Polemiche tra Tondo e Serracchiani sul via libera dal Governo
L’iter per la realizzazione del rigassificatore di Trieste è iniziato con la pubblicazione dell’avviso di avvio dei procedimenti di vincolo preordinati agli espropri sui quotidian, sul sito della Regione Friuli Venezia Giulia e all’albo pretorio del Comune di Trieste. L’avviso del Ministero dello Sviluppo economico, che è l’autorità espropriante, riguarda anche la dichiarazione di pubblica utilità del terminale di rigassificazione e delle relative opere di interconnessione elettrica.
Il 7 novembre scorso – si legge nell’avviso – il Ministero ha comunicato l’avvio del procedimento autorizzativo a tutte le amministrazioni competenti e ha qualificato il terminale “opera urgente volta a consentire l’accesso all’Italia di una nuova fonte di gas, anche ai fini e per gli effetti della relativa procedura espropriativa”. E’ stata convocata la conferenza dei servizi. Le eventuali osservazioni del pubblico sul progetto dovranno essere inoltrate al Ministero entro 30 giorni.
Immediate le polemiche da parte di coloro che hanno sempre osteggiato l’opera. Sul rilascio dell’Aia per il rigassificatore di Zaule “c’è chi, incurante delle proteste, dei pareri motivati e dei ricorsi presentati in sede amministrativa, ha impresso una forte accelerazione sul versante del rigassificatore e delle opere ad esso correlate”. Lo affermano il capogruppo e il consigliere di Sinistra arcobaleno, Igor Kocijancic e Stefano Pustetto, che sottolineano come “il ministero inizia l’iter che consentirà a Terna di iniziare i procedimenti propedeutici agli espropri necessari per la realizzazione di un’opera almeno tanto controversa quanto il rigassificatore, e cioé l’elettrodotto Redipuglia-Trieste, necessario in relazione al tracciato Tav/Tac Ronchi-Trieste e strategico anche per l’approvvigionamento energetico del rigassificatore. Le due vicende sono emblematiche di cosa significhi, nel concreto – concludono – il concetto di poteri forti”.
Una risoluzione per impegnare il Governo a interrompere l’iter propedeutico alla realizzazione dell’impianto di rigassificazione a Zaule, verrà depositata in settimana dal vicecapogruppo della Lega Nord a Montecitorio, Massimiliano Fedriga, secondo il quale “ci sono diverse motivazioni per cui il progetto di Gas Natural non può inserirsi in un contesto come quello triestino: l’impatto ambientale e paesaggistico e, non ultimo, il danno economico alle attività portuali”. Fedriga sottolinea il rilascio dell’Aia da parte della commissione tecnica “senza risposta le perplessità sollevate nei mesi precedenti da tutte le amministrazioni locali, indipendentemente dall’orientamento politico dei loro vertici”. Senza considerare – aggiunge – “lo sfregio che una città come Trieste, da sempre votata al turismo, subirebbe con la costruzione di un simile ecomostro”. Il deputato leghista chiede quindi al Governo di “prestare la massima attenzione al parere di Comune, Provincia e Autorità Portuale, le amministrazioni più vicine alla gente. Scavalcare senza battere ciglio le loro obiezioni non è solo un atto antidemocratico ma esprime tutta la miopia di un esecutivo propenso esclusivamente a sostenere gli interessi di una potente multinazionale a discapito dei più basilari diritti dei cittadini”.
Battibecco anche tra i due candidati alla presidenza della regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo e Debora Serrachiani. “Nella vicenda del rigassificatore di Trieste Tondo se n’è lavato le mani come Ponzio Pilato” dice Serracchiani secondo cui “questa è una delle peggiori prove dell’amministrazione Tondo, che non ha avuto nemmeno il coraggio di mostrare la faccia in una delle scelte più pesanti che toccavano alla Giunta. Calpestando i pareri di tutti gli enti locali del territorio e mascherandosi dietro un atto tecnico, la Giunta Tondo ha offerto uno spettacolo umiliante per i cittadini che dovrebbe governare e al cui giudizio dovrà presentarsi”. Serracchiani critica anche la Lega Nord: “spudorato anche il gioco della Lega, che oggi chiede al Governo di interrompere l’iter propedeutico alla realizzazione del rigassificatore, ma fino a ieri ha taciuto in Regione, cullandosi nell’alleanza con Tondo”.
Da parte sua, il presidente della Regione Tondo si chiede “dove e quando la Serracchiani abbia mai espresso, attraverso atti concreti, in questi oltre due anni da europarlamentare la sua contrarietà al rigassificatore di Trieste. Scoprirsi oggi così ferocemente contraria all’opera sulle ali della campagna elettorale fa parte della sua strategia: quella di parlare senza sapere, o meglio facendo finta di non sapere”. Tondo rincara: “prima di accusare il sottoscritto di incoerenza, dovrebbe guardare a casa propria, quando all’epoca in cui furono prese le decisioni che oggi ci vincolano, gli ex assessori regionali del suo partito, Sonego e Cosolini procedevano con atti ufficiali nella direzione del rigassificatore. Atti amministrativi, non comunicati stampa o interviste. Quegli stessi atti che hanno avviato la procedura su cui, come noto, il Governo ha posto in essere un’accelerazione alla quale nei fatti i compagni di partito della Serracchiani triestini che sono a Roma non pare proprio abbiano innalzato le barricate, come è stato puntualmente rilevato da uno stesso esponente del Pd locale”.
Tondo chiede conto alla Serracchiani perché “il giorno che il Ministro Passera dichiarò ufficialmente la priorità dell’avvio dei lavori per il rigassificatore, non abbia alzato i toni di una contrarietà che risulta del tutto coerente con la ricerca spasmodica del consenso. C’è da interrogarsi anche come mai questa sua autorevole contrarietà non abbia mai trovato sbocco attraverso il segretario del Pd, Pierluigi Bersani che, come dovrebbe essere noto anche alla Serracchiani, è stato il Ministro dell’industria che in origine diede impulso alla realizzazione del rigassificatore di Zaule”.
Quanto all’accusa dell’esponente PD di essere un “Ponzio Pilato”, Tondo ributta le accuse nel campo avversario: “sentirsi accusare di essere Ponzio Pilato da una che da segretaria regionale del Pd non ha avuto neanche il coraggio di schierarsi alle elezioni primarie del suo partito per non pregiudicarsi la carriera politica, è l’ennesima dimostrazione della differenza che intercorre fra chi lavora ogni giorno per il territorio e chi fa solo parole”.