Albignasego: le ex Fonderie Zen ripartono con la nuova compagine sociale

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Fonderie Zen albignasego pd 3 1Scommessa vinta da parte di tutte le maestranze e le istituzioni pubbliche e private. Barison: “per la prima volta in Italia i lavoratori entrano nel capitale sociale dell’azienda”

Una scommessa vinta dai lavoratori, dirigenti, istituzioni pubbliche e private. Le ex Fonderie Zen di Albignasego dal 1 ottobre hanno riavviato l’attività produttiva, con una nuova compagine sociale (la Zen Fonderie Srl) e 115 dipendenti. Il progetto industriale, che ha ottenuto anche l’appoggio economico della finanziaria regionale Veneto Sviluppo Spa è stato presentato dall’assessore al lavoro e formazione della provincia di Padova, Massimiliano Barison, affiancato dal presidente di Veneto Sviluppo Spa, Giorgio Grosso, dal responsabile dell’area partecipazioni della finanziaria regionale Enzo Pietropaoli, dal neo amministratore delegato della Zen Fonderie Srl Michele Pra, dal presidente della Cooperativa Lavoratori Fonditori (Clf) Marco Distefano, Giuseppe Ghezzi di Overseas Industries Spa, Antonio Silvestri di Fiom-Cgil e dal consigliere provinciale presidente della III Commissione attività produttive del Consiglio provinciale, Pietro Giovannoni.

“Si tratta di un esempio unico in Italia – ha spiegato l’assessore Barison – per la prima volta anche i lavoratori sono entrati nel capitale sociale dell’azienda e hanno concorso a salvarla da un sicuro fallimento. Noi ci abbiamo creduto e abbiamo fortemente voluto appoggiare questo progetto che rappresenta anche un segnale e un esempio per tutte le aziende oggi in sofferenza. C’è ancora qualche tassello da sistemare perché non è facile mettere insieme una filiera che va dai lavoratori, ai manager, agli investitori, ma è una sfida vinta per l’impresa, i dipendenti, il mondo del pubblico e del privato”.

Fonderie Zen albignasego pd 2 1La nuova realtà è decollata grazie a un innovativo assetto societario che vede la partecipazione, per il 70% del capitale di ex manager dell’azienda e dell’investitore privato Overseas Industries Spa, per il 25% da Veneto Sviluppo Spa e per il 5% dalla Cooperativa di Lavoratori Clf. Si tratta del primo esempio di cogestione in Italia, in cui lavoratori, dirigenti, ma anche istituzioni pubbliche e fondi privati costituiscono un’alleanza forte per salvare un’attività con ancora margini di rilancio.

“L’operazione d’ingresso della finanziaria regionale – ha sottolineato il presidente Grosso – va nella duplice direzione di sostenere una brillante realtà produttiva del tessuto economico veneto e ancor più, in modo correlato, di tutelare e favorire l’occupazione. Il piano di sviluppo dell’azienda per il triennio 2013-2015, da noi supportato con un apporto di risorse per 700.000 euro, prevede infatti non solo il mantenimento del livello occupazionale attuale, ma anche la sua progressiva crescita, nel biennio 2013-2014, a fronte degli aumenti del volume delle vendite che si avranno nei prossimi tre anni. L’aspetto “sociale” è risultato quindi determinante nel momento di decidere l’ingresso di Veneto Sviluppo nella Zen Fonderie”.

La Zen Fonderie, dopo l’acquisizione da parte del gruppo internazionale Garro nel 2005 e la successiva uscita nel 2009, ha vissuto un periodo di amministrazione straordinaria. Dopo una serie di tentativi di acquisizione da parte d’investitori stranieri che non sono andati a buon fine, l’azienda avrebbe rischiato il fallimento, anche se i conti e il parco clienti ne facevano una realtà ancora competitiva. I lavoratori e gli ex dirigenti, con l’aiuto della società di investimenti industriali Overseas Spa, hanno deciso di crederci e hanno presentato la loro proposta, accettata dal commissario straordinario Giannicola Cusumano. Dal 1 ottobre si è così ufficialmente inserita la nuova compagine sociale che è ora al completo con l’ingresso anche di Veneto Sviluppo e di Clf.

“L’azienda – ha spiegato Pra – è specializzata nella fusione della ghisa per i settori che producono macchine destinate al movimento terra, trattori ad uso agricolo e veicoli industriali. Attualmente ha una produzione di 17.000 tonnellate di ghisa all’anno con fatturato di 27 milioni di euro, ma il nostro obiettivo è di arrivare a quota 25.000 nel giro di un paio d’anni. Se ce la faremo, intendiamo portare i lavoratori a 150 unità assumendo una trentina di persone tra giovani e cassa integrati perché noi operiamo in questa realtà da sempre e, nonostante la crisi, continuiamo a crederci”.

Per salvare l’azienda, i lavoratori si sono costituiti in una cooperativa che attualmente conta un centinaio di operai ed entreranno nel capitale sociale con 100.000 euro. “Non è stato facile fare un ulteriore sacrificio – ha detto Distefano – non è una cosa semplice chiedere ai lavoratori che vivevano con una cassa integrazione di 800 euro di versare 2.000 euro del loro Tfr per entrare nel capitale sociale. I manager ce lo hanno chiesto, era l’unico modo per concorrere a salvare la Zen e noi ci abbiamo creduto. Vogliamo essere un esempio di come i lavoratori oggi sono essenziali per salvare le imprese”.

Infine per il consigliere Giovannoni “la sfida degli imprenditori in un mondo in cui risuonano le sirene delle multinazionali è quella di essere pavidi e non avidi”.