Elezioni, le categorie chiedono alla politica impegni chiari, ad iniziare dalle candidature

0
402
Massimo Zanon presidente confcommecrio veneto
Massimo Zanon presidente confcommecrio venetoConfcommercio e Confturismo del Veneto: “no ai paracadutati nelle liste, ma rappresentanti del territorio”

Con l’avvicinarsi delle elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento, anche le categorie economiche iniziano a mettere in chiaro le loro posizioni, ad iniziare dalle modalità e dalla qualità delle candidature. “Non vogliamo paracadutati da Roma, ma politici che ci rappresentino”. Questo, in sintesi, l’appello che Massimo Zanon e Marco Michielli, presidenti, rispettivamente, di Confcommercio Veneto (oltre 54.000 imprese) e di Confturismo Veneto (17.000 imprese), lanciano all’unisono per le candidature alle prossime elezioni politiche.

I due leader chiedono a gran voce “una rappresentanza che sia degna di questo nome, per potersi confrontare, come forze economiche di settori strategici quali quelli del terziario in generale e del turismo, con persone che abbiano un forte legame di appartenenza e conoscenza della realtà della nostra regione, e non con politici ‘calati dall’alto”, spesso sconosciuti al territorio.

“Già questa legge elettorale fa rabbrividire – dichiarano – Non possiamo accettare che ci si continui a marciare così perché qui sono in ballo la crescita e il destino di decine di migliaia di imprese che rappresentano l’ossatura del sistema economico veneto e che, a fronte di un impegno costante e di sacrifici sempre maggiori, chiedono di poter contare, finalmente, su candidati in grado di ascoltare, capire, leggere la realtà e agire di conseguenza per il bene comune”. Per Michielli e Zanon “i sacrifici sostenuti in questi ultimi anni dalle imprese s’infrangono, ancora oggi, contro recentissime notizie, che riguardano trasversalmente tutti i partiti, ma al di là della disonestà di certa politica, lontana anni luce dall’interesse comune, la cosa peggiore che possa capitarci in questo interminabile periodo di crisi sarebbe una classe di parlamentari e deputati incompetenti sul piano territoriale”.