Consiglio regionale del Veneto, bilancio di un anno difficile

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clodovaldo ruffato luca zaia aula 1Ruffato: “non sempre siamo riusciti a dare risposte tempestive e adeguate ai bisogni della popolazione e delle imprese”

“’Quello che sta per finire è stato un anno difficile: dal punto di vista economico, per la politica, per le Regioni e anche per il Veneto e per le sue istituzioni. Non so se a tutto questo l’istituzione regionale ha saputo offrire risposte tempestive ed adeguate ma, di certo, ci abbiamo provato, con tutto l’impegno possibile”. Così il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Clodovaldo Ruffato, ha aperto il consueto intervento di fine anno per il saluto alla stampa.

Ruffato ha evidenziato la buona produttività, superiore al 2010 e al 2011 dell’Assemblea legislativa regionale, con oltre cinquanta sedute e l’approvazione, tra gli altri, del nuovo piano sociosanitario. Il presidente del Consiglio ha ricordato anche i risparmi registrati, con la riduzione del numero dei consiglieri, la cancellazione dei vitalizi e il ridimensionamento dell’indennità di fine mandato.

Quanto al rapporto con i media, Ruffato ha ricordato in particolare il settore televisivo, specialmente provato dalla crisi. “Il 2013 – ha detto – si annuncia un anno importante, per molti versi decisivo, per il nostro Paese. E, per passare dalla politica del rigore a quella dello sviluppo, abbiamo bisogno di una classe dirigente aperta, competente, legittimata dal confronto nei partiti e nella società”.

Nell’incontro a Palazzo ferro Fini sono poi intervenuti i rappresentanti della stampa. “Il 2012 è stato un anno particolarmente difficile e duro anche per i giornalisti e gli organi d’informazione”, hanno replicato il presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Gianluca Amadori e il segretario del Sindacato veneto Daniele Carlon. Il primo ha ricordato i 1.500 giornalisti “rottamati” su scala nazionale, le difficoltà di tante aziende editoriali, i 400 casi di stato di crisi, il mancato ricambio nella categoria, il problema della qualità e dell’indipendenza di una informazione affidata ormai sempre più a collaboratori sottopagati. Il secondo ha lanciato un appello al Consiglio regionale e al Corecom perché vigilino sulla corretta distribuzione dei contributi all’editoria e alle emittenti, in modo da sostenere le aziende “virtuose” che fanno vera informazione. “Come giornalisti, con i nostri istituti di categoria – ha ricordato Carlon – ci stiamo facendo carico dei costi della cassa integrazione dei nostri colleghi (58 milioni di euro nel 2012) senza pesare per neanche un euro sui conti dello Stato. Chiediamo, quindi, altrettanta responsabilità da parte dello Stato e delle sue istituzioni in difesa della dignità e dell’autonomia della professione giornalistica, perché continui ad essere garantito il diritto-dovere all’informazione libera e indipendente, a servizio dei cittadini e della democrazia”.