In Veneto prosegue il cammino della nuova normativa regionale volta a scoraggiare l’utilizzo di spazi agricoli per la realizzazione di campi fotovoltaici
Prosegue il cammino della nuova normativa della regione del veneto in fatto d’installazione di impianti fotovoltaici: la terza commissione del Consiglio regionale del Veneto, presieduta da Luca Baggio (LN), ha approvato all’unanimità la deliberazione della Giunta regionale che individua i siti non idonei all’installazione di impianti fotovoltaici “a terra”.
Il provvedimento fa seguito alle linee guida emanate nel 2010 per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, le quali dispongono che le Regioni possono procedere all’individuazione delle aree non idonee a questo tipo di insediamenti, in ragione della loro particolare sensibilità e vulnerabilità alle trasformazioni territoriali e paesaggistiche.
I siti non idonei all’installazione di impianti solari fotovoltaici “a terra”, sono quelli inseriti nella lista mondiale dell’UNESCO; le zone di particolare interesse paesaggistico, ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio; le zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar; la Rete Natura 2000; le superfici inserite nell’elenco delle aree naturali protette; i geositi; le aree agricole interessate da produzioni agroalimentari di qualità; le aree a elevata utilizzazione agricola. “Si tratta – ha spiegato Baggio – di un provvedimento che, ancora una volta, sottolinea l’attenzione della Regione per le tematiche ambientali e paesaggistiche, la tutela del patrimonio storico e artistico, della biodiversità e delle aree rurali e di pregio. Inoltre, dopo i tagli del Governo per quanto riguarda i contributi, la delibera rappresenta un ulteriore disincentivo a questo tipo di interventi ‘a terra’, favorendo nel contempo la soluzione di impianti ‘sui tetti’ e quindi senza alcun rallentamento per il fotovoltaico”.
Una volta completato l’iter, il territorio e il paesaggio sarà maggiormente tutelato, mentre riceverà impulso lo sfruttamento degli spazi inutilizzati, ad iniziare da quelli dei tetti di impianti industriali e di edifici pubblici.