Per l’Aci i costi fiscali e di gestione dell’auto affossano il mercato

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Angelo Sticchi Damiani 1Sticchi Damiani. “alleggerire il carico fiscale sia priorità dell’agenda politica nazionale”

L’Aci per bocca del suo presidente Angelo Sticchi Damiani lancia l’allarme sull’eccessivo carico fiscale e amministrativo che grava sul comparto automobilistico che rischia di stroncare definitivamente il settore e il suo cospicuo contributo (oggi ben il 16% del totale) al gettito fiscale del bilancio dello Stato. “L’attuale drammatico crollo delle immatricolazioni che si è registrato nel 2012 è conseguenza diretta della folle corsa dei costi per l’auto ed in particolare della pressione fiscale che è aumentata – negli ultimi anni – fino a sfiorare i 60 miliardi di euro, più che raddoppiando rispetto a solo venti anni fa.

Sommando – dice Sticchi Damiani – questo a tutti i costi di gestione per l’auto – che sono aumentati del 4.5% nel solo 2012, raggiungendo la cifra record di 3.425 euro l’anno per mezzo – si capisce perché, come ha evidenziato l’ultimo rapporto ACI-CENSIS, oltre il 52% degli italiani dichiari che non cambierà l’auto nei prossimi tre anni. L’alleggerimento del carico fiscale per l’auto dovrebbe essere una delle prime voci dell’agenda politica di qualsiasi candidato alle prossime elezioni politiche perché l’intero comparto è allo stremo delle forze”.

L’Aci sottolinea come nel 1990 gli oneri fiscali a carico degli automobilisti italiani sfiorassero i 28.500.000 euro, mentre oggi sono vicinissimi ai 60 miliardi. In due decenni sono più che raddoppiate le tasse automobilistiche (da 3.031,60 euro a 6.690,00), addirittura quadruplicate quelle per i parcheggi (da 322,79 a 1.384,57), quasi raddoppiate le tasse su carburanti e lubrificanti (oggi alla incredibile quota di 32 miliardi e mezzo di euro). La pressione fiscale sulla RCA, poi, è aumentata di quasi sei volte.

Solo nell’ultimo anno, fanno notare all’ACI, la benzina è aumentata del 16% (negli ultimi due anni il pieno è diventato più caro del 25%) ed il costo al chilometro è cresciuto dell’11,3%. L’assicurazione è aumentata del 3,2%.

Insomma, per evitare di ammazzare definitivamente un comparto strategico per l’intera economia nazionale è necessario comprendere che è necessario sgravare il settore, ad iniziare dai costi del carburante e dalla deducibilità fiscale dei veicoli aziendali.

 

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