Indagine sui fondi riservati di Durnwalder, Schuelmers ricorre alla Consulta per conflitto d’interesse con il Quirinale

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procura corte conti bolzano Robert Schuelmers 2 1Secondo il procuratore della Corte dei Conti di Bolzano il Capo dello Stato avrebbe invaso le competenze della magistratura contabile

Nuovo capito dell’inchiesta che vede coinvolto il presidente della Giunta provinciale di Bolzano, Luis Durnwalder, circa la gestione del cosiddetto “fondo riservato” aperta dalla Corte dei Conti di Bolzano che ha visto fioccare numerose polemiche politiche, tra cui anche l’intervento da parte del Capo dello Stato. Il Procuratore della Corte dei conti di Bolzano, Robert Schuelmers, indagato dalla Procura di Roma per offese al Capo dello Stato, ha sollevato davanti alla Consulta un conflitto di attribuzione nei confronti del Presidente della Repubblica. “Il Capo dello Stato – afferma il magistrato – non può interferire nell’esercizio del potere giudiziario né accettare richieste di interventi impropri da parte di qualsivoglia forza politica”.

Schuelmers, ricorrendo alla Corte costituzionale, accusa il Quirinale di essere intervenuto in un’inchiesta da lui condotta a carico del governatore altoatesino Luis Durnwalder sull’uso del suo fondo riservato. Per questa vicenda il magistrato è indagato dalla Procura di Roma con l’ipotesi di offese al Capo dello Stato. Secondo Schuelmers, l’intervento del Colle si sarebbe verificato “in via ufficiosa e riservata”, pochi giorni dopo un incontro, avvenuto il 5 giugno dell’anno scorso, tra Durnwalder e il presidente Napolitano. “Tanto è vero – afferma Schuelmers – che il Procuratore regionale di Bolzano già in data 8 giugno 2012 era stato messo al corrente da parte del proprio vertice istituzionale che Durnwalder aveva presentato una sorta di dossier al Quirinale, con il quale si era cercato di delegittimare l’operato della Procura regionale di Bolzano”.

“La scelta di ricorrere alla Corte costituzionale – afferma Schuelmers – costituisce per la Procura contabile di Bolzano, in qualità di Autorità giudiziaria aliena da valutazioni e speculazioni di carattere politico, un atto dovuto in ossequio ai principi dello Stato di diritto e della pari dignità degli organi costituzionali”. Il magistrato cita Angelo Carboni, “padre costituente, secondo cui ‘le solenni proclamazioni di principio, come quella che i magistrati dipendono soltanto dalla legge, saranno manifestazioni teoriche, platoniche, se ad esse non corrisponderà, dal lato dei magistrati, la coscienza che la propria indipendenza è un dovere prima che un diritto, e, dal lato dei cittadini, il senso del rispetto rigorosamente dovuto a quella indipendenza in qualunque occasione’”.