Tondo: “sei milioni di euro per migliorare le potenzialità di ricerca dell’istituto”. Pronto entro i prossimi 20 mesi
Sostanziale condivisione delle scelte fatte nel Friuli Venezia Giulia sulla sanità, che hanno consentito già da tempo una riforma del settore per garantire quantità e qualità dei servizi ai cittadini; investimenti nella sanità che non possono essere perduti a causa di indecisioni e che non possono essere ritardati da procedure lunghe e defatiganti; necessità di sinergie tra tutti i settori della società per realizzare quelle strutture che da un lato servono a rispondere alle esigenze dei cittadini e dall’altro possono contribuire a far riprendere la via dello sviluppo al Friuli Venezia Giulia e al Paese tutto in un momento in cui il lavoro, anzi la mancanza di lavoro, costituisce una vera e propria emergenza.
Sono un po’ questi i concetti di fondo intorno a cui è ruotata la cerimonia di posa (ideale, causa maltempo) della prima pietra del nuovo Campus del Centro di Riferimento oncologico (CRO) di Aviano, alla quale sono intervenuti oggi il presidente della Regione, Renzo Tondo, e il vicepresidente e assessore regionale alla Salute, Luca Ciriani, assieme a numerosi rappresentanti delle istituzioni civili, militari e religiose, della sanità, del mondo dell’economia e dell’imprenditoria.
Il presidente del Comitato di indirizzo e valutazione del CRO, Michelangelo Agrusti, il direttore generale, Piero Cappelletti, il direttore scientifico, Paolo De Paoli, hanno illustrato il progetto del Campus – una struttura ideata molti anni fa, finanziata dalla precedente Amministrazione regionale, condivisa dall’attuale e che solo oggi vede iniziare i lavori dopo anni impegnati negli iter procedurali – che dovrà essere pronto entro 20 mesi. Con il Campus – è stato rilevato anche dai vertici della Regione – si aumenta l’eccellenza del CRO, un istituto che non interessa solo il Friuli Venezia Giulia ma tutto il Paese e che ha importanti rapporti internazionali e che ogni giorno deve rapportarsi e rispondere alla sofferenza dei pazienti e dei loro familiari. Per mantenere quest’eccellenza servono investimenti, che poi però devono essere utilizzati rapidamente: per questo serve capacità di decisione e di condivisione. Ad esempio, la scelta del nuovo ospedale di Pordenone deve essere difesa perché si tratterà di una struttura non di livello provinciale ma regionale.
Il nuovo Campus che verrà realizzato al CRO (finanziato con la legge regionale finanziaria del 2007) avrà un costo di oltre 6 milioni di euro con la finalità di sviluppare le potenzialità e il ruolo del CRO stesso all’interno della rete degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico con programmi di formazione in sede di ricercatori biomedici in ambito oncologico e con scambi scientifici con ricercatori di altri enti nazionali e internazionali. Il Campus avrà 31 unità abitative per 57 posti letto ed un ampio spazio al pianoterra dedicato alle attività formative, ai centri di “simulazione”, alle relazioni con il mondo imprenditoriale e alle attività ricreative, oltre ai servizi per gli ospiti. Non una torre d’avorio o un centro chiuso in se stesso – è stato sottolineato – ma aperto alla società e alla collaborazione e allo scambio con altri centri di ricerca, Università, imprese.