Valdastico, ancora polemiche tra maggioranza (contraria) e opposizioni (favorevoli) in provincia di Trento

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Tassullo vista galleria rio maggiore alberto pacher 2 1Pacher: “opera di vecchio stampo, oggi inutile per l’economia”. Eccher: “opera fondamentale anche per il Trentino”. Civettini: “Pacher parla di cose che non conosce”

E’ stata sufficiente l’inaugurazione dei primi 7 chilometri del tratto sud della Valdastico e le parole del viceministro alle Infrastrutture Mario Ciaccia per fare saltare i nervi alla maggioranza di centro sinistra che amministra la provincia di Trento. Dopo il botta (Ciaccia: “no a politiche localistiche, la Valdastico è strategica per il Paese”) e la risposta (Dellai: “localista sarà lei, noi la Valdastico non la vogliamo”), la polemica è proseguita con il vicepresidente e assessore all’ambiente e trasporti della provincia di Trento, Alberto Pacher, che ha definito la Valdastico “un’idea di sviluppo vecchia, opera inutile per lo sviluppo dell’economia trentina”, innescando una nuova girandola di polemiche, con l’aggiunta di una larvata accusa di conflitto d’interessi in capo allo stesso viceministro Ciaccia per il suo precedente ruolo di amministratore delegato della Banca Investimenti Infrastrutture di Banca Intesa sotto la gestione di Passera, passato assieme a Ciaccia al ministero delle Infrastrutture, banca che è uno degli azionisti di riferimento della società Autostrada Brescia-padova, concessionaria della Valdastico.

Claudio Eccher vicepresidente cons prov tn 1 1Per il vicepresidente del Consiglio provinciale di Trento, Claudio Eccher, la Valdastico “è un’opera fondamentale per il Trentino, per il Veneto, per tutto il Nordest, per l’Italia. Spiace Pacher si dica deluso di quanto dichiarato dal viceministro Ciaccia, affermando come l’idea di costruire nuove autostrade sia un’idea di vecchio stampo. Semmai dovrebbe chiedersi il perché quasi tutti chiedano il completamento della Valdastico (opera ormai completata per oltre il 75% del suo tracciato complessivo, manca solo il tratto finale verso il Trentino), dalle categorie economiche alla società trentina. Per caso, sbagliano tutti costoro a chiedere il completamento di un’autostrada che interesserebbe il Trentino solo per circa un chilometro di lunghezza? O sbagliano i politici al governo provinciale nell’arroccamento aprioristico contrario allo sbocco della Valdastico in Trentino?” Eccher ricorda a Pacher come “da parte di tutti i presenti all’inaugurazione (politici, esponenti delle categorie economiche, società civile) ci sia la condivisione unanime verso questa infrastruttura ritenuta strategica per garantire migliore qualità di vita ai centri urbani oggi attraversati dal traffico, oltre che per ridurre i tempi di percorrenza e i consumi di carburante (con connesso minor impatto ambientale). Un’opera pubblica, non dimentichiamolo, che secondo autorevoli studi indipendenti consentirebbe la crescita del Pil del Nordest del 2%, a favore della riduzione della disoccupazione e della migliore competitività delle merci prodotte in loco; opera ritenuta strategica sia a livello nazionale che europeo”. Quanto alla chiusura a riccio degli amministratori trentini, Eccher ricorda che lo stesso Ciaccia “ha richiamato gli amministratori pubblici a non imbracciare il localismo a danno degli interessi generali. Se invece di chiudersi a riccio nel suo no ad oltranza, la provincia di Trento avesse collaborato alla soluzione del nodo Valdastico, probabilmente anche la nostra Autonomia sarebbe vista sotto altra luce fuori dal Trentino. A questo punto la provincia si Trento è ancora in tempo a cambiare posizione sul completamento della Valdastico a favore di una posizione maggiormente pragmatica e improntata alla realtà e non all’utopia. Non è possibile sognare un mondo in cui tutto si muove solo su autobus o treno: è anacronistico. Merci e persone continueranno a muoversi su gomma, anzi tale traffico è destinato ad aumentare, specie sulle brevi-medie distanze. Come ha fatto intendere il viceministro Ciaccia, la Valdastico. Il Trentino, il Veneto, l’Italia e l’Europa non possono più aspettare le mancate decisioni di Piazza Dante”.

CIVETTINI CLAUDIO2 1Scende in campo anche la Lega Nord con il consigliere provinciale Claudio Civettini che imbraccia con Pacher una sfida sul piano politico e tecnico: “si rimane esterrefatti nel leggere le repliche del vice presidente della Giunta. Pacher a sostegno della sua posizione, cita sempre l’esempio della Svizzera che ha investito pesantemente sui trasporti ferroviari per l’attraversamento (si noti bene, attraversamento) del suo territorio. Bene: prima di parlare, il sociologo (!) Pacher farebbe bene ad informarsi. Perché, anche se ci fosse (e non c’è) un conflitto d’interessi in capo del viceministro Ciaccia, che si dovrebbe dire della posizione del ministro Piero Giarda che, all’epoca della sua chiamata al Governo Monti fu gentilmente scarrozzato da Trento (dove presiedeva il Comitato per la finanza locale della Provincia Autonoma di Trento) a Roma con l’elicottero provinciale del 118, intreccia con la stessa Provincia un rapporto diciamo molto particolare? Quanto alla Svizzera, si tratta di un paese d’attraversamento e non di destinazione e, come tale, ha interesse a veicolare quanto più possibile su ferrovia le merci in attraversamento del suo territorio. Si tratta di merci che spesso partono dai porti di Genova o dal distretto industriale piemontese-lombardo dirette nel Nord Europa (o in direzione opposta), spesso a migliaia di chilometri di distanza. Viceversa, gran parte dei traffici esistenti sull’asse del Brennero sono di media lunghezza (dal NordEst alla Baviera e al Baden Württember soprattutto) con un raggio di spostamento di circa 300-400 km: distanza che rende, con la logistica ferroviaria oggi esistente e molto probabilmente con quella del prossimo futuro, non conveniente veicolare le merci su ferro per via dei costi e dei tempi di consegna che sono più alti e più lunghi di quelli garantiti dal trasporto su gomma”.

Il pallino del completamento della Valdastico Nord è sempre più in mano al Governo: tocca a Passera e a Ciaccia, esaurita l’azione della politica, far valere le leggi e l’interesse nazionale verso un’opera ritenuta da tutti strategica e utile anche per lo stesso Trentino.