“Trentino, un esempio di autonomia responsabile”. Peccato che il Governo in sede di revisione della spesa pubblica abbia imposto al bilancio della Provincia tagli draconiani, infischiandosi della specialità
A Riva del Garda si è concluso il Festival della famiglia organizzato dal ministro Riccardi con la presenza del premier Mario Monti, il quale ha mostrato una notevole dose di faccia tosta e d’ipocrisia dichiarando coe il “Trentino sia un esempio di autonomia responsabile” e che “le istituzioni autonome non sono tutte uguali e che sarebbe un grave errore fare di ogni erba un fascio”. Peccato che i fatti recenti del governo Monti vadano, nei confronti della provincia di Trento e della sua specialissima autonomia, in direzione diametralmente opposta, visto che la mannaia della revisione della spesa pubblica s’è abbattuta con inusitata violenza proprio sul bilancio della provincia di Trento, facendo strame delle regole, degli Statuti e degli accordi Stato-Provincia.
Solo pochi giorni fa, alla notizia dell’ennesimo taglio non concordato imposto da Roma alla capacità di spesa del Trentino, il governatore del Trentino, Lorenzo Dellai, era sbottato a male parole contro il Governo Monti, reo di calpestare lo Statuto d’autonomia e i vari accordi di compartecipazione e risanamento alla spesa pubblica. E fa specie pure assistere agli scambi di cortesie tra Dellai e lo stesso Monti, quando i due negli ultimi tempi sono stati più volte ai ferri corti: ma tant’è e il Festival della famiglia si è confermato solo un grande parlatoio, una ribalta mediatica per politici alla ricerca di un futuro personale, visto che nei fatti la famiglia non è stata (e probabilmente non lo sarà in futuro visto i tagli importo proprio dal Governo Monti) al centro dell’attenzione di chi ha governato il paese negli ultimi decenni.
Tornando alla cronaca spicciola del fugace avvento montiano su Riva del Garda, questo è stato disturbato dalla manifestazione organizzata dalla rete trentina Welcome Monti con l’adesione dei centri sociali del Nordest e dell’Emilia Romagna, di Rifondazione Comunista e Sinistra Unita del Trentino e dei collettivi studenteschi locali, aperto dallo striscione “sMONTIamo l’austerità” che intendevano giungere fin sotto il centro congressi dove era atteso il presidente del Consiglio. La polizia, ad un centinaio di metri dal complesso ha lanciato lacrimogeni, bloccando e respingendo i manifestanti, disperdendoli per le vie della cittadina gardesana. Dopo alcuni momenti di tensione, è stato concesso ai manifestanti di arrivare fin quasi davanti al pala congressi, scandendo slogan contro Monti, diffondendo da un camion musica ad alto volume e lanciando in aria alcuni petardi. Alcuni di loro hanno danzato davanti alle forze dell’ordine schierate in tenuta antisommossa, un centinaio fra poliziotti e carabinieri.
Monti, dopo un amarcord relativo alle sue esperienze trentine (“Trento rappresenta molto per me: è la città nella quale ho insegnato per la prima volta, professorino 26enne di primo pelo, buttato in un luogo non semplice, alla Facoltà di Sociologia nell’anno accademico 1969-70. Venivo dall’Università di Yale, da questi ambienti rarefatti. La prima notte di insegnamento a Trento ci misi un po’ ad addormentarmi. Fu un anno di insegnamento grandemente formativo per me”), Monti è passato a magnificare la comunità trentina: “oggi sono contento di essere in questa magnifica comunità trentina. Questa Provincia è un esempio di un autonomismo responsabile e solidale: penso all’auditorium de L’Aquila, donato al termine di una presenza massiccia della protezione civile trentina”, sottolineando “che sia necessaria e urgente una alleanza fra i territori responsabili e il governo per la rimessa in moto anche fra le autonomie e le forze che non sono tutte uguali di un Paese a trazione integrale”.
Monti è poi passato all’oggetto della sua presenza a Riva del Garda: la famiglia, per la quale ha annunciato lo stanziamento per il 2013 di “50 milioni di euro per le politiche per la famiglia e 25 milioni per le politiche giovanili”. Per Monti “è grazie alle famiglie, alla loro vocazione solidale e alla loro volontà di risparmio che l’Italia è stata in grado, ed è in grado tuttora di resistere alla crisi, è alle famiglie che dobbiamo essere grati, la famiglia è un volano per la crescita, è una risorsa indispensabile per il Paese. La capillarità e la tenuta del sistema familiare hanno consentito al sistema di reggere. Se siamo stati capaci di fermarci a pochi centimetri dall’abisso lo dobbiamo anche alla forza della rete familiare”.
“