Defiscalizzazione delle opere pubbliche? Sì ma servono regole chiare

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Luigi schiavo presidente ance veneto 1Luigi Schiavo (Ance veneto) chiede un quadro di riferimento univoco e di semplice applicazione

“Il piano di incentivi fiscali per le grandi opere proposto dal vice-ministro Mario Ciaccia deve rimanere intatto. La prospettiva di un forte ridimensionamento, che pare si stia delineando al ministero dell’Economia per ragioni di copertura finanziaria, rischia invece di bloccare il piano infrastrutturale del NordEst. Siamo seriamente preoccupati: in gioco c’è il futuro di una delle aree più dinamiche del Paese”.

Luigi Schiavo, presidente di Ance Veneto, l’associazione regionale dei costruttori edili, mostra perplessità sul “balletto di ipotesi che riguardano gli incentivi fiscali per le infrastrutture in project financing, oggetto del decreto sviluppo bis, che la prossima settimana dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri”. Secondo Schiavo “gli incentivi fiscali per le grandi opere erano stati annunciati come il cuore del ‘Piano per la crescita’ del governo Monti. Dopo l’ipotesi tramontata di neutralizzazione dell’Iva, era stata avanzata la proposta di un credito d’imposta a favore di general contractor e concessionari per un importo tale da assicurare l’equilibrio del piano economico finanziario delle opere e comunque non superiore al 50% dell’investimento complessivo, in assenza di contributi pubblici a fondo perduto. Entrambe le ipotesi sono state respinte dal ministero dell’Economia per ragioni legate alla copertura economica. Ora si discute di estendere alle opere in corso una norma generale contenuta nell’art.18 della legge di stabilità 2012, il cosiddetto ‘Tremonti infrastrutture’. Per quelle ancora da appaltare, quindi, cambierebbe poco o nulla”.

Per Schiavo “questa prospettiva non è confortante. Abbiamo assistito negli ultimi cinque anni al dimezzamento degli investimenti pubblici in infrastrutture. Il coinvolgimento dei privati, pertanto, rimane l’unica possibilità per portare avanti le grandi opere pubbliche, pena l’avvitamento di questo Paese in una spirale di regressione di competitività e modernità. Ma i privati devono essere adeguatamente supportati. Ci auguriamo che il ministero di via XX Settembre non lesini sforzi e risorse per un tema così cruciale per l’economia e l’occupazione. In assenza di misure fiscali forti – continua Schiavo – il prezzo da pagare per il NordEst e il Veneto sarebbe alto, con gravi ripercussioni sia per le 43 opere contenute nella legge obiettivo: Pedemontana, Valdastico Sud tra quelle già avviate; Valdastico Nord, Nogara-Mare, Romea Commerciale, Alta capacità Brescia-Padova, Porto Off-Shore di Venezia tra quelle più importanti in fase di avvio o discussione. Il piano dell’Alta capacità fatta dai privati che stiamo portando avanti insieme a Confindustria Veneto e regione Veneto, risulterebbe fortemente ridimensionato”.

Schiavo allarga l’analisi alla politica: “ancora una volta, il centralismo statale rischia di mettere in secondo piano esigenze e prospettive del NordEst, un’area vitale per l’intera economia del Paese. La necessità di maggiore autonomia per la macro-regione del Nord Est per drenare risorse e rispondere più accuratamente ai bisogni del territorio, diventa quanto mai attuale in circostanza come queste. Sarebbe opportuno, infine, creare un sistema di incentivi ai privati anche per la realizzazione di piccole e medie opere pubbliche”.