Credito, rapporto di Confartigianato

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A Crotone il denaro più caro d’Italia: tassi d’interesse all’8,21%. Verona sta meglio (5,15%), ma la situazione nazionale è da maglia nera. Il denaro meno caro a Trento e Bolzano

Se rispetto a tutte le province d’Italia è a Crotone dove il denaro costa caro, anzi carissimo, Verona se la passa decisamente meglio per quanto riguarda i tassi d’interesse effettivi per finanziamenti per cassa concessi ad imprese non finanziarie. Il denaro meno caro in assoluto si trova nelle province di Trento e di Bolzano, rispettivamente con tassi del 4,52% e del 3,91%. Lo rileva un rapporto di Confartigianato dal quale emerge che i tassi d’interesse più elevati per le aziende italiane si registrano per l’appunto a Crotone, dove gli imprenditori pagano l’8,21%, con un aumento di 161 punti base tra giugno 2011 e giugno 2012. Seguono Vibo Valentia, a pari merito con tassi d’interesse dell’8,21% ma cresciuti di 257 punti base in un anno, e Cosenza con tassi al 6,97% aumentati di 199 punti base.

In questa classifica, il NordEst si pone nelle posizioni di denaro meno caro. Gorizia si pose al 74° posto su 107 province, con un tasso del 5,44%, seguita da Rovigo (78°; 5,32%), Venezia (81à; 5,21%), Verona (85°; 5,15%), Vicenza (92°; 4,91%), Udine (95°; 4,87%), Padova (99°; 4,81%), Treviso (100°; 4,80%), Belluno (105°; 4,75%) e Pordenone (106°; 4,74%). All’altro capo della graduatoria, i tassi d’interesse più bassi si registrano a Bolzano: 3,91% (+76 punti base in un anno), seguita da Trento (tassi del 4,52% cresciuti di 105 punti base tra il 2011 e il 2012) e da Cuneo (4,60%, + 107 punti base in un anno).

Il rapporto di Confartigianato mette anche in evidenza il calo della quantità di finanziamenti alle imprese, diminuita del 4,5% tra agosto 2011 e agosto 2012. Le più penalizzate sono le piccole imprese con meno di 20 addetti, i cui finanziamenti si sono ridotti del 4,9%. A ‘soffrire’ ancora di più il razionamento del credito sono le imprese artigiane: da giugno 2011 a giugno 2012 lo stock dei finanziamenti è diminuito del 7,2% e si attesta a 53,3 miliardi.

A livello regionale, la maggiore flessione di finanziamenti alle imprese tra agosto 2011 e agosto 2012 si è verificata in Sardegna (-10,8%), Molise (-7,7%) e Calabria (-71,%).

Se il credito cala, i tassi d’interesse sono sempre più alti. A settembre 2012 il tasso medio alle imprese applicato in Italia si è attestato al 3,46%, ma sale al 4,42% per i prestiti fino a 1 milione di euro e arriva al 4,86% per i prestiti fino a 250.000 euro. Con questi valori, l’Italia è al primo posto per i più alti tassi d’interesse sui finanziamenti registrati nell’area Euro a 17, dove la media dei tassi si ferma al 2,56%, con uno spread di 80 punti base tra il nostro Paese e la media Ue.

L’Italia è maglia nera in Europa anche per il maggiore rialzo dei tassi: 28 punti base in più tra aprile 2011 e settembre 2012. Nello stesso periodo, invece, nel resto d’Europa il denaro è diventato meno costoso: i tassi d’interesse sono diminuiti in media di 56 punti base, e addirittura in Germania il calo è stato di 95 punti base.

E proprio nei confronti della Germania, Confartigianato ha misurato i maggiori costi delle imprese italiane rispetto a quelle tedesche derivanti dai tassi d’interesse più alti vigenti nel Belpaese: complessivamente, ammontano a 10,7 miliardi di euro, con punte di 3,7 miliardi per le imprese del Lazio e di 1,8 miliardi per le aziende della Lombardia. In Trentino Alto Adige invece, le imprese pagano 23,3 milioni in meno rispetto alle aziende tedesche.

“Le nostre rilevazioni – è il commento di Andrea Bissoli, presidente di Confartigianato Verona – confermano che la situazione creditizia delle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, rimane molto critica, pur ricordandoci che per certi versi possiamo considerarci relativamente fortunati, rispetto ad altre aree del Paese. Di sicuro è una magra consolazione, visto che i dati nazionali ci vedono anche in quest’ambito tra gli ultimi in ambito europeo. Non bisogna abbassare la guardia. Serve uno sforzo comune per trovare soluzioni che invertano questa tendenza. Il credito è il carburante indispensabile per rimettere in moto l’economia e ridare slancio e fiducia ai nostri imprenditori”.


Tassi attivi effettivi* per finanziamenti per cassa a imprese non finanziarie riferito ad operazioni in essere per provincia

30 giugno 2012 – tassi %, var. in punti base su 30 giugno 2011 e ranghi, rischi autoliquidanti

Rank tasso

Provincia

Tasso effettivo

Var. ultimo anno in punti b.

Rank

var. in p. b.

Rank tasso

Provincia

Tasso effettivo

Var. ultimo anno in punti b.

Rank

var. in p. b.

1

Crotone

8,21

161

34

56

Terni

5,80

173

22

2

Vibo Valentia

8,21

257

2

57

Pisa

5,79

110

91

3

Caltanissetta

7,89

243

3

58

Varese

5,78

134

60

4

Cosenza

7,80

199

9

59

Genova

5,76

145

49

5

Roma

7,78

302

1

60

Monza e Brianza

5,75

159

35

6

Siracusa

7,65

241

4

61

Torino

5,68

126

69

7

Carbonia-Iglesias

7,42

180

17

62

Sassari

5,67

124

73

8

Nuoro

7,41

166

29

63

Asti

5,62

140

53

9

Agrigento

7,33

159

35

64

Siena

5,60

132

65

10

Catanzaro

7,32

209

7

65

Fermo

5,59

151

43

11

Campobasso

7,20

192

11

66

Livorno

5,59

83

108

12

Foggia

7,09

162

32

67

Perugia

5,59

147

47

13

Isernia

7,07

189

12

68

Ancona

5,53

152

41

14

Ogliastra

7,05

150

44

69

Firenze

5,52

114

85

15

Caserta

6,99

165

30

70

Ferrara

5,50

103

97

16

Reggio Calabria

6,96

141

52

71

Novara

5,49

112

89

17

Potenza

6,87

123

75

72

Oristano

5,49

130

66

18

Medio-Campidano

6,84

217

5

73

Pesaro e Urbino

5,45

176

19

19

Brindisi

6,83

165

30

74

Gorizia

5,44

124

73

20

Enna

6,80

153

40

75

Sondrio

5,39

95

102

21

Lecce

6,78

183

14

76

Pistoia

5,36

132

64

22

Palermo

6,78

173

20

77

Vercelli

5,36

114

84

23

L’Aquila

6,77

172

23

78

Rovigo

5,32

113

86

24

Savona

6,71

180

17

79

Modena

5,25

125

70

25

Trapani

6,70

125

70

80

Alessandria

5,21

118

82

26

Teramo

6,68

168

27

81

Venezia

5,21

121

78

27

Rieti

6,63

172

23

82

Trieste

5,20

80

109

28

Barletta-Andria-Trani

6,62

173

20

83

Lucca

5,19

110

90

29

Verbano-Cusio Ossola

6,55

133

63

84

Macerata

5,15

157

38

30

Taranto

6,53

207

8

85

Verona

5,15

127

68

31

Messina

6,52

122

77

86

Como

5,12

94

103

32

Avellino

6,50

152

42

87

Bergamo

5,08

113

86

33

Chieti

6,50

181

15

88

Aosta

5,05

85

106

34

Frosinone

6,46

187

13

89

Cremona

5,01

123

76

35

Olbia-Tempio

6,46

168

27

90

Brescia

4,95

139

56

36

Benevento

6,45

168

26

91

Rimini

4,95

136

58

37

Salerno

6,45

162

32

92

Vicenza

4,91

134

59

38

Catania

6,42

181

15

93

Biella

4,90

88

104

39

Latina

6,41

140

53

94

Mantova

4,88

149

46

40

Matera

6,26

217

5

95

Udine

4,87

106

94

41

Arezzo

6,22

156

39

96

Bologna

4,86

100

99

42

Viterbo

6,22

171

25

97

Reggio Emilia

4,85

109

92

43

Napoli

6,21

134

60

98

Lecco

4,83

106

94

44

Cagliari

6,18

147

47

99

Padova

4,81

113

88

45

Ragusa

6,13

128

67

100

Treviso

4,80

119

81

46

Bari

6,11

149

45

101

Piacenza

4,79

101

98

47

La Spezia

6,08

134

60

102

Forlì-Cesena

4,77

140

55

48

Massa Carrara

6,07

84

107

103

Milano

4,77

120

80

49

Grosseto

6,00

121

78

104

Ravenna

4,76

125

70

50

Lodi

5,99

159

35

105

Belluno

4,75

97

101

51

Ascoli Piceno

5,97

194

10

106

Pordenone

4,74

100

100

52

Prato

5,96

145

49

107

Parma

4,66

107

93

53

Pescara

5,91

144

51

108

Cuneo

4,60

87

105

54

Imperia

5,84

138

57

109

Trento

4,52

105

96

55

Pavia

5,80

116

83

110

Bolzano

3,91

76

110

* media ponderata dei tassi effettivi applicati alla clientela (società non finanziarie e famiglie produttrici) escludendo le operazioni a tasso agevolato

NB: indagine basata sui dati che gli intermediari devono inviare per ciascun cliente che alla fine del trimestre di riferimento, abbia segnalato alla Centrale dei rischi una somma dell’accordato o dell’utilizzato dei finanziamenti oggetto di analisi pari o superiore a 75.000 euro

Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Banca d’Italia