Tante le incongruenze del programma politico dell’ex presidente della giunta provinciale di Trento. Poche le donne in lista e in posizioni di non elezione
Dopo tanto tramare sottotraccia, la lista dell’ex presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai, è pronta: alla Camara, l’ex Principe trentino si presenta sotto le insegne di “Scelta civica con Monti per l’Italia”, un’ammucchiata che spazia da femministe deluse a giovani di belle speranze, ad esponenti della minoranza etnica ladina per finire con un generale dei carabinieri in pensione. Capolista è Lorenzo Dellai, promotore del movimento ‘Verso la terza Repubblica’ e dimissionario dopo 14 anni da presidente della Provincia autonoma di Trento proprio per candidarsi alle politiche.
I candidati sono in totale 11 e secondo in lista è il giovane meranese Andrea Casolari, coordinatore della rete delle liste civiche dell’Alto Adige e membro della giunta comunale meranese, l’unico che, oltre a Dellai, abbia una qualche possibilità di elezione in Parlamento. Nelle posizioni di complemento, la femminista Nadia Mazzardis, presidente a Bolzano dell’associazione “Se non ora quando”, dimessasi per la candidatura che ha sottolineato l’importanza del ruolo femminile in politica, salvo accettare una posizione che a lei e alle altre due candidate non poterà alcuna possibilità di elezione salvo eventi eccezionali, Peter Paul Tarfusser, generale dei carabinieri in pensione, Donatella Conzatti, commercialista e tra i rappresentanti delle fallimentari Comunità di valle figlie dell’alchimia politica dellaiana, Michele Anesi, presidente della Ual (Unione autonomista ladina), Marcello Carli, imprenditore edile ex Udc e rappresentante di Italia Futura, Flavia Fontana, segretaria provinciale dell’Upt, Fabio Pipinato, membro della presidenza provinciale altoatesina delle Acli, Pierluigi Fauli, con esperienza nei vigili del fuoco volontari e membro del consiglio di Melinda, e Alberto Stenico, con le sue esperienze nella Cgil a Bolzano e nella cooperazione come membro della presidenza.
Dellai ha posto l’accento sul profilo autonomistico della sua lista, nonostante egli si candidi a supporto di un personaggio politico come Mario Monti che, in poco più di 300 giorni di governo, si è dimostrato profondamente anti autonomista e neo centralista, tanto da meritarsi lo sferzante giudizio di “peggior governo della storia per le autonomie speciali” da parte del suo ex collega e presidente della provincia di Bolzano, Luis Durnwalder. Per Dellai, tant’è: “non abbiamo bisogno di certificati da qualcuno sulla nostra lealtà all’autonomia. Il nostro contributo in sede nazionale sarà per difernderla, ma anche per promuoverla. Rispettiamo le scelte e le opinioni di altri partiti – ha affermato Dellai – e ci fa piacere che costruiscano percorsi in difesa dell’autonomia, ma le nostre intenzioni non sono meno garantiste. Per questo stiamo lavorando a un’Agenda nell’Agenda Monti, che focalizzi i temi dell’autonomia, così come anche il punto di vista della comunità sudtirolese anche di lingua italiana, così come delle altre minoranze. Intendiamo lavorare insieme affinché lo Stato non solo non metta in discussione l’autonomia, ma la rafforzi”. Belle parole, ma stridono fortissimamente con i fatti di cui è stato protagonista proprio il suo nuovo faro romano e che è lecito dubitare che vengano modificati ad elezioni avvenute. Dellai tenta di dimostrare l’opposto: “non ci servono patentini. Se poi Durnwalder vuole continuare a dire che Monti per l’autonomia non fa nulla, nemmeno è vero, perché ad esempio ora la Rai locale di Bolzano avrà più trasmissioni per la comunità tedesca, ladina in particolare” Onestamente, davvero poco il poter contare su qualche ora di trasmissione in più in lingua tedesca o ladina, quando Monti taglia di oltre un terzo l’attuale bilancio delle autonomie, riducendo per giunta le competenze, almeno stando a quanto messo nero su bianco proprio sull’Agenda montiana in fatto di gestione dell’energia, ora delegata alle due province autonome.
“Non proponiamo un governo Monti aggiornato – ha concluso Dellai -. Intendiamo vigilare, perché la cultura centralista è molto forte e proporre la via dell’autonomia responsabile nella riforma istituzionale”.
Dellai rilancia: “pensiamo di avere un ruolo nel progetto nazionale della lista Monti. Ci sono ambiti importanti su cui Trento e Bolzano possono avere particolare esperienza, come ad esempio la questione delle cosiddette ‘Terre alte’’, la cultura dei territori in una dimensione orizzontale, oltre ovviamente il contributo a una riforma istituzionale che tra il fallimento del federalismo e un centralismo che rinasce, possa guardare alla terza via dell’autonomia responsabile”.
Le critiche al tentativo di discesa parlamentare di Dellai sono subito stoppate dalle reazioni degli altri partiti. Secondo il segretario nazionale della Lega Nord, mauriziio Fugatti, “Dellai sembra avere le idee piuttosto confuse. Dovrebbe spiegare agli elettori come pensa di tutelare l’autonomia trentina e allo stesso tempo sostenere la lista Monti, espressione del governo più centralista della storia. Neanche la sua indiscussa abilità nel tenere il piede in due staffe, cosa che si profila anche per i collegi del Senato in Trentino – prosegue Fugatti – basterà a convincere i cittadini che l’alleanza con Fini e Casini possa portare qualche vantaggio alle regioni del Nord e al Trentino. Piuttosto sembra un matrimonio d’interessi nella speranza di fornire un appoggio futuro alla sinistra di Bersani e Vendola”.
Critico ma cerchiobottistia, anche il mondo delle imprese: per il presidente dell’Associazione artigiani e piccole imprese del Trentino, Roberto De Laurentis, “sostengo la candidatura di Lorenzo Dellai perché stimo l’uomo e il politico, ma non riesco a vedere la candidatura di un uomo che si è battuto 14 anni per l’Autonomia proprio con quella lista capeggiata da chi quell’Autonomia voleva tagliarla”.