Dopo oltre due anni dall’emanazione, nei 27 paesi della Comunità è vietata la raccolta, il trasporto, la vendita e l’acquisto di materiale legnoso effettuate in contrasto con le normative nazionali e comunitarie
Una data da cerchiare sul calendario per tutti gli operatori del legno: 3 marzo 2013 è giorno in cui in 27 Paesi europei, Italia compresa, entrerà in vigore il regolamento UE n. 995 del 20 ottobre 2010, meglio noto come “Due Diligence” (“giusta diligenza”). La normativa – finalizzata a contrastare il “legno illegale”, ovvero la raccolta, il trasporto, l’acquisto e la vendita di materiale legnoso effettuate nel mancato rispetto delle leggi nazionali e internazionali in materia – andrà ad incidere sull’attività di numerose aziende del comparto prevedendo una serie di obblighi per chi commercializza e distribuisce legno e prodotti da esso derivati.
Con l’avvicinarsi della scadenza cresce anche l’interesse delle aziende ad avere chiarimenti interpretativi sulla nuova disciplina. Da qui la folta partecipazione registrata, a palazzo Torriani, all’incontro-conferenza sulla “Due-Diligence” promosso da GreenDistrict e organizzato da Confindustria Udine e Asdi Sedia Italian Chair District.
Per il direttore di Confindustria Udine, Ezio Lugnani, “le imprese friulane del legno hanno sempre avuto un occhio di riguardo alla provenienza ‘legale’ del legname nel rispetto della esigenza di assicurare piena tracciabilità del prodotto; una scelta di responsabilità – viste le conseguenze negative che l’utilizzo del legno illegale genera sull’economia, l’ambiente e la società – avvalorata anche dalla diffusione delle certificazione FSC e PEFC tra le aziende del FVG”.
Per Giusto Maurig, presidente Asdi Sedia Italian Chair District, la collaborazione instaurata tra Asdi e Confindustria Udine relativamente al progetto Green District “rappresenta un importante passo verso la sensibilizzazione del comparto legno arredo sul mondo della Green Economy. L’Asdi in questi anni ha realizzato numerose iniziative in tal senso come le certificazioni FSC, PEFC e i progetti di ricerca sulle vernici e su sistemi di biofiltrazione. E’ importante continuare in questa direzione coinvolgendo sempre più imprese del nostro comparto”.
Maria Cristina D’Orlando, del Servizio gestione forestale e produzione legnosa regione Friuli Venezia Giulia, ha ricordato come “questo incontro di Confindustria Udine e Asdi sia in linea con le politiche regionali di valorizzazione delle foreste e del legno locale. Il Friuli Venezia Giulia, fin dal 2000, ha aderito al sistema di certificazione PEFC. Attualmente, attraverso l’AR PEFC FVG ben 81.000 ettari di foreste sono certificati. Del resto certificarsi non è un appesantimento burocratico, ma un’occasione e un’opportunità di miglioramento delle procedure e dell’efficacia aziendale. Chi si è certificato si trova in posizione di vantaggio dal momento che sta già adempiendo ai requisiti della ‘Due Diligence’ rispettando i criteri di tracciabilità e di garanzia della legalità”.
L’incontro, moderato dal direttore di Asdi Sedia, Carlo Piemonte, è poi proseguito con le relazioni tecniche curate da Marco Righini, responsabile settore ambiente CATAS, che ha illustrato nel dettaglio i contenuti del Regolamento Legno 995/2010, Diego Florian, segretario generale FSC Italia, che ha puntato l’attenzione sulla certificazione FSC come strumento di responsabilità socio-ambientale e supporto alla Due Diligence per la legalità del legno; Antonio Brunori, segretario generale PEFC Italia, che invece si è soffermato sulla certificazione forestale PEFC come strumento di garanzia per la sostenibilità e la legalità dell’origine del legname; Domenico Corradetti, responsabile Federcomlegno, che ha fornito informazioni pratiche per le aziende nel percorso di adeguamento al Regolamento 995/2010.
Da evidenziare che Federlegno Arredo sta diffondendo informazioni sul tema della “Due Diligence” già da tre anni ed ha sviluppato un proprio know-how specifico su questa procedura. In quest’ottica ha deciso di sviluppare una task force operativa di esperti per fornire a tutte le imprese associate, fin da subito, un servizio di approfondimento e di supporto, che permetterà loro di rispondere ai requisiti del regolamento europeo.