Trento, nonostante le polemiche per la tariffa puntuale, la raccolta differenziata cresce fino al 73,8%

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Ora si studiano miglioramenti a quelle fasce sociali produttrici incolpevoli di rifiuti, come famiglie con bambini piccoli o anziani incontinenti

Continua a crescere la raccolta differenziata a Trento. A febbraio la percentuale di rifiuti non avviati in discarica ha raggiunto quota 73,8% per un totale di 1.004,5 tonnellate. La media annua si attesta sopra il 70% ed esattamente a 71,8%.

Se tra i rifiuti indifferenziati si considera anche il contributo dello spazzamento stradale, allora la percentuale di raccolta differenziata sale in febbraio a 75,7%, mentre la media annua, cioè gennaio e febbraio insieme, si attesta a 73,5%.

Le cifre segnalano un buon incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: a febbraio 2012, infatti, la raccolta differenziata era stata pari a 67,5% senza considerare lo spazzamento.

Questo andamento è anche il risultato del nuovo sistema di gestione del residuo, anche se deve essere ancora affinato.

Nei primi due mesi del 2013 è anche diminuita la produzione totale di rifiuti da 9.141,54 tonnellate a 8.564,27 tonnellate con un calo del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il residuo si è ridotto del 18,5%, passando da 2.964,88 tonnellate a 2,415,44 tonnellate. Il passaggio del pagamento della tariffa rifiuti sulla base del numero di sacchi conferiti ha “stimolato” la popolazione a ridurre il rifiuto indifferenziato e a spingere il più possibile il riciclaggio, anche se si deve ancora valutare l’effettiva qualità della raccolta differenziata: l’elevato costo singolo dei sacchi (2,87 euro) da 30 litri che si riempiono con estrema facilità potrebbe avere indotto molti a buttare nella plastica anche materiali non idonei. Parallelamente, cresce la protesta delle famiglie che hanno bambini in età da pannolino o anziani incontinenti, realtà dove per lo smaltimento di pannolini e pannoloni i costi crescono a dismisura, penalizzando soggetti spesso a basso reddito. L’ipotesi in esame è quella di legare la vendita di pannolini e pannoloni ad una dotazione aggiuntiva gratuita di sacchi. Ma ad essere insoddisfatte sono anche le donne in età fertile, costrette a smaltire gli assorbenti igienici, che chiedono anche loro attenzione da parte degli amministratori pubblici. Intanto, sono sempre più le associazioni che spingono verso pannolini e assorbenti lavabili per limitare i costi d’acquisto e di smaltimento.