“Un fatto epocale, nuovo e complesso da gestire, figlio in gran parte di uno Stato rapinatore”
L’ennesimo suicidio di un imprenditore di Schio che si è tolto la vita dà il via ad un’amara riflessione che sa tanto di sfogo impotente da parte del presidente di una regione, quella del Veneto, con una delle più alte concentrazioni d’imprenditorialità del Paese e d’Europa.
Per Luca Zaia questo “è ormai un bollettino di guerra. Questo dei suicidi degli imprenditori è soprattutto, per noi del Veneto, un fatto epocale, nuovo e complesso da gestire. Questo è il sintomo delle profonde e insormontabili difficoltà in cui si dibatte un intero territorio. Cifre che assumono proporzioni drammatiche proprio perché il territorio stesso è disseminato di imprese. Oltre 600.000 partite Iva che – continua Zaia – non vivono di assistenzialismo e chiedono soltanto di poter lavorare bene e tanto, che si ritrovano di fronte a una pressione fiscale che sfiora il 70% e le mette definitivamente fuori mercato, che vivono nell’incubo di ritrovarsi nel capannone qualcuno che non esce se non ha comunque elevato un verbale, a una burocrazia che riempie di inutili passaggi ogni pulsione alla crescita, a enti locali messi nelle condizioni di letterale impotenza”.
Non solo: “vale la pena ricordare – continua il presidente – quel che ripeto fino allo sfinimento. A fronte di 18 miliardi di imposte qui in Veneto non torna un euro sotto forma di assistenza, servizi e sostegno alle imprese. Qui in Veneto si applicano meccanismi virtuosi di finanza pubblica che se estesi a tutto il territorio nazionale porterebbero a un risparmio di spesa di complessivi 28 miliardi: basterebbe trattenerne un ventesimo per ridare un minimo di slancio alla nostra economia e alle nostre produzioni. Invece nulla, continuiamo a regalare le nostre imposte a chi le spreca. Uno Stato che si comporta così è uno Stato rapinatore”, afferma Zaia, che ribadisce come “è scomparso quello che per tutto gli imprenditori era il socio occulto – il credito – che li accompagnava e li assisteva nei momenti di svolta, difficoltà, riconversione. Quel socio non c’è più e i devastanti effetti sono sotto gli occhi di tutti. A questo si aggiunga, infine, che il patto di stabilità e le politiche centraliste stanno letteralmente uccidendo gli enti locali e la loro capacità di sostegno economico e assistenziale: non mi stanco di ricordare che il Veneto ha un miliardi 300 milioni bloccati in Tesoreria e che per questa ragione paga i fornitori ben oltre i 250 giorni (anche se va detto con chiarezza che il problema dei pagamenti non riguarda soltanto gli enti locali ma anche un diffuso malcostume fra gli stessi imprenditori), la spesa per investimenti della Regione è ferma”.
Che fare per il Futuro? Per Zaia “di fronte al fallimento delle politiche centraliste e del dirigismo burocratico occorre riprendere le parole d’ordine di una completa gestione delle nostre risorse e dei nostri tributi, per garantire a un sistema economico fra i più sviluppati e virtuosi del mondo la gestione in piena autonomia del frutto del proprio duro e quotidiano lavoro. Al di là degli schieramenti, questa è l’unica strada percorribile per garantire risposte vere e rapide e non soltanto vuote parole di circostanza. Alle famiglie di tutti gli imprenditori, così colpite nei loro affetti, il senso del mio più vivo cordoglio ma non della mia rassegnazione”.