Parlamento Europeo, etichettatura estesa carne bovina consumatori sconfitti

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Pale di San Martino 1 mucca Foto Bazan 1Vince la lobby dei grandi allevatori del Nord. Eurodeputati italiani in prima fila per chiedere più trasparenza. Chiesto a Catania di mantenere in Italia la situazione vigente

Brutta pagina di politica a favore dei consumatori quella scritta oggi dal Parlamento Europeo riunito in seduta plenaria per decidere il futuro della tracciabilità e dell’etichettatura della filiera carne. Passo indietro dell’Unione europea sulla tracciabilità delle carni. La plenaria del Parlamento europeo ha dato un sostanziale via libera per soli otto voti alla proposta della Commissione europea che rinvia di almeno cinque anni l’obbligatorietà del chip per i bovini. Inoltre, per ridurre i costi amministrativi attuali, ha modificato lo schema attuale di etichettatura volontaria delle carni che prevedeva un controllo preventivo da parte di Bruxelles. Proteste da parte di italiani e spagnoli perché tutto quanto finora fatto, in molti casi a livello volontario, è stato spazzato via dal voto di Strasburgo.

“Il consumatore ha il diritto di ricevere informazioni chiare e trasparenti sui propri acquisti, così come gli allevatori hanno bisogno di strumenti che possano garantire la valorizzazione delle proprie produzioni”, ha commentato la vice presidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, chiedendo all’Italia di continuare in futuro “la battaglia” in Consiglio Ue a favore dell’etichettatura facoltativa. Una posizione simile è stata espressa dagli eurodeputati del Pdl Mario Mauro e Giovanni La Via, che chiedono che accanto ai dati obbligatori si possa continuare ad apporre dati facoltativi per fornire informazioni a tutela “sia del consumatore che del produttore”. La decisione dell’Europarlamento è stata fortemente criticata anche da molti eurodeputati della Lega nord: “l’abolizione del sistema di etichettatura facoltativa è una misura assurda, che andrà a danneggiare gli allevatori, e gli stessi consorzi, che hanno chiesto a gran voce di mantenere la possibilità volontaria di riportare in etichetta una serie di informazioni aggiuntive a quelle obbligatorie, proprio per aumentare gli standard di qualità dei prodotti agroalimentari. Non solo. Così facendo, si favoriranno i produttori meno trasparenti a danno dei consumatori europei”.

Eurodeputato Giancarlo Scotta 3 1Questa la reazione degli eurodeputati della Lega Nord, Oreste Rossi e Giancarlo Scottà, membri rispettivamente delle commissioni Ambiente e Agricoltura, al voto positivo della plenaria dell’Europarlamento, a Strasburgo, agli emendamenti alla proposta di direttiva in merito all’identificazione elettronica dei bovini, con cui si sono abolite le disposizioni relative all’etichettatura facoltativa delle carni bovine. La plenaria, tuttavia, non ha dato un voto definitivo sulla proposta, che è stata rinviata alla commissione Ambiente per aprire i negoziati in prima lettura con il Consiglio.

“Se il Consiglio dovesse seguire la linea dell’Aula, esprimendosi a favore della soppressione dell’etichettatura facoltativa – spiega Rossi – non avremmo vie di scampo. Il testo, come emendato oggi, infatti, è un vero e proprio controsenso. Da un lato, si dà facoltà agli Stati membri di introdurre l’obbligo per gli allevatori di utilizzare l’identificazione elettronica, per ottenere dati più affidabili e rafforzare la tracciabilità e la sicurezza alimentare in modo volontario, mentre dall’altro si abolisce l’etichettatura facoltativa, e quindi la possibilità di dare informazioni certificate sulla razza e il sesso dell’animale, l’alimentazione utilizzata, l’età del bovino ed ulteriori indicazioni che possano contraddistinguere, nettamente, una tipologia di carne bovina da un’altra”. Secondo Scottà “in Commissione Agricoltura si sta lavorando in maniera del tutto opposta, ovvero affinché i nostri agricoltori possano comunicare, nella maniera più trasparente possibile, i dati riguardanti i prodotti che commercializzano. Non si può pretendere – sottolinea Scottà – di parlare di qualità e tutela del consumatore quando poi, a quest’ultimo, vengono tolte le informazioni necessarie per poter scegliere liberamente il prodotto che acquista, influenzando di conseguenza il mercato e l’offerta”.

mara bizzotto 1Rincara le critiche anche l’eurodeputata leghista Mara Bizzotto: “con questo voto l’Europa fa un passo indietro di dieci anni. L’abolizione dell’etichettatura facoltativa delle carni bovine avrà pesanti conseguenze tanto per i consumatori quanto per gli allevatori italiani e veneti, da sempre capofila nella produzione di carne di qualità”. Per Bizzotto “eliminare l’etichettatura facoltativa significa incoraggiare gli allevatori meno virtuosi e favorire l’industria dell’anonimato e della contraffazione. In Italia una bistecca su due viene dall’estero, da Paesi Ue ed extra Ue, e molto spesso non sappiamo con esattezza nemmeno da dove: è pertanto fondamentale che il consumatore, quando si reca in macelleria o al supermercato, sappia con certezza la provenienza, la razza e soprattutto l’alimentazione utilizzata dal bovino per avere la certezza di acquistare carne di qualità”.

Con un valore di 516 milioni di euro, la produzione di carne bovina nel Veneto riveste un ruolo di primo piano all’interno del panorama nazionale: gli allevatori veneti forniscono infatti oltre il 30% della carne prodotta in Italia. Su 1.200.000 bovini macellati in Italia, oltre la metà (641.701) utilizza il sistema di etichettatura facoltativa e, tra questi, ben 322.764 (pari al 50,2%) provengono da allevamenti del Veneto. Secondo Bizzotto “questo significa che la maggioranza della carne commercializzata ha un elevato livello di tracciabilità che garantisce al consumatore un acquisto genuino e consapevole”. In Veneto è stato inoltre approvato un Sistema di qualità regionale (QV: qualità verificata) con il riconoscimento ufficiale dei prodotti “Vitellone ai cereali” e “Vitello al latte”, entrambi commercializzati tramite l’uso dell’etichettatura facoltativa per garantire la trasparenza e la qualità delle informazioni al consumatore.

Protesta anche la Cia-Confederazione italiana agricoltori, secondo cui la cancellazione dell’etichettatura facoltativa delle carni bovine “è una sconfitta per i consumatori europei che vogliono sapere cosa mettono nel piatto e per gli allevatori, prima di tutto italiani, che lavorano sulla qualità e l’eccellenza”.

Interviene sulla vicenda anche il presidente della Commissione prezzi e tariffe del Senato, Sergio Divina, secondo il quale “quella scritta a Strasburgo è una bruttissima pagina per i consumatori europei, che ci riporta indietro di 10 anni quando accadde quella ‘mucca pazza’ che sembra avere insegnato poco o nulla a chi antepone l’affarismo e la redditività alla qualità e alla salubrità dei prodotti alimentari. Spero solo che ora il ministro Catania sappia intervenire in modo adeguato in tutte le sedi almeno per consentire il mantenimento della situazione attuale, almeno in Italia”.