Trentingrana il 2012 si chiude bene in linea con l’anno scorso

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TrentingranaGrattuggiatoFrescoConfezione
TrentingranaGrattuggiatoFrescoConfezioneDopo il picco del 2011, la produzione si è assestata su un buon livello di retribuzione del latte conferito: 65/66 cent al litro. Buone le prospettive per il 2013

Il Trentingrana costituisce una nicchia nella nicchia dei formaggi a pasta dura italiani composta da circa 120.000 forme: una bazzecola rispetto ai milioni di forme del Consorzio Grana Padano (cui il Trentingrana fa riferimento per questioni geografiche) e del Parmigiano Reggiano (rispettivamente 4,5 e 3,3 milioni di forme). Nonostante i piccoli numeri derivanti dalla trasformazione di una produzione sempre minore di latte proveniente dagli allevamenti di montagna, il Trentingrana è un prodotto bandiera, che basa i suoi indubbi successi commerciali sulla qualità e salubrità del prodotto (è stato tra i primi ad abbracciare la filosofia del basso impatto ambientale con la completa tracciabilità della filiera).

A 2012 concluso, i vertici del gruppo Formaggi Trentini iniziano a fare un primo bilancio dell’annata agraria. Secondo Gabriele Webber, direttore commerciale del Consorzio e responsabile dell’area Trentingrana, “il 2012 si è concluso bene, consolidando i risultati ottenuti nel 2011 pur senza raggiungerne i picchi. Per il 2012 contiamo di dare una buona remunerazione ai soci conferenti, attorno ai 65/66 centesimi di euro al litro di latte.

Trentingrana Magazzino 1Siamo ancora lontani dai massimi storici del 1995/1996 quando il liquidato a litro di latte conferito raggiunse i 95/96 centesimi di euro, ma i livelli sono decisamente interessanti”. Anche il mercato ha reagito bene, assorbendo tutta la produzione commercializzata dal Consorzio: “delle circa 120.000 forme di Trentingrana prodotte complessivamente, ne abbiamo distribuite 92.424, mentre le altre sono state commercializzate direttamente dai caseifici associati. All’interno di questi numeri – elenca Webber – sono ricomprese tutte le tipologie commerciali (dalla forma intera da taglio al prodotto già porzionato e al grattugiato) e ben il 79% del totale è venduto a forma, mentre il rimanente 30% è lavorato con confezionamento curato direttamente dal nostro stabilimento”. Se il 2012 è andato discretamente bene, per il 2013 s’intravvede qualche problema: “inutile nascondersi le difficoltà contingenti della società, con la crisi economica che colpisce anche il settore alimentare, Trentingrana compreso – sottolinea Webber – che si difende meglio di altri prodotti grazie alla sua certificazione Dop. Inutile nascondersi che in momenti di crisi i consumatori vanno alla ricerca di alternative ai prodotti di riferimento e sul mercato le offerte, anche nazionali, non mancano”.

Nonostante le difficoltà, il mercato segnala di apprezzare i prodotti a valore aggiunto: “quella del servizio è la nuova frontiera su cui dobbiamo investire – dice Webber – e l’introduzione della confezione ad apertura facilitata del 2012 ci ha spinto a lanciare nelle prossime settimane la nuova confezione con la ‘zip’, mentre a breve vogliamo dare alla ristorazione professionale la nuova confezione da 1 kg del Trentingrana grattugiato, con l’obiettivo di diventare rapidamente un punto di riferimento nel comparto”.

FieraCasolara2003StandFormaggiTN2 1Quanto ai canali di vendita, la quasi totalità della produzione del grana trentino viene assorbito dal mercato nazionale: “già il 25% della produzione è venduta nella regione Trentino Alto Adige, cui s’aggiunge il 68% circa che viene venduto a livello nazionale, in particolare in Veneto, Lombardia e Toscana, con presenze minori in altre regioni. Quello che rimane, oggi va all’estero, in particolare sui mercati europei, Russia e Oriente. Entro i prossimi 2/3 anni – dice Webber – vorremmo crescere all’estero, raddoppiando l’export. Quanto ai canali distributivi, la parte maggiore è veicolata attraverso la grande distribuzione organizzata, che ha dimostrato di saper valorizzare anche la produzione alimentare più qualificata come quella Dop”.

Oltre al Trentingrana, il gruppo Formaggi Trentini si occupa della commercializzazione di altre 7 eccellenze tradizionali a pasta molla o semidura, come il Puzzone di Moena, il Casolet della Val di Sole, il Vezzena di Lavarone o la Tosela del Primiero. Un settore curato da Fabio Malfer che opera a stretto contatto con Webber che dà soddisfazione ai produttori: “nel 2012 questa produzione tipica di altissima qualità ha fatto registrare una crescita del 5% sul 2011 che va ad assommarsi al già lusinghiero +7% dell’annata 2011/2010, con un fatturato a livello di gruppo che s’attesta a 8,636 milioni di euro, cui va aggiunto il ricavato dalla vendita diretta da parte dei singoli caseifici. Si tratta di una produzione tipica, altamente identitaria – ricorda Webber – ancorata al territorio che si fa conoscere ed apprezzare grazie al turismo e al successivo acquisto nelle località di residenza. Sono formaggi che affidano al territorio quasi tutto il loro fatturato (oltre il 65%)”.

Oltre al Trentingrana e formaggi tipici, il gruppo aggiunge anche la produzione di burro: 15.000 quintali di ottimo prodotto che contribuisce al conto economico complessivo per circa 6 milioni di euro.