Manzato: “un passaggio strategico per garantire il futuro del comparto”
“L’Europa riconosca le specificità dell’Alto Adriatico e interloquisca con il Distretto di pesca formalizzato dal Governo, su richiesta delle Regioni del Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, per dare le risposte normative che servono al settore peschereccio e alla salvaguardia di questo tratto di mare, che ha specificità uniche nell’ambito del Mediterraneo”. La richiesta è stata ribadita a Palazzo Balbi dall’assessore alla pesca del Veneto Franco Manzato, nel corso di un incontro con i componenti della Commissione Pesca del Parlamento Europeo, guidati da Gabriel Mato Adrover, in regione in questi giorni per conoscere direttamente le particolarità e la realtà peschereccia di quest’area, per iniziativa dell’europarlamentare italiano Guido Milana.
La delegazione, in visita ieri e oggi agli impianti ittici di Venezia e di Chioggia e che domani incontrerà la marineria clodiense, è inoltre composta da Struan Stevenson, Alain Cadec, Pat the Cope Gallagher, Marek Józef Gróbarczyk, Barbara Matera, Crescenzio Rivellini, Ulrike Rodust, Antolín Sánchez Presedo e Nils Torvalds.
La prossima programmazione comunitaria di pesca (FEAMP) 2014 – 2020 dà molto risalto alla regionalizzazione della materia, intesa come attenzione ad un’area di pesca omogenea. Per contro, la politica europea attuale fa riferimento ad un’area adriatica (GSA 17) che va da Trieste a Bari, comprendendo sia la parte poco profonda del Nord che quella più pelagica del Sud. L’adriatico inteso dunque in senso puramente “geografico”, è stato ripetuto ieri sera, non rappresenta una comunanza complessiva di pescato e di modi di pesca. Milana ha in proposito evidenziato che la futura programmazione dovrà considerare una più corretta regionalizzazione. Questa sarebbe la premessa corretta, gli ha fatto eco Manzato, per piani di gestione della pesca concretamente realizzabili e adatti alla realtà peschereccia e alieutica nord adriatica.