Assemblea Confindustria Pordenone: “serve una rappresentanza unitaria del NordEst”

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FVG assemblea confindustria pordenone michelangelo agrusti 1Agrusti lancia la necessità di riposizionare la categoria. Squinzi: “meno burocrazia e investire sul manifatturiero”

Intervenendo all’assemblea generale il Presidente di Unindustria Pordenone, Michelangelo Agrusti, ha detto che “la crisi non è né congiunturale, né specifica, di un singolo paese o di singoli comparti bensì strutturale, sistemica e multi-fattoriale, dell’intero sistema politico-economico dell’Europa. E all’interno dell’Europa – ha aggiunto – vanno trovate le soluzioni per poterne uscire”. Secondo Agrusti è “necessario accelerare l’integrazione sul fronte bancario, finanziario e fiscale evitando che una parte abbia a speculare sulle debolezze dell’altra. Nel contempo ognuno degli stati membri deve continuare a fare i compiti a casa propria. La politica Di rigore del Governo Monti ha consentito all’Italia di riappropriarsi del passaporto per l’Europa – ha aggiunto – e ci ha fatto recuperare la dignità di fondatore dell’Unione che avevamo perduto. Tuttavia il perseverare di politiche di rigore non accompagnate da efficaci e tempestive politiche di crescita rischia di allontanarci dall’idea di un’Europa unita e amica”.

Scendendo nel locale, per Agrusti “il contesto territoriale in cui Pordenone è inserita è costituito da province e territori affini al nostro e, per questo, dobbiamo tendere ad una forte integrazione fondata su programmi e progetti condivisi a livello sovra-regionale che contribuiscano anche alla formazione di una nuova identità amministrativa: il NordEst”. Secondo Agrusti è necessario “integrare ed armonizzare la nostra capacità di pianificazione e di realizzazione dei progetti indispensabili ad aumentare la competitività del sistema industriale”. Cruciali sono al proposito l’integrazione dei sistemi logistici, l’aumento delle fonti energetiche, la strutturazione delle reti informatiche e la nascita di sistemi formativi d’eccellenza, “un grande Politecnico del NordEst a servizio di tutta l’industria di questa macro area”. Ma non solo: Agrusti, rivolgendosi al presidente Giorgio Squinzi, ha detto che “anche noi, Confindustria, dobbiamo comprendere questa dimensione, strutturare ed organizzare la nostra rappresentanza, le nostre proposte, i nostri progetti, aggregando consenso intorno a questa visione comune. Per fare ciò, per dare coerenza e forza a questa progettualità – ha aggiunto – abbiamo bisogno di ripensare la struttura della nostra governance passando dalle singole regioni alla macro regione del NordEst e ad un’unica Federazione di Confindustria NordEst. Ma nel contempo dobbiamo rafforzare sempre di più il legame con la nostra base associativa, ponendo l’impresa al centro del nostro agire come associazione”.

FVG assemblea confindustria pordenone pubblico 1Ad Agrusti ha fatto eco il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha allargato l’obiettivo alla politica nazionale: dalla necessità di un governo politico (“stimo molto Monti, ma non possiamo pensare di ripetere un’esperienza di tecnici. Abbiamo bisogno di una nuova legge elettorale, perché abbiamo bisogno nella prossima legislatura di tornare a governare con la vera politica, quella capace di prefissare obiettivi di lungo termine”), alla politica che deve essere all’altezza delle necessità del Paese (“dietro una classe politica vera abbiamo bisogno di una classe dirigente vera, capace di mettere sotto pressione la politica. Come Confindustria siamo apolitici ma chiediamo che questo Paese venga amministrato nel modo giusto, dando input precisi e non mancheremo di tallonare la classe politica”), ad una nova politica di sviluppo dell’economia (“sono convinto che dobbiamo rimettere il manifatturiero al centro del Paese. Solo la ripartenza del manifatturiero darà spinta a crescita. Siamo un Paese senza materie prime e dove il costo del lavoro è particolarmente elevato. Siamo un Paese con un sistema infrastrutturale scassato ma il nostro sistema manifatturiero è il secondo al mondo, dobbiamo ripartire da qui”).

All’assemblea non è mancato il contributo della politica, dal vicepresidente della regione Friuli venezia Giulia, Luca Ciriani al vicepresidente dell’Unione Europa, Antonio Tajani. Ciriani ha sottolineato l’importanza del settore manifatturiero del Friuli Occidentale. A tutti Ciriani si è rivolto ricordando l’impegno della Regione a favore delle aziende (“abbiamo fatto di tutto per aiutare le nostre imprese con un pacchetto anticrisi che vale quasi 600 milioni di euro e con il presidio di decine di tavoli sulle crisi d’azienda che hanno colpito soprattutto la Destra Tagliamento, mettendo tutta la forza che avevamo per risolvere i problemi e lasciare, come nel caso di Ideal Standard, dei buoni esempi da seguire”) e nella riduzione del debito (“non amo le aziende di rating ma recentemente hanno assegnato alla Regione la doppia A e di questo possiamo andare orgogliosi”). Il vicepresidente ha quindi affrontato il tema della competitività delle imprese “nei confronti dei concorrenti europei”, ricordando l’impegno dell’amministrazione regionale sul fronte dell’energia con l’approvazione definitiva dell’elettrodotto Redipuglia-Udine. “Una scelta essenziale per le nostre famiglie e le nostre imprese che però ci ha fatto sentire un po’ soli e ci farà perdere voti” ha osservato, ribadendo il suo sì al rigassificatore di Trieste, che rifiutandolo, assieme a un investimento di 600 milioni di euro, ha detto, rinuncerà a un’occasione.

Ciriani ha poi toccato i temi della specialità e della fiscalità di vantaggio: “la nostra specialità ha anacronismi e difetti ed è da rivedere – ha osservato – ma ha creato un sistema sanitario autonomo che quest’anno fa per così dire, 21 milioni di utile e paga le fatture a 30 giorni, diversamente da quanto accade in altre regioni e questo vale anche per le tasse, perché non chiediamo privilegi, ma responsabilità e la fiscalità di vantaggio che vogliamo è la possibilità di diminuire le tasse alle nostre imprese e alle nostre famiglie senza chiedere niente a nessuno”. Infine, ricordando i “140 milioni passati dalle nostre casse a quelle dello Stato”, il vicepresidente ha detto “senza amor di polemica, ritengo che sarebbe stato meglio fossero rimasti in regione per consentirci di dare qualche elemento di stimolo fiducia e ripresa alle nostre imprese”.

Il vicepresidente dell’Unione Europea Antonio Tajani ha ancipato i prossimi provvedimenti presi a Bruxelles per rilanciare l’economia: “il 10 ottobre la Commissione Europea approverà una nuova strategia politica industriale, che punta a invertire la deindustrializzazione, aggiungendo un altro obiettivo legato all’industria manifatturiera, che dovrà rappresentare il 20% del Pil contro il 16 attuale entro il 2015”. “’Quella che andremo a promuovere – ha aggiunto Tajani – non potrà essere l’industria degli anni ’90, ma dovrà agire in settori altamente competitivi”. Tajani ha poi ricordato la direttiva comunitaria del marzo scorso sui pagamenti della pubblica amministrazione: “il ministro Passera mi ha assicurato il recepimento da parte dell’Italia entro novembre, e lo ringrazio per questo. Ciò significa mettere in circolazione miliardi e permettere a migliaia di imprese di vivere. Lanceremo una campagna per l’applicazione della direttiva, perché le imprese – ha concluso – sappiano quali sono i loro diritti”.