Sempre più i giovani del Polesine che tornano all’agricoltura

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Coldiretti rovigo giovani primo insediamento 1Sono in 19 le nuove leve del “primario” che hanno concluso il corso per il primo insediamento di Coldiretti Rovigo

Giro di boa per i 19 nuovi aspiranti imprenditori agricoli, che stanno frequentando l’edizione 2012 del corso per il “primo insediamento in agricoltura e imprenditore agricolo professionale”, organizzato da Coldiretti Impresa verde Rovigo, con la supervisione di Giorgio Rocchi dell’ufficio Formazione. Un percorso formativo, obbligatorio, di 150 ore per 20 giornate, che si snoda tra lezioni di economia, di gestione d’impresa, di fiscalità, di legislazione agraria, di sicurezza nei luoghi di lavoro, e che terminerà nel prossimo mese di gennaio.

Dal piccolo osservatorio dell’ufficio Formazione di Impresa verde, si conferma quella che è una tendenza nazionale: il ritorno all’agricoltura di tanti giovani laureati che, un po’ per la crisi, un po’ per scommessa, hanno lasciato il precedente impiego. In ogni caso, hanno scelto il settore primario consapevolmente. Tendenza confermata anche nel gruppo del corso Coldiretti 2012: “sono tutti giovani, e meno giovani, per lo più laureati nelle materie più svariate – spiega Giorgio Rocchi – Molto preparati, anche con esperienze di lavoro parecchio importanti alle spalle; e tutti consapevoli della nuova scelta. Spesso hanno già un progetto in mente, prevalentemente di un’impresa multifunzionale. Oltre ai polesani, abbiamo partecipanti dalle province di Padova, Treviso e Verona”.

C’è che arriva da Ariano ed ha chiaro in mente il modo di dare un po’ di sprint all’azienda agricola di famiglia: “vorrei specializzarmi nella vendita diretta dei miei prodotto – spiega – con particolare attenzione alla trasformazione di ortaggi e frutta”. C’è chi ha già pensato di associare le proprie competenze con quelle altrui mettendole a frutto in una nuova veste. E’ il caso di un’esperta di marketing e di uno psicologo, veronesi, che stanno frequentando il corso insieme: “vorremmo aprire una fattoria sociale”, confidano. “Io vengo dal settore creditizio/finanziario – racconta un altro giovane di Stienta – La crisi ha fatto saltare l’azienda, ho perso il lavoro ed ho risposto con una scelta di vita”. E’ c’è chi fa di necessità virtù: “ho trascorso 20 anni all’estero – spiega un giovane di Pettorazza – e da tre anni sono rientrato per riprendere l’azienda di famiglia”. E c’è anche un bocconiano, che racconta: “dopo 30 anni di consulenze nel mondo creditizio, un po’ per necessità familiari e un po’ per scelta, sono tornato riprendere le redini della piccola azienda di mio padre”.