Il buon senso vince per il comune padovano che non dovrà più rivolgersi a Rovigo. Per Bassano la chiusura è senza ritorno
Continuano le manovre attorno alla nuova organizzazione della giustizia in Veneto. Il prospettato aggregamento di Montegrotto al circondario giudiziario di Rovigo dopo la chiusura della sede di Este, con l’aggravio di ben 40 chilometri di distanza, viene sostituito con quello di Padova, anche più logico sotto il profilo delle distanze (solo 15 chilometri). “Una decisione ispirata al buon senso e alla logica territoriale, che poteva essere presa subito senza far innescare tante proteste” commenta il consigliere regionale azzurro Leonardo Padrin alla lettura del nuovo testo del Decreto legislativo del Governo numero 155: “una volta tanto, Roma ha ascoltato le richieste del Veneto”.
Se a Montegrotto sorridono, a Bassano la protesta cresce ancora all’indomani delle dichiarazioni del ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha definito in un’audizione in commissione alla Camera “un dispendio di denaro” la struttura bassanese. Severino ha detto “di essere andata a visitare i tribunali in via di soppressione e mi sono chiesta perché sono stati costruiti, visto che i tribunali esistenti erano sufficienti”. La risposata del Foro di Bassano del Grappa non si è fatta attendere: per il presidente degli avvocati Francesco Savio “non abbiamo mai visto il ministro in città, la sua è una bugia”. Per Savio il futuro della nuova struttura costata 12 milioni di euro è quello di essere “il tribunale di tutta la Pedemontana, un fatto supportato da numeri e statistiche che Roma non ha tenuto minimamente conto”.
Con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 12 settembre, il Tribunale e la Procura di Bassano sono ufficialmente soppressi: “un provvedimento che ha massacrato la giustizia dell’intero Veneto” chiosa Savio. E circa l’utilizzo del nuovo immobile costruito per le necessità giudiziarie il futuro è fosco, perché, nonostante gli auspici del ministro Severino (“è una struttura di proprietà comunale che potrà avere altra destinazione”) il comune non ha i denari indispensabili al suo adattamento ad altri usi (per il sindaco Stefano Cimatti “servono almeno 2-3 milioni di euro, una spesa troppo alta per le casse comunali”).