Alto Adige, esercitazione di protezione civile contro le piene dei fiumi Adige e Isarco

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PAB esercitazione anti piena vigili fuoco sacchi sabbia 1Oltre 700 operatori della provincia e dei comuni interessati a Bressanone, Merano, Bolzano e in Bassa Atesina

L’esercitazione antipiena di grandi dimensioni sull’Adige e sull’Isarco, i due maggiori fiumi dell’Alto Adige, viene organizzata annualmente, ma la simulazione del 2012 ha introdotto due significative novità: da un lato nel coordinamento, suddiviso tra la Protezione civile provinciale e la già rodata Ripartizione opere idrauliche, dall’altro nelle modalità di intervento, perché è stata un’esercitazione al buio, quindi senza conoscere in anticipo i dettagli in cui operare. “Quest’anno solo i responsabili dell’esercitazione sapevano come si sarebbe svolta, per tutti gli altri operatori e volontari i diversi scenari si sono presentati a sorpresa”, ha spiegato il presidente Luis Durnwalder, responsabile per la protezione civile.

In oltre 700 hanno partecipato al test di protezione civile, condotto con l’ausilio di un centinaio di mezzi e di 2 elicotteri. In mattinata Durnwalder ha seguito l’andamento dell’esercitazione nel quartier generale della protezione civile provinciale in viale Druso a Bolzano, successivamente si è recato ad Egna con i responsabili delle ripartizioni opere idrauliche Rudolf Pollinger e protezione civile Hanspeter Staffler per osservare da vicino una fase della simulazione e il lavoro delle forze in campo. Inoltre, sempre per la prima volta, quest’anno l’esercitazione antipiena (simulazione di un’alluvione e azioni per fronteggiarne gli effetti) è stata ampliata ad altre tipologie di intervento per testare il funzionamento della catena dei soccorsi. Alle 6 di mattina l’esercitazione ha avuto inizio nei circondari della protezione civile di Bressanone, Merano, Bolzano e Bassa Atesina con i primi interventi sui fiumi: mantenere sotto controllo l’aumento (virtuale) del livello dell’acqua, intervenire per rotture simulate degli argini, contenere la fuoriuscita di acqua. A Bronzolo le forze di soccorso sono state impegnate a fronteggiare una tracimazione simulata, a Egna l’esercitazione ha previsto anche l’evacuazione di alcune vie. Un insieme di accadimenti e imprevisti per mettere sotto pressione il sistema della protezione civile, che ha risposto in maniera adeguata.

PAB esercitazione anti piena luis durnwalder dir prot civile hanspeter staffler 1“Esaminato l’andamento dell’esercitazione, possiamo dire di essere molto soddisfatti del risultato”, ha detto Durnwalder ad operazioni concluse: “la comunicazione tra le organizzazioni coinvolte ha funzionato al meglio e anche la collaborazione nei vari frangenti dell’esercitazione: ogni singolo operatore sapeva cosa fare e ha svolto con puntualità il proprio compito”. Anche gli scenari che a sorpresa si sono aperti nel corso della mattinata – pendii franati, bacini di contenimento pieni, cadute sassi, recupero di dispersi – sono stati affrontati e gestiti in modo efficace dai gruppi di intervento. “L’esercitazione su larga scala ha confermato che la protezione civile locale e i tecnici dei bacini montani sono addestrati al meglio e sempre pronti ad intervenire tempestivamente. Anche se ovviamente tutti speriamo che emergenze di questo tipo non si verifichino mai o il più raramente possibile”, ha concluso Durnwalder ringraziando tecnici, volontari, organizzazioni e il Commissariato del governo per il lavoro svolto.