163 milioni di euro alle imprese agricole. 87 milioni di euro per i giovani agricoltori e per aziende del primario. 21 per il Polesine terremotato
Dopo tanta siccità, pioggia di milioni sull’agricoltura veneta. Avepa, L’agenzia per i pagamenti del Veneto, ha oramai concluso le operazioni di pagamento di 163 milioni di euro come anticipo degli aiuti europei richiesti con 86.934 domande uniche presentate per la campagna 2012. “Abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo prefissati – ha affermato il direttore dell’agenzia Fabrizio Stella – avviando il 16 ottobre e concludendo in pochi giorni i pagamenti, che permettono al sistema agricolo regionale di avere a disposizione liquidità in un momento particolarmente difficile anche a causa dell’estate siccitosa”.
“Anche in questa partita – ha commentato dal canto suo l’assessore Franco Manzato – l’organismo pagatore regionale ha dimostrato rapidità, efficienza, efficacia. Per inciso, ricordo che una pratica gestita dalla nostra Avepa costa 70 euro contro i 120 di una pratica Agea. Non solo, quando c’era il solo organismo nazionale, che si chiamava AIMA, al suo enorme costo di gestione si aggiungevano altrettanta inefficienza e ed errori causa di sanzioni applicate all’Italia dall’Europa”.
Come deciso dalla Commissione Europea, l’anticipo è stato liquidato nella misura del 50% degli aiuti previsti dal regolamento (CE) 73/2009 in riferimento a titoli ordinari, titoli speciali e art. 68 zucchero. Si tratta dei diritti degli agricoltori ad avere un aiuto, per il quale è stato deciso di anticiparne l’erogazione proprio per fronteggiare questa fase di pesantezza economica.
Entro la fine del mese di novembre saranno gestite e pagate altre 3.600 domande circa, temporaneamente sospese a causa di anomalie riscontrate nei controlli amministrativi.
Per le rimanenti 1.300 domande circa, sottoposte a controllo in loco per la verifica di ammissibilità delle superfici dichiarate ai fini dell’utilizzo dei titoli ordinari, si dovrà attendere la trasmissione degli esiti dei controlli da parte di AGEA. Il campione di controllo per la corrente campagna 2012 è in ogni caso stato ridotto rispetto al campione della campagna 2011 poiché, per gli anni 2010 e 2011, i Servizi della Commissione Europea hanno riscontrato un tasso di errore di esecuzione dei controlli in loco inferiore al 2 per cento.
La Giunta Regionale del Veneto ha poi approvato la proposta di completamento del Programma di Sviluppo Rurale che mette a disposizione 87 milioni di euro a favore delle aziende agricole per accrescerne la competitività. “L’intervento è rivolto soprattutto ai giovani che desiderano inserirsi nel settore agricolo con una propria attività, grazie ad uno stanziamento totale di 11 milioni – ha sottolineato Manzato – mentre è stato previsto un piano ad hoc per la provincia di Rovigo, recentemente colpita dal sisma”.
Per quanto riguarda la provincia di Rovigo, saranno messi a disposizione 21 milioni di euro, dei quali 4 milioni saranno destinati al Pacchetto Giovani B, 4 milioni alla misura 123, mentre la parte restante sarà compresa nella misura 121 (ammodernamento aziende agricole). “Si tratta di dotazioni specifiche – ha spiegato Manzato – rapportate alla necessità di sostenere le imprese agricole danneggiate dagli eventi sismici del mese di maggio”.
Il provvedimento passerà ora all’esame della Commissione consiliare prima della definitiva approvazione. Dopo la pubblicazione del Bando nel Bollettino Ufficiale della regione sarà possibile presentare domande di sostegno per gli interventi previsti dalle misure dell’Asse 1, “Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale”, in particolare appunto il “Pacchetto Giovani B” (dotazione complessiva 7 milioni), le misure 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” (40 milioni) e 123 “Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli” (15 milioni). Questo bando generale interessa l’intero territorio regionale ad esclusione di quello della provincia di Rovigo, destinataria di specifica e più ampia iniziativa. Il provvedimento riguarda anche l’Asse 3 “Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia”, in particolare la misura 311 “Diversificazione in attività non agricole”, azioni 1 e 2 (2 milioni per ciascuna azione).
“Con questo provvedimento – ha ricordato Manzato – viene di fatto esaurito il PSR 2007 – 2013 mettendo a bando le dotazioni ancora oggi disponibili sulle diverse misure, andando a completare il piano degli interventi e di spesa previsti.
Per ovviare ai problemi del settore vitivinicolo, per Manzato c’è la trasferta a Bruxelles, insieme alle rappresentanze dei 15 paesi aderenti all’AREV (Assemblée des Régions Européennes Viticoles – Regioni Europee Viticole) per chiedere l’impegno della Commissione e del Parlamento Europeo a mantenere un sistema controllato di realizzazione dei vigneti nel settore vitivinicolo basato sui diritti di impianto.
“Sembra che in Europa gli stati non produttori teorizzino una liberalizzazione feroce del settore – ha affermato Manzato – nella quale tutti possano piantare tutto ovunque, indipendentemente dai veri valori di mercato dell’enologia del vecchio continente. E’ una posizione dannosa, soprattutto per le Regioni e i Paesi che nei millenni hanno creato il sistema attuale creando redditività e immagine ai prodotti europei con l’alta qualità del loro vino”.
“Una liberalizzazione assoluta – ha aggiunto Manzato – sarà foriera solo di una drastica riduzione della redditività delle nostre aziende agricole e della concorrenzialità dei vini europei. Grazie al controllo degli impianti finalizzato al loro miglioramento, il Veneto è riuscito a strutturare un settore che è diventato altamente competitivo, stimolando scelte di equilibrio tra tipologie di prodotti e conseguente reddittività. La liberalizzazione toglierebbe di fatto gli strumenti necessari per operare in questa direzione, generando conseguenze misurabili a ritmo di riduzione di qualità e prezzi, trattando i nostri vini d’eccellenza alla stregua delle commodities. In Italia e in veneto – ha concluso – abbiamo ad esempio Valpolicella e Prosecco che, gestiti con gli strumenti attuali, hanno assicurato redditività all’intero comparto agricolo veneto e che da soli rappresentano un- terzo della nostra produzione di qualità”.
La posizione di mantenimento di un regime controllato di produzione e impianto dei vitigni è condivisa dal tavolo AREV, composto da Germania, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Austria, Lussemburgo, Grecia, Romania, Ungheria, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Cipro, Bulgaria, alla luce di una comune tradizione che culturalmente, fin da almeno un secolo in alcuni Stati membri e fin dagli anni ‘70 nell’Unione Europea, è regolata dai diritti di piantagione.