Polemiche tra le opposizioni di Lega Nord e Pdl e l’assessore provinciale al welfare
Il Trentino sempre più terra di bengodi, almeno per i 4.240 extracomunitari cui la Provincia ha erogato 2.891.942,32 euro in sostegni economici (cui s’aggiungono anche i 755.280,10 euro erogati ai 1.298 soggetti comunitari residenti sul territorio provinciale). Un bel gruzzolo che consente, secondo la Lega Nord, l’erogazione ad immigrati disoccupati e con carichi di famiglia rilevanti (4 figli) di più di 1.500 euro netti al mese. Cifre di tutto rispetto, che per l’esponente del Pdl Rodolfo Borga consentirebbero di abbattere l’Imu sulla prima casa per tutti i residenti. Ma così non è, e la Provincia per bocca dell’assessore autonomista al welfare Ugo Rossi fa sapere che “quella della lega Nord è solo una battaglia di demagogia, in quanto i nuclei d’immigrati che ricevono oltre 1.500 euro al mese sono solo 56, l’1,7% del totale”.
Rossi ammette sì che “esiste il rischio dell’assistenzialismo che va combattuto, ma credo che sia giusto utilizzare anche in Trentino gli strumenti di welfare che esistono nelle regioni europee più avanzate”.
La risposta ha lasciato del tutto insoddisfatto il capogruppo provinciale della Lega, Alessandro Savoi, secondo cui “Rossi si contraddice un po’ troppo. Caro Assessore, lei parla della demagogia della Lega Nord Trentino e poi dice che provvederà ad abbassare il tetto massimo della somma che potrà essere ‘percepita da ogni famiglia cumulando trattamenti diversi’? Non sarà che tale provvedimento è stato deciso in seguito alla petizione popolare indetta dalla Lega Nord Trentino? A noi pare proprio così, visto che nessuno, fino ad ora, aveva annunciato tale volontà”.
Secondo Savoi, “se è vero che “solo” 56 famiglie percepiscono più di 1.500 euro (senza comunque specificare quante di queste sono composte da stranieri), ci può dire quante famiglie straniere ricevono dalla Provincia e dalla Comunità di Valle tra i 1.000 ed i 1.500 euro al mese? Oppure 900? Perché sa, caro Assessore, un operaio da noi, magari con la moglie disoccupata oppure impegnata ad accudire i figli, una cifra così non la vede neppure in cartolina, così come un piccolo e medio artigiano…e lo sa perché? Perché quello da modificare è principalmente l’indicatore ICEF: quella bestia che fa scivolare agli ultimi posti delle graduatorie i Trentini, favorendo così gli stranieri presenti sul nostro territorio. Se l’amministrazione provinciale non si metterà in testa questo punto, difficilmente i trentini potranno ricevere benefici economici dal nostro sistema di welfare pagato con le nostre tasse”.
Quello che manda in bestia il capogruppo leghista (e probabilmente tanti altri cittadini alle prese con il caro vita e la grandinata di tasse che ha eroso il potere d’acquisto di stipendi, quando ci sono, e di pensioni) è il fatto che al reddito di garanzia di varia entità “si devono aggiungere i contributi relativi al canone di locazione: una cifra che può arrivare a 300 euro mensili. Quindi, sommando il tutto, risulterebbero (se la matematica non è un’opinione, e non lo è) 1.800 euro!”. Forse è un po’ troppo anche per il ricco Trentino che ha tra i suoi cittadini tanti poveri vecchi e nuovi che fanno molta fatica a sbarcare il lunario, mentre altri si godono senza problemi e senza lavorare l’assistenzialismo provinciale senza dare nulla in cambio alla comunità che li ha accolti, tant’è che la campagna leghista contro questo stato di cose continua nelle piazze e vie di tutta la provincia raccogliendo centinaia di adesioni popolari, ci s’aggiungono improperi, contumelie, sputi se non vere e proprie aggressioni fisiche da parte di ambienti anarchici.