Idrovie, una modalità di trasporto delle merci da potenziare in Veneto

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mappa idrovie italia nord 1Convegno a Chioggia sulla navigazione fluviale interna e sulle sue prospettive

Potenzialità ma anche sviluppo, miglioramento infrastrutturale del sistema idroviario dell’Italia del Nord: questi sono stati tra i temi al centro del convegno sulla navigazione fluviale che si è tenuto a Chioggia, nell’ambito della quarta edizione della manifestazione “Ottobre blu”. Un’infrastruttura sempre più attrattiva per le potenzialità del trasporto via acqua tra Mediterraneo, Pianura Padana, Europa centrale, in raccordo con i porti dell’alto Adriatico, che attraversa tre regioni che muovono il 44% del Pil italiano, ma che è poco utilizzata.

Quattro ingressi dal mare, 300 km coperti fino a Cremona e 31 scali interni e con un nodo, a Rosolina, punto cruciale in cui si arena tutto il sistema a causa della presenza della ferroviaria che impedisce il passaggio di carichi ingombranti. Per risolvere il problema sono state avanzate due proposte a Rfi da Sistemi Territoriali Spa: un ponte mobile, ma l’azienda del ferrato non ne vuole sapere, e la cessione della gestione della linea. Superando il cosiddetto “collo di bottiglia” si arriverebbe a Cremona da dove, attraverso il progetto del risezionamento di un vecchio canale che entro l’anno l’Agenzia Interregionale per il fiume Po presenterà all’Unione Europea per l’accesso ai cofinanziamenti, si potrà arrivare a Trucazzano, zona Milano Est, porto intermodale da dove partono gli assi principali stradale, ferroviario e acquatico per i 10 corridoi principali che collegano tutta l’Europa.

Costo stimato dell’operazione sarebbe di 1 miliardo di euro per la realizzazione del nuovo canale e 2 miliardi di euro per la regimazione (passando da corrente libera alla regolazione dei livelli) del fiume Po. Progetti che si ripagherebbero con la produzione di energia idroelettrica.