Widmann: “spaziamo dalla promozione dell’export alla riforma delle aree produttive, fino alla creazione di un fondo per i capitali a rischio e ai premi per l’assunzione di apprendisti”
Stimolare lo sviluppo economico, rafforzare la localizzazione economica Alto Adige e proteggere i posti di lavoro: questi i tre obiettivi al centro del pacchetto di misure che la Giunta provinciale ha elaborato, con il coordinamento dell’assessore Thomas Widmann, per rafforzare in modo duraturo il tessuto economico locale malgrado la crisi. Alcuni interventi vedono anche la collaborazione dell’assessorato di Roberto Bizzo e delle banche locali. “Il programma contiene una serie di misure di cui sicuramente non beneficiano tutte le imprese in ugual misura, tuttavia consentono di affrontare in modo mirato i punti critici della nostra economia”, ha esordito Widmann illustrando il pacchetto con i vertici dell’assessorato (il direttore di dipartimento Ulrich Stofner, Hansi Felder, direttore della Ripartizione artigianato, industria e commercio, il suo vice Erwin Pardeller).
La gran parte delle misure verrà avviata ancora entro il 2012 per diventare operativa già a inizio 2013.
Tra i punti del pacchetto, il rafforzamento dell’export attraverso un incremento di 1,7 milioni di euro dei mezzi a disposizione di EOS (complessivamente 8,6 milioni) e una maggiore partecipazione a fiere, ricerche di mercato, presentazione di prodotti, “con l’obiettivo di aprire la strada a nuovi mercati e nuove nicchie”, ha detto Widmann. Sarà creato anche un fondo per l’export per coprire il rischio delle imprese legato alle operazioni di esportazione, dotato di 5 milioni di euro, in grado di concedere garanzie fino a 50 milioni.
Nuove sono anche le agevolazioni fiscali per imprese che avviano una nuova attività e per nuovi insediamenti di imprese in Alto Adige. Finora il Trentino poteva vantare per nuove imprese il migliore tasso IRAP (tra 0,4 e 0,7%): ora la Giunta altoatesina ha deciso ora di azzerare il tasso per 5 anni per le nuove imprese.
La riforma delle zone produttive prevede l’abolizione dell’esproprio e dell’assegnazione per semplificare la procedura a tre fasi: piano urbanistico, piano di attuazione per i criteri e infine concessione edilizia, per la quale però non si dovranno più attendere 6 o persino 8 anni, bensì pochi mesi. “È probabilmente il maggior processo di riduzione della burocrazia di questa legislatura provinciale”, ha osservato il direttore di Dipartimento Stofner.
Per favorire l’accesso al credito delle imprese innovative e ad alta tecnologia la Provincia ha deciso di creare un fondo per capitali di rischio, da chiarire se a partecipazione pubblica (con eventualmente la partecipazione del fondo pensionistico regionale Pensplan) o anche privata. In base alle direttive europee, il sostegno non potrà superare 1,5 milioni di euro, la quota pubblica dell’investimento non potrà essere maggiore del 50%, la durata del prestito non superiore a cinque o otto anni.
Con il “lease-back” la Giunta ha varato inoltre uno strumento per rafforzare le cooperative di garanzia e per facilitare alle imprese l’accesso al capitale. Prevede che l’ente pubblico si assicuri un’opzione di acquisto (il 10% del valore) su un immobile di un’impresa in crisi e che versi tale importo nella coop di garanzia che lo utilizza per garantire il fido in banca. In tal modo l’impresa ottiene liquidità e alla scadenza delle rate riacquista la proprietà dell’immobile.
Le agevolazioni introdotte per gli immobili esistenti intendono incentivare l’uso di edifici vuoti, risparmiare verde agricolo e rilanciare il settore delle costruzioni con la ristrutturazione della cubatura esistente. Il pacchetto di misure contiene anche agevolazioni alle nuove imprese per affitto di immobili (75% il primo anno, 50% il secondo, a condizione che le aziende creino posti di lavoro). Anche i premi per l’assunzione di apprendisti e tirocinanti puntano a garantire occupazione qualificata. Si pensa a una somma pari a un quarto della retribuzione lorda di un apprendista per due anni.
Un capitolo specifico del programma è dedicato alla salvaguardia dei servizi di vicinato nella periferia: la Provincia si impegna a una partecipazione annuale alle elevate spese di gestione causate dalla localizzazione del negozio con bassi fatturati. Il pacchetto prevede anche mutui per nuove imprese e nel caso di successioni: passeranno dagli attuali 30.000 a 50.000 euro e con una durata aumentata da 5 a 7 anni. E infine si punta a rendere più attrattivo per le imprese il fondo di rotazione con un’iniezione di 60 milioni di euro, “che potrà contribuire anche ad alleggerire il bilancio provinciale in tempi di revisione della spesa”, ha sottolineato Widmann che ricorda anche l’introduzione di una maggiore flessibilità nell’ammortamento dei mutui in caso di difficoltà dell’impresa.