Berger: “necessario tutelare l’agricoltura di montagna”
Sostenere le proposte della Commissione UE a favore dell’agricoltura di montagna e allo stesso tempo presentare alcune correzioni alla bozza della Commissione europea: questi gli obiettivi della rete tra le Regioni alpine promossa dall’Alto Adige e discussi a Bruxelles nel summit con il commissario UE Dacian Ciolos.
I rappresentanti politici del settore agricolo delle regioni alpine sono convenuti a Bruxelles per il summit dedicato al futuro dell’agricoltura di montagna e alle risorse per il periodo di programmazione UE 2014-2020: con l’assessore provinciale di Bolzano Hans Berger erano presenti tra gli altri l’europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann, i responsabili regionali Helmut Brunner (Baviera), Erich Schwärzler (Vorarlberg), Anton Steixner (Tirolo), Sepp Eisl (Salisburgo), Tiziano Mellarini (Trentino), Claudio Violino (Friuli Venezia Giulia) e Giuseppe Isabellon (Val d’Aosta). Nel convegno si sono confrontati con il commissario UE Ciolos e con Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.
Ai due politici UE, le regioni alpine hanno confermato le proposte di tutela e sviluppo dell’agricoltura di montagna da prevedere nel prossimo periodo di programmazione dei fondi, “proposte che in molti settori trovano già riscontro nelle misure delineate dalla Commissione UE”, ha sottolineato l’assessore Berger. L’iniziativa di Bruxelles è stata pertanto l’occasione per ringraziare la Commissione dell’impegno profuso a favore dell’agricoltura montana e confermare il sostegno delle Regioni all’azione UE, specie nei confronti degli Stati membri, volte a promuovere le diverse attività rurali che consentano al contadino di ampliare le fonti di reddito.
Una correzione è stata chiesta dalle regioni alpine in tema di determinazione dell’indennità compensativa: “300 euro per ettaro è un importo che non consente di incentivare le aziende particolarmente svantaggiate”, ha chiarito Berger, che ha quindi chiesto di innalzare la soglia massima media o in alternativa di calcolarla non sulla singola impresa agricola ma a livello regionale o statale. Mellarini per il Trentino ha proposto che ci “sia una progressiva convergenza tra i contributi oggi erogati alla pianura e alla montagna, magari utilizzando i fondi strutturali, come quelli per lo sviluppo rurale, con un’assegnazione minima per i territori svantaggiati”.
Consenso è stato espresso dalle regioni alpine verso l’azione di riduzione della burocrazia per le piccole aziende rurali avviata dalla Commissione UE. “Sono previste facilitazioni per i contributi di lieve entità, ma auspichiamo che questa pratica venga estesa anche a tutti gli incentivi UE”, ha aggiunto Berger. Si chiede inoltre che le superfici dell’alpeggio vengano fatte rientrare nel conteggio per i contributi solo nel caso siano effettivamente lavorate, “in modo da non sovvenzionare terreni abbandonati”, ha sintetizzato Berger. Questi punti sono sostenuti dalla rete delle Regioni alpine a tutela degli interessi delle piccole imprese agricole di montagna che, secondo l’assessore altoatesino, “non devono passare in secondo piano e lasciare tutto il campo alle aziende agricole di grandi dimensioni”. A questo proposito, Mellarini ha ribadito la necessità “di tenere conto che, specie in montagna, il 60% degli agricoltori attivi è a tempo parziale, perché con i soli redditi agricoli non riuscirebbero a mantenere la famiglia, ma svolgono un ruolo fondamentale per la manutenzione del territorio che deve essere riconosciuto”.