Dato controverso: un piccolo rimbalzo dovuto al fatto che a marzo 2012 il dato era stato inficiato dallo sciopero delle bisarche e al blocco delle consegne. Allarme di Federauto e di Aci per la crisi strutturale del comparto
Ancora un calo a marzo per il mercato dell’auto, anche se meno pronunciato rispetto ai mesi precedenti, visto che il mercato ha chiuso “solo” con un -4,9%. “La crisi del mercato automobilistico è ormai strutturale: da una parte c’è un’offerta superlativa di prodotti, dall’altra una domanda latente e in mezzo non ci sono i soldi. Le famiglie hanno una grande voglia di cambiare l’auto, ma sono schiacciate dalla mancanza di denaro e dalla paura di ulteriori spese, alle quali vanno aggiunti gli imminenti esborsi per Imu, Tares, Irpef e aumento dell’Iva”: così il presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani, commentando i nuovi dati sull’andamento del mercato a marzo. Perfino l’usato accusa una battuta di arresto: i passaggi di proprietà segnano -4,6% per le auto e addirittura -22,8% per le moto rispetto allo stesso mese del 2012. Ogni 100 autovetture nuove ne sono state vendute 178 usate.
La Motorizzazione ha immatricolato – nel mese di marzo 2013 – 132.020 autovetture, con una variazione di -4,90% rispetto a marzo 2012, durante il quale ne furono immatricolate 138.816 (nel mese di febbraio 2013 sono state invece immatricolate 108.818 autovetture, con una variazione di -17,10% rispetto a febbraio 2012, durante il quale ne furono immatricolate 131.271). Nello stesso periodo di marzo 2013 sono stati registrati 374.783 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -4,36% rispetto a marzo 2012, durante il quale ne furono registrati 391.863 (nel mese di febbraio 2013 sono stati invece registrati 343.403 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +1,07 % rispetto a febbraio 2012, durante il quale ne furono registrati 339.756). Nel mese di marzo 2013 il volume globale delle vendite (506.803 autovetture) ha dunque interessato per il 26,05% auto nuove e per il 73,95% auto usate.
Nel periodo gennaio-marzo 2013 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 354.931 autovetture, con una variazione di -12,97% rispetto al periodo gennaio-marzo 2012, durante il quale ne furono immatricolate 407.832. Nello stesso periodo di gennaio-marzo 2013 sono stati registrati 1.088.327 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +0,69 rispetto a gennaio-marzo 2012, durante il quale ne furono registrati 1.080.841.
“Il confronto con marzo dello scorso anno sembrerebbe un buon risultato perché realizzato con un giorno lavorativo in meno, tuttavia non dovremmo dimenticare che ci confrontiamo con un difficilissimo marzo 2012, affossato da un lungo sciopero delle bisarche (appena 138.816 immatricolazioni e un calo superiore al 26%)” afferma Jacques Bousquet, presidente dell’Unrae, l’associazione delle Case automobilistiche estere, commentando i dati sulle immatricolazioni di marzo. Inoltre, secondo Bousquet “va considerato lo spostamento del mix canali di vendita verso il noleggio, cresciuto nel mese al 21,6% di quota di mercato (+10,6% in volume), sostenendo le vendite nel NordEst che, grazie alla più favorevole Ipt nelle province a statuto speciale, risulta essere l’unica area del Paese a registrare una variazione positiva (+2,4% verso marzo 2012). Il comparto dell’auto resta, infatti, nell’affannata attesa che la crisi di Governo trovi una soluzione che sia capace di interventi incisivi per il rilancio dell’economia e dei consumi, che riduca la pressione fiscale su famiglie e imprese, e dia finalmente attenzione ad un settore trainante per l’economia italiana”.
Secondo Federauto (l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus) “il dato grezzo trae in inganno perché sembra quasi che si sia attenuata la caduta della domanda, senza però tenere conto che marzo 2012 aveva perso il -26,72% rispetto allo stesso mese del 2011.
In realtà il -4,9% di marzo, se confermato come trend nei prossimi mesi, vedrebbe realizzarsi un mercato attorno a 1.300.000 vetture immatricolate, ovvero il 35% in meno dei 2 milioni di pezzi considerati come il livello minimo per la sopravvivenza della filiera automotive italiana che fattura l’11,4% del Pil, versa nelle casse dello Stato il 16,6% delle entrate fiscali nazionali e occupa, con l’indotto allargato, 1.200.000 persone” commenta il presidente Filippo Pavan Bernacchi, che aggiunge come “il primo danneggiato da questo tracollo dei volumi è proprio lo Stato che oltre a perdere circa 3 miliardi tra Iva e tasse varie deve anche sborsare milioni di euro per sostenere centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Con una perdita sociale enorme, senza contare il riflesso negativo sui consumi interni che produce una spirale senza fine: buste paga più leggere e incertezza sul futuro portano a minori consumi e quindi a minori posti di lavoro. Una catena da spezzare quanto prima”.
Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault, denuncia il rincaro degli emolumenti per le immatricolazioni: “mentre case automobilistiche e concessionari di tutte le marche offrono prodotti a prezzi mai così competitivi, accompagnati da pacchetti finanziari, assicurativi e di servizio di valore, desta sconcerto l’improvvisa notizia dell’aumento del 30% degli emolumenti per le pratiche e le certificazioni PRA”, cui dà manforte Pavan Bernacchi: “ancora tasse sugli autoveicoli, provvedimenti autolesionistici che produrranno minori consumi. Ma quando finirà questo attacco senza quartiere al nostro settore? Purtroppo è l’ultima manifestazione di una politica che ha varato manovre assurde a carico dell’auto e che rende urgente la presenza di un Governo con nuove idee per disegnare un nuovo futuro per gli autoveicoli e per il Paese. Al prossimo Governo, quando e se si insedierà, presenteremo nuove proposte perché noi dalla crisi vogliamo uscire e lottiamo ogni giorno per traguardare questo obiettivo, per mantenere aperte le nostre aziende e dare lavoro ai nostri dipendenti che, spesso, per noi sono come familiari”.