il Sultano Shāhrīyār, convinto che tutte le donne fossero false ed infedeli, giurò di mettere a morte tutte le sue mogli dopo la prima notte di nozze. Ma sua moglie Shahrazād si salvò intrattenendo il suo signore con dei racconti affascinanti, raccontati in serie, per mille e una notte. Il Sultano, roso dalla curiosità, procrastinava di giorno in giorno l’esecuzione della moglie, e finalmente ripudiò il suo voto sanguinario”. Il tema che lega i quattro movimenti, chiaramente ispirato alle fiabe de Le mille e una notte, e l’ambientazione orientaleggiante permettono al musicista di esprimere appieno il suo straordinario senso del colore orchestrale. Il primo movimento della suite presenta in apertura le figure contrastanti dei due protagonisti: cupa e crudele quella del sultano, contrapposta al carattere dolce e solare di Shéhérazade; prosegue quindi il primo racconto, la storia di Sinbad il marinaio. Il secondo movimento tratta delle avventure del principe Calender; il terzo di un giovane principe e di una giovane principessa, narrazione che viene bruscamente interrotta dall’intervento minaccioso del sultano che solo l’abile Shéhérazade riesce a placare. Nel quarto movimento Shéhérazade fa seguire alla descrizione di una festa popolare a Baghdad il racconto di un terribile naufragio, con il quale conquista finalmente i favori e l’amore del sultano.