A Mogliano Veneto progetto presentato alle istituzioni da Consorzio regionale di garanzia per l’artigianato e sviluppo artigiano
I Confidi artigiani generano maggiori volumi a parità di risorse, creano ulteriore valore aggiunto dai servizi di assistenza e consulenza, veicolano più finanziamenti al costo più basso e registrano minori sofferenze rispetto al sistema delle imprese. Questo specie in Veneto, dove i Confidi dell’artigianato associano circa 115.000 imprese e garantiscono oltre 2.815 milioni di finanziamenti. Per questo devono essere rimessi al centro della filiera della garanzia per il credito alle piccole imprese. Ed è questo che i due principali Confidi vigilati dell’artigiano veneto, il Consorzio regionale di garanzia per l’artigianato e sviluppo artigiano, hanno detto a Villa Braida di Mogliano Veneto a tutte le istituzioni interessate: la Regione Veneto, Unioncamere, Mediocredito Centrale e ABI.
Il convegno promosso dai due organismi di garanzia è stato anche l’occasione per rilanciare la forte preoccupazione sulle prospettive create dalla crisi economica, ma soprattutto per proporre una possibile ricetta che consenta di non compromettere gli importanti risultati raggiunti nella nostra regione. Un appello da chi ha dimostrato di voler e saper fare la propria parte a chi istituzionalmente può intervenire a sostegno di un percorso virtuoso.
“Per avere un quadro più aggiornato dell’andamento del sistema dei Confidi in Italia – ha esordito Mario Citron, vicepresidente Fedart Fidi e presidente CRGA – Fedart Fidi ha effettuato alcune rilevazioni che hanno coinvolto i Confidi intermediari finanziari vigilati, che da soli rappresentano i due terzi del sistema, un’indagine sull’andamento delle principali grandezze nel primo semestre del 2012 e un monitoraggio sui bilanci del 2011. Da entrambe le indagini emerge un quadro di forte tensione che merita tutta la nostra attenzione e che richiede interventi strutturali non più rimandabili”. Se, infatti, la crisi ha segnato la “riscoperta” dei Confidi ed ha consolidato la loro rilevanza, la “tenuta” del sistema è oggi fortemente minacciata da un quadro normativo troppo oneroso, una filiera della garanzia eccessivamente confusa ed una relazione con il sistema bancario non più armonica, dove l’esplosione delle sofferenze mette a rischio i patrimoni stessi dei Confidi.
“I Confidi – ha sottolineato Fiorentino Da Rold, presidente di Sviluppo Artigiano – sono un importante strumento per le azioni di politica industriale delle istituzioni pubbliche e per questo bisogna tracciare una nuova configurazione della filiera della garanzia in grado di assicurare un’allocazione efficiente ed efficace delle risorse, di semplificarne il funzionamento, di giungere all’autosostenibilità del sistema mediante meccanismi di contribuzione automatica, di rendere misurabile l’impatto positivo generato dalla concessione della garanzia”.
Per fare questo è stato presentato un progetto di “filiera ottimale della garanzia retail”, illustrato da Leonardo Nafissi, direttore Fedart Fidi che vuole essere un modello operativo ed è articolato su tre livelli: al primo si trovano i Confidi, che prestano la garanzia diretta, rappresentando la scelta più efficiente; il secondo è costituito dal Fondo Centrale di Garanzia, che rilascia una controgaranzia eligibile secondo Basilea 2, consentendo ai Confidi di liberare una parte del patrimonio di vigilanza e di coprire una quota del rischio. Infine il terzo livello è rappresentato da un Fondo di “Copertura delle Perdite”, che opera in riassicurazione per posizioni con caratteristiche specifiche.
Ad oggi i Confidi dell’artigianato nel Veneto sono 17 e 4 sono intermediari finanziari vigilati di cui uno “baricentrico” che opera a rete con 5 Confidi territoriali che svolgono funzioni di sportello.
La fase di grande cambiamento in essere ha visto questi operatori protagonisti di processi di accorpamenti e di fusione, iniziato nel 2008 e che sta velocemente proseguendo, utile e necessario per sostenere le imprese nelle loro esigenze finanziarie che sono oggi sempre più pressanti.
Proprio per questo il Veneto è un protagonista di prim’ordine in Italia, e la prova sta nel fatto che qui per primi si è iniziato a realizzare quella filiera virtuosa.
“Se in Veneto tutti gli attori sapranno svolgere appieno il loro ruolo senza sovrapposizioni – hanno affermato all’unisono Mario Citron e Fiorentino Da Rold – riusciremo davvero a ottimizzare la filiera nell’interesse delle piccole imprese. Il momento rende necessarie risposte precise e circostanziate, poiché è in gioco la sostenibilità del modello Confidi e con essa la sopravvivenza del sistema della garanzia. I Confidi hanno voluto fare la loro parte: non solo manifestare le esigenze e le problematiche esistenti, ma avanzare proposte concrete e richieste mirate, e impegnarsi per contribuire a realizzare i cambiamenti”.