Lo Schiaccianoci al Teatro La Fenice di Venezia

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teatro fenice Claras nightmare 1Il 18, 19, 20, 21 e 22 dicembre nella coreografia di Ben Stevenson interpretata dal Balletto nazionale estone

Martedì 18 dicembre 2012 alle ore 19.00 (turno A) andrà in scena al Teatro La Fenice di Venezia Lo schiaccianoci, balletto fantastico in due atti su musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij presentato per la prima volta nel 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Ispirato ai racconti Nussknacker und Mausekönig di E.T.A. Hoffmann e Histoire d’un casse-noisette di Alexandre Dumas padre, il balletto sarà proposto nella brillante e festosa versione ideata nel 1976 dal coreografo inglese Ben Stevenson per lo Houston Ballet (di cui è tuttora un classico natalizio) e rimontata nel 2010 dal Balletto Nazionale Estone di Tallinn con nuove scene e costumi di Thomas Boyd e luci di Tiit Urvik.

Ripresa a Tallinn da Timothy O’Keefe, già primo ballerino allo Houston Ballet e dal 2002 collaboratore di Ben Stevenson al Texas Ballet Theatre, la coreografia di Stevenson sarà danzata dai primi ballerini, dai solisti e dal corpo di ballo del Balletto Nazionale Estone con, nei ruoli principali, Svetlana Danilova, Clara; Vladislav Lantratov (artista ospite, solista del teatro Bol’šoj di Mosca) e Sergey Upkin, il Principe Schiaccianoci; Galina Laush e Olga Ryabikova, la Regina della neve; Alena Shkatula e Luana Georg, Fata Confetto.

La partitura di Čajkovskij sarà eseguita dal vivo dall’Orchestra del Teatro La Fenice diretta da Mihhail Gerts con l’intervento, nella scena dei fiocchi di neve, dei Piccoli Cantori Veneziani diretti da Diana D’Alessio.

teatro fenice lo schiaccianoci 1La prima di martedì 18 dicembre 2012 sarà seguita da quattro repliche mercoledì 19 (turno D) e giovedì 20 (turno E) alle 19.00, venerdì 21 (turno C) alle 17.00 e sabato 22 (turno B) alle 15.30, tutte in abbonamento nella stagione lirica e di balletto 2012-2013. Una ripresa video delle recite del 18 e del 20 dicembre sarà trasmessa in differita su France2 e su Mezzo.tv.

Dopo il successo ottenuto nel 1890 dalla Bella addormentata, l’acuto Ivan Vsevoložskij, impresario dei Teatri Imperiali di San Pietroburgo, caldeggiò una nuova collaborazione tra il coreografo Marius Petipa e il musicista Pëtr Il’ič Čajkovskij, commissionando a quest’ultimo un balletto, Lo schiaccianoci, e un’opera, Iolanta, da rappresentarsi in un’unica serata, il 18 dicembre 1892, sulle scene del Teatro Mariinskij. Per il balletto si ricorse ad un racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, Nussknacker und Mausekönig (Schiaccianoci e Re dei topi, 1816), da cui Petipa ricavò uno scenario incantato di vera e propria fiaba, coprendo con un tono grazioso ed infantile il brivido sconcertante ed inquietante della fonte letteraria.

Come già era accaduto per La bella addormentata, Petipa impose al musicista un piano coreografico che preordinava con assoluta precisione quantità e tipologia della musica, e gli stimoli dell’abile coreografo giunsero propizi ad un Čajkovskij che – nonostante avesse appena superato i cinquant’anni – sentiva scemare la forza creativa: nel contesto della rappresentazione danzata il dettato del tessuto musicale risultò omogeneo e continuo, fatto brillare in più scene dall’inventiva melodica e dalla straordinaria sapienza timbrica del musicista.

L’atmosfera incantata della vigilia di Natale, vista con occhi infantili, è tutta racchiusa nei timbri trasparenti della Ouverture miniature, nel surreale Galop dei bambini, nel Valzer dei fiocchi di neve che chiude il primo atto, nell’ineffabile contrasto tra il clarinetto basso e la celesta che tratteggia la dolcezza della Fata Confetto. Ma dentro la cornice di questo sogno dai timbri incantati c’è spazio per pagine di straordinaria incisività drammatica, come la battaglia tra lo Schiaccianoci e il Re dei topi nel primo atto, e vere e proprie miniature musicali, che si allineano soprattutto nel secondo atto: prima un divertissement da confetteria intriso di sapori mediterraneo-orientali (danza spagnola, araba, cinese, russa) e tocchi francesi, poi il celeberrimo Valzer dei fiori e il pas de deux, dove il Principe offre il braccio alla Fata Confetto.

Allontanandosi dai consueti contesti narrativi del balletto ed entrando nell’atmosfera peculiare della favola per bimbi (per di più di ambientazione natalizia), Lo schiaccianoci ha ottenuto una propria inconfondibile definizione di stile ed ha mietuto successi durevoli, come dimostrano le molte versioni coreografiche che ne hanno riproposto la vicenda.

Ideata nel 1976 per lo Houston Ballet (di cui è tuttora un grande classico natalizio), ripresa nel 1991 dall’English National Ballet, nel 2003 dal Texas Ballet Theater e nel 2010 dal Balletto Nazionale Estone, la coreografia di Ben Stevenson conserva il meglio della versione classica ravvivata da un’energia sferzante che diviene vero e proprio fuoco d’artificio nelle danze del secondo atto. Il primo atto è brioso, divertente, vivace, la scena dei fiocchi di neve ha un tocco magico e il glorioso pas de deux conquista il cuore degli spettatori.