Ferrovie, servizio scadente nel NordEst

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Regione veneto capogruppo Pdl Dario Bond  cortellazzo 1Bond: “necessaria una società regionale che sostituisca l’inefficienza di Trenitalia”. Fedriga: “Friuli Venezia Giulia isolato dal resto dello Stato”

Il NordEst ferroviario lascia molto a desiderare e i risultati sono sotto gli occhi di tutti con treni locali ed interregionali del tutto insufficienti alle esigenze dell’utenza, nonostante il servizio non sia affatto regalato, anzi. Il Pdl del Veneto per il tramite del capogruppo regionale Dario Bond e del suo vice Piegriorgio Cortellazzo lancia la proposta di “costituire una società regionale per risolvere i nodi dell’attuale disservizio ferroviario. Bene fa il governatore Zaia a guardare al modello lombardo che da tempo come Pdl veneto suggeriamo.

Ma stavolta bisogna davvero passare dalle parole ai fatti. Sui binari è stata un’estate di passione e il Veneto non merita scenari da terzo mondo come quelli che troppe volte continuiamo a vedere”. Da qualche tempo, in Lombardia è stata costituita una società mista tra Ferrovie Nord e Trenitalia. Lo stesso assessore Chisso ha incontrato più volte questi soggetti per studiare il loro modello, che “sta dimostrando di funzionare molto bene. Disagi vari e ritardi sono diminuiti” dicono Bond e Cortellazzo. Il tema è stato affrontato anche dal coordinamento dei gruppi Pdl del Nord e sarà oggetto di altri approfondimenti nel corso dei prossimi incontri: “la questione ferroviaria è un nodo da affrontare in via prioritaria per una Regione che vuole ritornare a correre”, dicono Bond e Cortelazzo, e “da parte nostra c’è la massima disponibilità a costruire un percorso comune”.

Dal Veneto al Friuli Venezia Giulia: “le Ferrovie dello Stato stanno deliberatamente ignorando le esigenze della Regione” tuona il vicecapogruppo della Lega Nord a Montecitorio Massimiliano Fedriga, secondo cui “la regione risulta completamente isolata e i servizi di trasporto su rotaia, decisamente non all’altezza di un Paese moderno, provocano notevoli danni ai cittadini e alle imprese che necessitano della rete ferroviaria per movimentare le proprie merci”. Secondo Fedriga “per le Ferrovie dello Stato l’Italia finisce a Venezia e ciò che sta più a Est non è meritevole di attenzione. Questo è inaccettabile: una società pubblica dovrebbe curare gli interessi di tutto il Paese, senza creare condizioni di fattivo squilibrio tra le diverse aree geografiche”.

Da questo stato di cose che non rende onore né al Paese né alla società incaricata di gestire il trasporto ferroviario si esce, secondo Fedriga “con la liberalizzazione dei servizi. Ma quella vera, non quella nominale già vista nel 2003: chi, da allora, ha voluto investire nel settore si è trovato a dover pagare cifre fuori mercato. Tale sistema non è solamente antieconomico, ma esprime tutta la miopia di una società come Ferrovie dello Stato, che dovrebbe favorire la crescita infrastrutturale e produttiva del Paese senza badare esclusivamente a maturare profitti nel breve periodo”.