Le categorie dell’autotrasporto di Friuli Venezia Giulia e Veneto criticano compattamente il provvedimento che danneggia il settore e l’economia
Il divieto di circolazione al trasporto pesante (quello oltre le 7 tonnellate) dalle ore 22 di domenica 10 febbraio fino al termine delle precipitazioni nevose richiesto dal Ministero dell’Interno alle Prefetture di undici regioni, tra cui il Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, non trova assolutamente concordi gli autotrasportatori facenti capo a Confindustria Udine, Confindustria Veneto e Confartigianato veneto che contestano la circolare ministeriale sia nella tempistica che nel merito.
“La notizia dell’imposizione del fermo – denuncia Enrico Rosina, capogruppo Trasporti e Logistica di Confindustria Udine – è stata diffusa dall’ANSA alle ore 20 di domenica sera. Con un preavviso simile è praticamente impossibile riuscire a fermare i nostri camion. Non è soltanto una questione di tempistica, ma anche di programmazione nei confronti della nostra attività e della nostra committenza”. Rosina entra anche nel merito della circolare ministeriale: “la neve – spiega – era annunciata da diversi giorni e la sua caduta non può essere considerata un evento imprevisto né imprevedibile. Va tenuto presente che noi autotrasportatori siamo pronti ad affrontare l’emergenza neve: i nostri camion sono attrezzati e il nostro personale è formato e preparato di fronte a simile evenienza. Di conseguenza, mi chiedo perché ricorrere a questo stop dei tir che blocca pure l’economia quando invece basterebbe limitarsi a mettere in sicurezza con i mezzi spargisale il manto stradale”.
Da registrare che, relativamente al blocco dei Tir, la voce degli autotrasportatori friulani non è isolata nel denunciare l’inopportunità del divieto. In particolare Roberto Contessi, presidente dei Costruttori Edili friulani dell’ANCE, segnala di aver ricevuto diverse telefonate di protesta da parte di aziende associate, impossibilitate a lavorare per il fermo imposto ai loro camion. “E’ una decisione assolutamente non giustificata – sottolinea Contessi – che va a incidere pesantemente sulla nostra attività d’impresa. Il danno economico che stiamo subendo è di tutta evidenza”.
Contrariati anche gli autotrasportatori veneti. Per Flavio Pachera, presidente della sezione trasporti di Confindustria Veneto, il divieto del traffico per i mezzi pesanti per l’allerta neve “é una scelta affrettata e poco ponderata, ci doveva essere più equilibrio e un maggiore preavviso. Ci è giunta invece comunicazione quando la pianificazione dei servizi era già avvenuta e le associazioni di categoria non sono state coinvolte, contravvenendo così al Protocollo operativo per la regolamentazione della circolazione dei veicoli pesanti in autostrada in presenza di neve, che prevede invece la collaborazione tra associazioni di categoria del mondo dell’autotrasporto, la Protezione civile, la società autostrade e le forze dell’ordine per la gestione delle emergenze”.
Per Pachera “questo blocco è ancora più assurdo dato che in alcune regioni non sta nevicando, e che tutti i mezzi sono dotati di pneumatici da neve e catene a bordo. Andavano previste delle deroghe, in un momento già così difficile non andava creato un così grave danno a moltissime aziende che si vedranno costrette a far ricadere i costi sui committenti. Andranno persi centinaia di migliaia di euro in un solo giorno, oltre che un danno a tutta l’economia reale, penso soprattutto ai danni di chi trasporta animali vivi o merci deperibili”.
Anche Maria Teresa Faresin, presidente di Confartigianato trasporti del Veneto contesta l’emanazione del divieto senza adeguato preavviso: “l’avviso arrivato solo all’ultimo minuto, con il risultato che centinaia di colleghi sono bloccati per strada dalle 22 di ieri sera sino a revoca. Bloccati senza preavviso e senza potersi organizzare con i committenti e quindi con il rischio di perdere un sacco di soldi”.
“Le previsioni meteo indicavano da giorni l’arrivo di questa ondata di maltempo – denuncia Faresin – possibile che solo a poche ore dall’arrivo della perturbazione si sia compresa la gravità della situazione e la necessità di inviare alle prefetture le ordinanze di divieto? Questo è un esempio di superficialità e disorganizzazione inammissibile, destinato a causare nuovi pesantissimi danni al mondo dell’autotrasporto che già è sul l’orlo del collasso”.
Più che a bloccare l’economia, il Viminale avrebbe dovuto mettere sotto pressione l’organizzazione che cura la viabilità su strade statali e autostrade, prevedendo l’attivazione delle idonee pratiche (tra cui la salatura) volte a prevenire l’attecchimento delle neve sul manto stradale, cosa che nel recente passato è accaduto più volte. Specie nelle autostrade non è possibile pagare pedaggi sempre più cari a fronte di servizi sempre più scarsi, specie da parte di concessionarie private molto più attente ai loro bilanci che alla qualità dei servizi resi all’utenza. Per non dire dei danni economici e anche d’immagine che provvedimenti come questi finiscono con il produrre su un settore già in pesante crisi. Insomma, il governo e lo stesso Monti (evidentemente troppo impegnato in una difficile campagna elettorale dall’esito molto incerto) potevano agire meglio, molto meglio.