Altra tegola sulla testa del presidente della provincia di Bolzano, che si difende: “mai abusato dei fondi pubblici”
Altra tegola sulla testa del governatore altoatesino Luis Durnwalder a pochi mesi dall’addio annunciato alla politica dopo oltre trent’anni di presenza nelle istituzioni locali: dopo la Corte dei Conti, ora anche la procura del tribunale di Bolzano indaga sull’utilizzo del suo fondo di spese riservate. “Non mi sorprende che la procura si sia attivata a seguito dell’inchiesta della Corte dei conti. Anzi, lo deve fare”, ha commentato Durnwalder che dal 1989 guida la Provincia autonoma. La scorsa settimana la Corte dei Conti aveva acquisito a palazzo Widmann, la sede della giunta provinciale, documentazione sul fondo spese di Durnwalder dal 1994 ad oggi.
L’iscrizione nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di peculato è un atto dovuto, ricordano dalla Procura, dopo la segnalazione fatta dal procuratore della Corte dei conti, Robert Schuelmers. Nel mirino è finita la gestione di 72.000 euro l’anno che costituiscono i fondi riservati a disposizione del presidente della Provincia.
Sembra che tutto sia partito dalla grande festa che Durnwalder organizzò nel settembre 2011 a Castel Tirolo per festeggiare i suoi 70 anni. Nel maniero sopra Merano arrivarono numerosissimi “compagni di strada” di ieri e di oggi del presidentissimo da tutto il Tirolo storico. Una parte delle spese furono coperte come spese di rappresentanza, suscitando qualche mugugno. Gli inquirenti ora vogliono vedere chiaro sulla gestione del fondo in generale.
“Spero – ha commentato Durnwalder – che l’inchiesta faccia chiarezza su una domanda cruciale: posso usare il fondo riservato per fare un’offerta a una banda musicale oppure a una compagnia degli Schuetzen? Se no, è chiaro che l’ipotesi è di peculato”. Per Durnwalder “ogni assessore e ogni sindaco si comporta nello stesso modo. Il fondo riservato esiste da 40 anni, dai tempi di Magnago, e nessuno ha mai avuto qualcosa da ridire”. Il governatore ha anche precisato di non farsi anticipare dal fondo spese private (come medicine oppure un biglietto aereo per la sua compagna). “E’ vero il contrario – ha detto – sono io che anticipo di tasca mia i soldi che, per esempio, do a un cittadino che viene da me perché non riesce a pagare l’affitto. A fine mese poi facciamo il conguaglio, ma sono sempre io a vantare un credito e non viceversa”.
Sull’utilizzo delle spese riservate esiste un precedente in Sicilia, al quale sembra facciano riferimento gli inquirenti altoatesini. Nel 2009 la Cassazione confermò infatti la condanna per peculato degli ex presidenti della regione Sicilia, Giuseppe Provenzano e Giuseppe Drago, per l’utilizzo del fondo riservato. Secondo la Suprema corte, ogni tipo di spesa pubblica, anche quella “riservata”, deve avere una gestione soggetta a controllo e deve essere coerente con le finalità istituzionali. Nel 2010, a causa di questa condanna, Drago era stato giudicato ineleggibile come deputato.