Autonomie speciali, per Bersani sono da ridimensionare a favore delle regioni ordinarie

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Luca Zaia
Luca ZaiaZaia: “ridurre il numero delle regioni dando loro responsabilità e competenze esclusive”. Divina: “Bersani vuole depotenziare le autonomie? E chi lo dice a Panizza?”

Le autonomie speciali sono sempre al centro dell’attenzione di chi le vede come un privilegio sorpassato ed inutile, foriero solo di tensioni con le realtà ordinarie, nonostante che queste, salvo solo un paio d’esempi negativi (Sicilia e Sardegna) abbiano sempre dato prova di buon governo e di efficienza nell’utilizzo del denaro pubblico. Nel suo tour elettorale per il Veneto, il candidato premier del centro sinistra, Pierluigi Bersani, in un comizio al Palageox di Venezia, richiesto dai giornalisti sulla querelle relativa alle azioni di dumping nei confronti del Veneto svolte dalle regioni speciali Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, ha dichiarato testualmente che “il problema è serio. Sono però convinto che sia giunto il tempo di ridiscutere certi privilegi e riequilibrare la bilancia: si deve aprire un confronto vero tra le regioni e stabilire fin dove quelle speciali possono rinunciare e fin dove quelle ordinarie possono arrivare, grazie a nuove forme di autonomia. Un confronto che deve essere guidato dal nuovo governo”.

Per il governatore del Veneto Luca Zaia le dichiarazioni del leader del Pd Bersani sul federalismo ed autonomismo, “sono concetti che già in tanti hanno espresso. Non ultimo, l’ultimo Governo Berlusconi, con Tremonti che, chiedendo il taglio della solidarietà alle Regioni a statuto speciale, ha tolto loro molti più soldi che alle altre regioni orinarie”. Zaia ha colto l’occasione per ricordare che, a suo giudizio, “le Regioni sono troppe: per riorganizzare il Paese, vanno ridotte e vanno date loro competenze esclusive non concorrenti e autonomia impositiva”. Poi è tornato sul tema del federalismo a geometria variabile: “le sfide che io, da governatore del Veneto, devo affrontare, sono diverse, ad esempio, dal mio collega del Lazio, che non deve confrontarsi con la Carinzia o con altre regioni oltreconfine. Ecco perché affermo che devo poter organizzare risposte con mezzi diversi da quelli dei colleghi, così come loro devono avere strumenti più adeguati alle loro necessità. Guardiamo i fatti e basta: se non si capisce che questo Paese ha bisogno di un federalismo a geometria variabile, lo si porterà al fallimento”.

LNT Sergio DivinaSulle dichiarazioni di Bersani in Veneto interviene anche il senatore trentino Sergio Divina: “le parole di Bersani dovrebbero aprire gli occhi agli elettori trentini”. Per il parlamentare trentino della Lega Nord, detto in altri termini, “se Bersani col centrosinistra conquisterà il potere, grazie ai voti dati al Patt e al suo candidato Panizza, per l’autonomia del Trentino si prepara un futuro assai gramo. Franco Panizza è conscio che l’autonomia trentina rischia di farsi ‘sbranare’ dal candidato premier del centrosinistra Bersani se questo conquista la maggioranza a Roma? E agli elettori del Patt: l’elezione al Senato di Panizza vale il rischio di depotenziare la specialità e l’autonomia del Trentino?”. Personalmente, ribadisce Divina “penso che tanti autonomisti di provata fede non lo auspichino, ritenendo che non valga la pena contrabbandare un posto da senatore con la difesa delle storiche prerogative del Trentino. Il futuro del Trentino e della sua autonomia speciale – ricorda Divina – sta semmai all’interno di un progetto di macroregione del Nord lanciato dalla Lega Nord, dove a tutte le realtà che ne facciano parte venga garantito almeno il 75% del gettito fiscale prodotto in loco. L’autonomia del Trentino ha tutto da guadagnare dalla diffusione di maggiore autonomia anche fuori dai propri confini, non viceversa. Più autonomi saranno i nostri vicini e più sarà al sicuro la nostra autonomia”.