Generale sofferenza per le esportazioni. Tengono metalmeccanica ed agroalimentare.
Ad inizio d’anno i binari che portavano i prodotti padovani all’estero erano più frequentati, visto che tra gennaio e marzo il traino dell’export provinciale padovano recitava un +11%. Poi il lento ma progressivo declino causato dalle tensioni sui mercati internazionali. Nei primi nove mesi 2012, il totale dell’export padovano si attesta a 6,4 miliardi di euro con un aumento del +3,9% rispetto allo stesso periodo del 2011, in cui la variazione era decisamente migliore (+18,5%). Padova registra un incremento superiore all’insieme del valore delle esportazioni regionali venete (+1,5%) e dell’Italia (+3,5%), tuttavia il confronto su base annua segnala una consistente decelerazione nella crescita dell’export locale.
I dati sul trend delle vendite all’estero da parte delle imprese provinciali nel periodo gennaio settembre 2012 sono stati elaborati dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Padova su indicatori di fonte Istat. Pur restando l’unica componente del Pil a tenere, specie a fronte del crollo della domanda interna, l’export padovano in questa fase non costituisce più un fattore determinante del ciclo economico provinciale.
A livello regionale, Padova manifesta un trend migliore rispetto alle due principali province esportatrici venete, tra cui Vicenza che registra una crescita (+2,7%) al di sotto della media nazionale, mentre Treviso manifesta un sensibile arretramento (-7,5%). Nelle altre province i risultati sono nell’insieme superiori alla stessa media nazionale per Verona (+4,6%) e Venezia (+5,2%). Se tuttavia ci si sofferma solo sui risultati provinciali del terzo trimestre, l’export risulta stazionario e, escludendo le esportazioni dei metalli preziosi, presenta una dinamica addirittura negativa (-3,2%).
Sempre al netto dei metalli preziosi, tra gennaio e fine settembre si registra una stagnazione, mentre la variazione nel Veneto (+1%) e su base nazionale (+2,9%) si mantiene ancora positiva. Questo conferma nuovamente l’influenza dell’export dei metalli preziosi sulla dinamica complessiva delle vendite all’estero della provincia, già rilevata nell’ultimo biennio.
A trainare in maniera molto forte è l’oro. Nell’arco dei primi nove mesi l’export di questi metalli segna infatti un aumento del +71,1% rispetto allo stesso periodo del 2011 e questa voce si conferma la prima tra i prodotti esportati dalla provincia con un valore assoluto di 575 milioni pari al 9% del totale dell’export locale (6,4 miliardi). L’aumento dell’export dell’oro deriva da vendite essenzialmente dirette verso il mercato della Svizzera, mercato che copre l’80,8% del totale delle esportazioni provinciali relative a questa voce.
Questo aumento va collegato all’acquisto di oro sul mercato italiano da parte di operatori svizzeri che convertono in oro i flussi di valuta che si indirizzano verso quel paese, flussi in crescita nell’ultimo anno in conseguenza dell’instabilità finanziaria dei mercati dell’area euro. La crescita della domanda di oro dipende anche dall’aumento delle quotazioni di questo metallo sui mercati internazionali.
Per quanto riguarda le altre principali voci merceologiche dell’export locale, si segnala una tendenza positiva (+9,3%) per i prodotti della metalmeccanica. In crescita è anche l’export agroalimentare (7,7%) e quello dei prodotti della carta-stampa (8,6%). Segnali negativi, invece, per l’insieme del Sistema Moda (-3,2%), che risente della flessione dei 5 principali mercati di sbocco di questi prodotti (Francia, Germania, Romania, Regno Unito e Spagna). In flessione anche il mobile (-8,4%) e la chimica-plastica (-3,7%).
Per l’insieme dell’export a livello continentale per i mercati europei, verso cui continua ad indirizzarsi la maggior parte (75,9%) dell’export provinciale, l’andamento è positivo (+3,4%), se si esclude però l’area UE in cui si registra un calo del -3%. Positivo risulta l’andamento delle vendite verso i mercati asiatici (+6,2%) e in parte verso quelli americani (+1%). I maggiori aumenti delle esportazioni per la provincia si registrano tuttavia sui mercati dell’Africa (+18,7%), che però pesano in misura inferiore rispetto alle altre destinazioni continentali.
Considerando i singoli Paesi di destinazione, per i primi 10 mercati verso cui si indirizza circa il 60% delle vendite all’estero della provincia, la dinamica appare solo in parte positiva dal momento che le due principali destinazioni segnano una flessione, nel caso della Germania (-4,2%) e un aumento limitato per la Francia (+0,3%). In diminuzione risultano anche le vendite dirette verso Spagna (-10,2%) e Regno Unito (-3,4%), mentre tra le prime dieci destinazioni i risultati migliori riguardano il mercato russo (+9,1%), a parte la consistente crescita per la Svizzera (+70,9%) dovuta al citato aumento legato ai preziosi. Tra i Paesi emergenti di maggiori dimensioni economico-produttive, positivo è l’andamento dell’export diretto verso Cina (+7,7%) e India (+15,7%). In calo il Brasile (-16%).