Widmann: “confermata l’impostazione verso un centralismo che penalizza la nostra autonomia”
Nuovi fuochi d’artificio tra il Governo Monti e l’autonomia speciale dell’Alto Adige: la giunta provinciale ha deciso di ricorrere nuovamente alla Corte Costituzionale contro la bocciatura da parte dell’esecutivo della nuova normativa in materia di commercio approvata dalla Provincia. Drastico l’assessore competente, Thomas Widmann: “resto convinto che sarebbe stato possibile individuare una soluzione di compromesso sul piano tecnico e politico, per questo l’apertura del procedimento davanti alla Consulta è un brusco passo indietro”, esprimendo la sua delusione sulle valutazioni del Governo, che a suo tempo aveva impugnato il nuovo ordinamento del commercio approvato dalla Giunta provinciale per contenere gli effetti delle liberalizzazioni decise a Roma.
Materie del contendere sono due aspetti della normativa provinciale: quello che vieta il commercio al dettaglio nelle zone produttive (ad eccezione di cinque categorie ben definite) e quello sull’orario di apertura degli esercizi demandato ai Comuni. Nelle scorse settimane Widmann aveva approfondito con il Ministero dell’economia la possibilità di rinviare la trattazione alla Consulta per cercare una soluzione concordata. “A livello tecnico i segnali per un compromesso con il Ministero non erano negativi, ma la Presidenza del Consiglio dei ministri ha deciso altrimenti e quindi la trattativa si è arenata. Ora deciderà la Corte costituzionale, con il rischio che la nostra legge venga bocciata”, spiega amareggiato Widmann.
Specie sul commercio al dettaglio nelle aree produttive l’assessore intende difendere il regolamento provinciale con tutti i mezzi, “perché l’urbanistica è competenza della Provincia. Alle regole nel commercio sono collegati anche altri settori, il nuovo ordinamento contribuisce quindi a risolvere tra l’altro anche problemi di traffico e mobilità e a gestire i centri storici secondo le necessità degli abitanti”, aggiunge Widmann, ricordando come il nuovo ordinamento provinciale “è stato elaborato nel rispetto delle normative europee, a maggior ragione non possiamo accettare questo modo di procedere del Governo che così conferma un’impostazione neocentralista che penalizza la nostra autonomia”.